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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Piadena, l’antica castrum Platinae
Piadena può ben essere considerata a pieno titolo un comune “tipico” della pianura Padana

Piadena, l’antica castrum Platinae
Piadena può ben essere considerata a pieno titolo un comune “tipico” della pianura Padana. Il “paesaggio padano” evoca però il fiume Po, mentre Piadena, se può essere “caratterizzata” da un fiume, questo sarebbe senz’altro l’Oglio, fiume-confine che segnò secolari destini nelle lotte di signorie tra il bresciano, il mantovano e il cremonese. Ma come molti centri lungo le rive dei fiumi, vide i primi insediamenti in un passato molto più lontano; vide le capanne del periodo neolitico e i villaggi dell’uomo dell’età del bronzo seminascoste nelle paludi, l’avvento degli etruschi come dei romani. È solo un’ipotesi che il nome risalga a castrum Platinae; l’etimologia del nome non ci aiuta nella ricostruzione delle origini. La vitalità della zona ai tempi dei romani è confermata però dagli scavi archeologici attorno al vicino Calvatone.
Molti toponimi hanno la prima testimonianza scritta nella documentazione risalente alla fine del primo millennio e la quale riguarda donazioni di feudi. Così è per Piadena; sappiamo che il suo castello fu donato al monastero di S. Lorenzo di Cremona. Delle lotte dei secoli successivi porta il segno anche lo stemma attuale del comune: vi sono rappresentati dei torrioni (le “torrazze di Salvaterra”) che i Visconti costruirono a propria difesa quando, nel 1348, Piadena fu loro ceduta da Ludovico Gonzaga.
Veneziani spagnoli e austriaci, famiglie cremonesi e Napoleone e gli Asburgo, ducato di Milano e regno del Lombardo-Veneto: non vi fu potere economico-militare che non avesse lasciato tracce nella storia di Piadena, accomunata in tal modo alle sorti di questo lembo di pianura e d’Italia. Per come abbiamo conosciuto però questo comune nel secolo appena trascorso, è necessario richiamare alla memoria il contributo dato dai piadenesi ai moti risorgimentali. Quel patriottismo laico, quell’anelito alla libertà coniugata al pensiero della giustizia sociale ha senz’altro contribuito ad una coscienza civica particolarmente evoluta, grazie alla quale Piadena diede in seguito splendidi esempi di lotta antifascista e democratica. Scrivendo la storia di Piadena nel secondo dopoguerra apparirebbe davanti noi uno spaccato esemplare della storia d’Italia. Lotte bracciantili, cooperative di lavoro e di consumo, un’amministrazione comunale di sinistra fortemente sostenuta dai cittadini, capacità di accoglienza verso i tanti immigrati che negli ultimi decenni sostituirono i tanti salariati “espulsi” dalle campagne nei decenni precedenti.
Piadena diede alla cultura illustri personaggi anche nei secoli più lontani; basti pensare al pittore Altobello Ferrara – noto come Altobello Melone – la cui fama presto superò i confini del cremonese di inizio Cinquecento, oppure ad uno dei grandi umanisti, Bartolomeo Sacchi – “Il Platina” (1421-1481) – che era arrivato fino a Roma come prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Ma, coerentemente a quella forte corrente del movimento operaio e contadino che fece di Piadena “terra rossa” di grande esempio democratico, nei decenni a noi più vicini la fucina di elaborazioni culturali, politiche e sociali contrassegnata dalla Lega di Cultura di Piadena, del Gruppo Padano, da Mario Lodi e da tanti “attivisti di base” è stata al centro dell’attenzione in Italia come, in seguito, in buona parte d’Europa.

Bartolomeo Sacchi

“Il Platina” gli fu appiccicato come sopranome in ricordo del nome latino del suo paese, Piadena o Platina, dove era nato nel 1421. Non era tagliato per le armi, carriera così ambita dai signorotti di tutte le latitudini, finanche nel Rinascimento sì impregnato di umanistiche bellezze. Sceglie gli studi e li perfeziona; nel 1453 lo troviamo precettore dei figli di Ludovico Gonzaga, nel 1457 a Firenze, amico e precettore della famiglia Medici. Ma quando il Gonzaga viene nominato cardinale, lo segue a Roma in qualità di suo segretario.
Se l’ambiente del Vaticano da una parte poteva appagare molte ambizioni, per i cosiddetti abbreviatori dei papi ci furono anche momenti poco felici. Incarico assai delicato, quello degli abbreviatori: costoro, presso la cancelleria pontificia, preparavano le “bozze” di bolle, note, decreti, in seguito scritti per esteso dagli scriptores.
Il nostro, nel 1467, sotto il papato di Paolo II fu incarcerato e torturato con l’accusa di partecipazione ad una congiura contro il papa e perché avrebbe coltivato, lui come altri abbreviatori, ideali, niente poco di meno: pagani. Se pensiamo a come durante il Rinascimento fosse diffuso l’interesse per le culture antiche di greci e romani, non era poi tanto difficile incappare nel “sospetto paganesimo”. Bartolomeo Sacchi uscirà dalla vicenda discolpato e senza macchie sulla sua ecclesiale “onorabilità”, se Papa Sisto IV lo nominerà, nel 1478, direttore della Biblioteca Vaticana. Di Paolo II avrà modo di “vendicarsi” nel modo a lui più congeniale. Infatti, durante gli anni di questo incarico si dedica ad un libro di biografie dei pontefici, Liber de vita Christi ac omnium pontificum, una delle sue opere più conosciute, sulle cui pagine la figura di questo papa non sarà rappresentata nella migliore luce possibile...
Tra gli altri libri scritti dal “Platina” – De principe, De vera nobilitate, De falso et vero et bono, titoli che ci permettiamo di non tradurre – è interessante soffermarsi su quello che qualcuno ritiene la sua principale opera, De honesta voluptate et valetudine, pubblicato a Cividale del Friuli nel 1474, ripubblicato nel secolo successivo in trenta edizioni, tradotto in inglese, francese e tedesco: insomma un vero “successo europeo” e un caposaldo della moderna gastronomia.
Il libro ha un committente, Ludovico Trevisan: è ricco, è cardinale – soprannominato “cardinal Lucullo”. È facile dedurre la sua predilezione per i prodigiosi banchetti “luculliani”. Il suo cuoco personale, di nome Mastro Martino da Como, scrisse un ricettario: Liber de arte coquinaria, un piccolo scrigno dell’arte culinaria del tempo, reso poi famoso dall’uso che il letterato umanista Bartolomeo Sacchi ne fece nel suo manuale del vivere sano, saggio e sereno. Di questa opera le ricette – tradotte in latino classico – del cuoco mastro Martino de Rossi costituiscono solo una parte; nei dieci “classici” capitoli troviamo una ricca fonte della storia culturale, con notizie che spaziano dallo sport al galateo della tavola, con annotazioni sia sugli influssi della cucina araba che di quella delle campagne, con riferimenti alla “cucina povera” che viene pur essa da lui “trattata” se non altro per dichiararla – con tanto di aglio e di cipolle – adatta solo ai poveri. Il grande umanista fu coerente con l’intento del manuale sulla vita sana; quella dei poveri, infatti, non era esattamente una “vita sana”, nemmeno in cucina, nemmeno nel magnifico Rinascimento.

Il MuseoArcheologico di Piadina : Atiquarium Platina

I PRIMI REPERTI
Il primo ritrovamento archeologico, documentato nel Piadenese, risale al giugno del 1956. A San Paolo Ripa d'Oglio vennero trovate due tombe alla "cappuccina" e furono datate I sec. d.C.. Nel luglio del 1956, a Calvatone, nelle aree di Sant'Andrea, venne individuato un pavimento e venne anche recuperato del materiale romano. Il dottor Costantino Gamba, ispettore onorario per l'Archeologia, dirigeva i lavori di scavo. Lo stesso individuava, in Borgo Sera a Calvatone, affossato ai piedi della Cappella, un cippo funebre romano ora conservato in museo. Il 14 luglio, nell'area della Latteria Sociale di Piadena, furono individuate tre tombe il cui materiale venne definito Gallico e venne datato III sec. a.C.. Sono le prime tombe della Necropoli Gallico-Romana della Latteria.

GLI SCAVI DI CALVATONE ALLA FINE DEGLI ANNI CINQUANTA. PERCHE' IL MUSEO A PIADENA?
Nel 1957 a Calvatone, durante alcuni lavori agricoli, emersero altri reperti archeologici; gli appassionati d'archeologia di allora, che tenevano controllato il territorio, informarono la Soprintendenza. Il Soprintendente della Lombardia, Mario Mirabella Roberti, venne ad ispezionare il sito, e programmò uno scavo esplorativo. In quell'anno furono fatti sette piccoli saggi di scavo. In uno scavo fu trovata la statuetta bronzea d'Iside Fortuna, in un altro fu scoperto un mosaico a tessere bianche e nere e in un altro si trovarono cocci d'anfore, vasellame in ceramica smaltata, in rosso e in nero, vetro e tessere musive. Allargato lo scavo, s'individuò la strada porticata. Sotto lo stimolo dell'entusiasmo, gli appassionati dilettanti archeologi di Piadena e di Calvatone, si attivarono per conservare in loco i materiali recuperati. Interpellato il Comune di Calvatone, per sentire se era propenso ad eseguire le pratiche necessarie per la costituzione di un Museo e se intendeva mettere a disposizione denaro e locali a questo scopo, questi si rese indisponibile. Ci si rivolse al Comune di Piadena che invece diede la sua disponibilità: è questa la ragione per cui il Museo, nato per custodire i reperti principalmente dagli scavi romani di Bedriaco, fu aperto a Piadena.

ALTRE IMPORTANTI SCOPERTE PRIMA DELL'APERTURA AL PUBBLICO DEL MUSEO
Dall'inizio delle pratiche per la costituzione del Museo, alla sua apertura al pubblico, passarono quattro anni circa; in questo tempo furono scoperte: la necropoli Celtico-Romana della Latteria Sociale di Piadena, lo scheletro Eneolitico di tipo Remedelliano proveniente dalle aree di Sant'Andrea di Calvatone, trovato sotto i pavimenti della villa Romana, che stava scavando l'archeologo Mirabella Roberti, il quale concluse queste ricerche nel 1961. Gli scavi a Calvatone nelle aree di Sant'Andrea, iniziati nel 1957, nella possibile Bedriaco, si conclusero nel 1961. Furono riportate complessivamente alla luce le piante di tre edifici: la villa Grande, la casa del Labirinto, e la così detta Strada porticata (vale a dire una strada su cui si apre un portico che ha dietro dei vani) e anche buona parte della stupenda serie d'oggetti conservati ora nel nostro museo e provenienti da Bedriaco.

LE PIROGHE
Il ritrovamento delle Piroghe. Il fiume Oglio, nel tratto che va da Castelfranco a San Paolo, ha restituito cinque di questi manufatti. La prima barca venne individuata il 1 Agosto del 1979 da noi del gruppo, ma venne poi recuperata dal Museo di Asola assieme a quella emersa a Carzaghetto. In località Castelfranco, il 6 Agosto, del 1934 venne ritrovata una terza piroga, venne disegnata e fotografata ma il giorno dopo una piena improvvisa se la portò via, così successe per quella di San Paolo, qualche anno dopo, e in questo caso non riuscimmo nemmeno a disegnarla. La quinta Piroga, ritrovata negli ultimi anni del XX sec., venne individuata in Agosto, quando il fiume va in "magra" e fu salvata perché impedimmo che fosse trascinata a riva. Noi avvisammo la Soprintendenza Archeologica che nel tempo si era attrezzata per fare fronte a questi tipi di ritrovamento, venne la responsabile per il recupero delle Piroghe, la dottoressa Bignami. Dalla nostra telefonata all'arrivo del gruppo di recupero, il fiume, come al solito andò in piena, dopo il 15 d'Agosto, ma i sommozzatori riuscirono ugualmente ad individuare l'imbarcazione e a recuperarla. Ora la monossile si trova in una vasca a Peschiera del Garda. Speriamo che gli studi in questa direzione stabiliscano a che periodo appartengano codeste imbarcazioni ricavate da un solo tronco d'albero. La Prima e l'ultima piroga, presentavano sul retro un tassello ad incastro e dovrebbero essere Alto Medioevali, le due che abbiamo visto noi erano molto consunte e potevano essere preistoriche.
A cura di
Amarilli Corghi
Conservatore Onorario
del Museo Archeologico Antiquarium Platina

Il Gruppo Padano e la Lega di Cultura di Piadena

Sembrano lontani – e superati? – i tempi in cui la “cultura di base” vedeva “in movimento” migliaia di gruppi culturali e politici, ai quali i clamori del ’68 hanno dato forse più visibilità ma non necessariamente anche la partenza. Basti ricordare che Mario Lodi e Giuseppe Morandi già nel 1962 davano alle stampe (Edizioni Avanti!) il libro I quaderni di Piadena, quaderni che testimoniano il fermento culturale e sociale di cui furono protagonisti coloro che oggi conosciamo come fondatori e animatori del Gruppo Padano e della Lega di Cultura. Fu significativo l’eco anche mediatico avuto dai due “distaccati” dal Gruppo Padano (1967), Delio Chittò e Amedeo Merli, i quali – formando il Duo di Piadena – finirono protagonisti anche di una Canzonissima, nel periodo (definito del folk revival) in cui riproporre la musica popolare era più scelta sociale e politica che preferenza estetica (vedi l’ancora “combattiva” Giovanna Marini).
Strade meno “spettacolari” avevano seguito il Gruppo Padano e la Lega di Cultura. Il loro comune terreno politico-culturale è la Biblioteca Popolare, nata nel 1945, promosso e sostenuto dalla locale Cooperativa di consumo. Ma, leggendo lo Statuto della Lega di Cultura, si seguono le radici che affondano in un passato ancor più lontano ma sentito assai vicino: « La Lega ha base operaia e contadina e si richiama al movimento delle Leghe di resistenza contadine costituitesi nel Mantovano tra il 1895 e il 1900.»
Poche comunità possono “vantare” un così ricco patrimonio di documentazione scritta – ovvero di memoria salvata – sulla propria storia, sulla propria cultura tradizionale. Pagine di storia dal fascismo alla resistenza e al movimento operaio e contadino del dopoguerra; musica popolare e mestieri della cascina; pubblicazioni, mostre, spettacoli, audiovisivi. Trascrizioni di testimonianze e di dibattiti, registrazioni, fotografie (quest’ultime per lo più per l’insostituibile opera di Giuseppe Morandi). Il microcosmo Piadena “ricercata” e analizzata, “salvata” e riproposta a chi la memoria rischiava di perdere nelle convulse trasformazioni e ai giovani che rischiavano di non “ereditarla”.
Per Piadena i tempi della “cultura di base” non sono né lontani né superati. La Piadena del Gruppo Padano e della Lega di Cultura è tutt’oggi fucina di elaborazioni e luogo di incontro per tutti coloro che l’impegno non l’hanno sostituito con mezzi più efficaci di visibilità.

Giuseppe Morandi

«Nel Novecento Cremona è stata una fucina di talentuosi fotografi e documentaristi, dilettanti o di mestiere, che in qualche caso hanno saputo creare una vera e propria epica del lavoro contadino e di fiume…» Con queste parole Giovanni Giovannetti rende omaggio a Cremona e al Cremonese, nel testo dedicato alla storia della fotografia, ovvero ad un suo aspetto: la narrazione fotografica del lavoro, nel volume I mestieri di Po (Effigie, 2006).
Si sofferma in particolare sull’opera di Giuseppe Morandi, il quale al lavoro di ricerca con l’ausilio delle fonti orali e scritte aggiunge la forza delle immagini – fotografie e film documentari – diventando, citiamo ancora Giovannetti: «un caso unico di fotografia interna alla “classe”. […] La sua rappresentazione del lavoro rimane libera e parziale, civile e coerente, ma soprattutto partecipe dei valori e dei modelli di una civiltà contadina al crepuscolo negli anni Sessanta (ne I Paisan, 1979), riproposti nel nuovo paesaggio umano e agrario di Uomini terra lavoro (1999) e La mia Africa (2001).»
Forse non c’è paese in Europa che non abbia visto le fotografie esposte di Morandi; migliaia sono le persone che ogni anno si radunano nella cascina-sede della Lega di Cultura di Piadena per quella che ormai possiamo chiamare una tradizionale festa. Morandi non è “fotografo” del suo mondo ma un suo concittadino. Le sue riprese, pur testimoniando la sua personale bravura e incrollabile impegno, sono le immagini di una comunità. A “scattare” sarà la mano di Morandi ma dietro l’obiettivo ci sono gli occhi del “Mìcio” Gianfranco Azzali, di Eugenia, novantenne, di bergamini vecchi e nuovi; dietro di lui c’è la memoria di un paese.

Fonti:
www.legadicultura.it
www.rccr.cremona.it/gruppo_padano_piadena

Mario Lodi

Nasce nel 1922 a Piadena (Cremona) e si diploma maestro all'Istituto magistrale di Cremona nel 1940.
Da studente si ribella alle manifestazioni per la guerra organizzate dai fascisti: da quel "no" varrà la presa di coscienza che lo porterà poi, dopo la guerra, all'impegno pedagogico per una scuola nuova in una società democratica. Durante la guerra subisce il carcere per motivi politici e nel 1945, dopo la Liberazione, aderisce a Piadena alla sezione del Fronte della Gioventù e organizza le prime attività libere: un giornale aperto a tutti, il teatro, le mostre dell'artigianato locale, una scuola professionale gestita con docenti volontari.
Nel 1948 è nominato maestro di ruolo a S. Giovanni in Croce.
All'interno della Biblioteca Popolare, nel 1957, si costituisce il Gruppo Padano per la ricerca dei documenti dell'espressività popolare in ogni sua forma tra i quali i canti popolari e i burattini. Il Gruppo Padano parteciperà poi a spettacoli a livello nazionale come "Bella Ciao" di Crivelli (presentato al festival di Spoleto nel 1967) e "Ci ragiono e canto" di Dario Fo.
Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho di Piadena, suo paese natale. Qui, in ventidue anni di insegnamento, realizza molti libri: alcuni, scritti insieme ai suoi alunni, di fiabe e racconti (Bandiera, Cipì, La mongolfiera, ecc.), altri che documentano le sue esperienze pedagogiche: C'è speranza se questo accade al Vho (1963), Il paese sbagliato (Premio Viareggio 1971), Cominciare dal bambino (1977) e La scuola e i diritti del bambino (1983). Tutti pubblicati da Einaudi. Dal 1970, per dieci anni, dirige il gruppo di ricerca della Biblioteca di Lavoro che produce 127 libretti di letture, guide e documenti pubblicati da Manzuoli Editore.
Nel 1978 va in pensione e inizia altre attività nel campo educativo. Per tre anni dirige a Piadena la Scuola della Creatività nell'ambito di un progetto della Regione in cui i bambini dai 3 ai 14 anni e gli adulti sperimentano le più diverse tecniche creative. Nel 1980, con un'indagine sul territorio nazionale, raccoglie e classifica 5.000 fiabe inventate dai bambini, documentando così che la creatività infantile nonostante l'avvento della TV è ancora viva se i bambini si trovano nelle condizioni di esercitarla e svilupparla.
Nel novembre 1989 gli viene assegnato il Premio Internazionale LEGO, che viene conferito a "personalità ed enti che abbiano dato un contributo eccezionale al miglioramento della qualità di vita dei bambini".
Nel 1992 viene realizzata, in collaborazione con la Galleria Gottardo di Lugano, la mostra L'arte del bambino, esposta in numerose città, che dimostra quali alti livelli espressivi può raggiungere il linguaggio grafico autonomo.
Dal 1994 affronta il problema sociale dell'influenza negativa della televisione sui giovani, prima con il romanzo La TV a capotavola e poi con la campagna Una firma per cambiare la TV (oltre 550.000 firme raccolte e consegnate, tramite il Ministero della P.I,. al Capo dello Stato) .
Dal 1995, per conto dell'EDITORIALE SCIENZA, dirige la collana Laboratorio Minimo che ha edito diversi testi guida per i ragazzi e gli educatori che intendono introdurre nella pratica scolastica l'atteggiamento scientifico. Nel 1998 cura, insieme alla figlia Cosetta, una nuova mostra di pitture di bambini dal titolo Alberi ed il relativo catalogo (Briciole di neve Editore).
Una delle attività della Casa della Arti e del Gioco, è la ricerca sui linguaggi multimediali, con un gruppo di lavoro di cui Mario Lodi è animatore, che si propone l'individuazione di opere di qualità, la loro presentazione critica nelle scuole e l'uso della telecamera da parte dei bambini per realizzare films. Attualmente con una scelta radicale ha abbandonato la televisione, di cui critica la bassa qualità determinata dalla logica dell'auditel, per circondarsi invece di persone vive, creative, che pensano e coltivano interessi culturali. Sta documentando questo mondo reale, contrapposto al mondo virtuale televisivo, in forma di diario .
Da alcuni anni, inoltre, Mario Lodi tiene, con bambini delle scuole elementari, medie e con allievi dell'Istituto Magistrale, corrispondenze scritte che, dal settembre 1999, sono pubblicate nella rivista "La Vita Scolastica"(Giunti). Nel 1999, in collaborazione con Editoriale Scienza e il Centro Gioco Natura Creatività "La lucertola" di Ravenna ha realizzato, con la consulenza di G: Maviglia, la mostra itinerante "La scienza in altalena". Si tratta di una mostra di giocattoli "scientifici" costruiti dai bambini elaborando leggi fisiche. Nel giugno 1999 ha pubblicato il nuovo libro "I bambini della cascina" (Marsilio editore), Premio Penne 1999: è la rievocazione della vita dei bambini e delle loro famiglie in una grande cascina padana, dal 1926 fino allo scoppio della guerra mondiale.
Nel giugno 2000 viene nominato dal Ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro membro della Commissione ministeriale per il riordino dei cicli scolastici.
Nel maggio del 2001 è stato nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione membro del consiglio di amministrazione dell'I.N.D.I.R.E. (ex Biblioteca Didattico Pedagogica) che si occupa della documentazione di esperienze realizzate nella scuola italiana, di aggiornamento dei docenti, ricerca e valutazione dei progetti.
Nel novembre 2001 comincia l'esperienza dello scambio di scritti autobiografici con bambini che saranno raccolti in volume di prossima pubblicazione.In collaborazione con il portale Popolis cura la rubrica "Il maestro risponde", corrispondenza con i bambini sui vari problemi del nostro tempo.
Il 26 febbraio 2002 è pubblicato da Einuadi il nuovo libro "A TV spenta. Diario del ritorno" nel quale sono ripresi i motivi della critica alla televisione iniziata con la petizione "Una firma per cambiare la TV" (1994).
Nell’ottobre del 2004 pubblicato da Giunti esce "Il drago del vulcano e altre storie" libro di favole per bambini.
Nel novembre del 2004 in occasione della inaugurazione della galleria di Arte Moderna di Genova Nervi Maschietto editore ha pubblicato "Il castagno" favola di Mario Lodi con illustrazioni di Alfredo Gioventù dedicato al dipinto di Antonio Discovolo.
Nel 2004 viene insignito dal Presidente della Repubblica Ciampi della onoreficenza di Cavaliere di Gran Croce dell'ordine al Merito della Repubblica, in considerazione delle eccellenze conseguite nel campo culturale e pedagogico.
Nel novembre 2005 pubblicato da “La meridiana edizioni” esce il libro “Favole di pace” , una raccolta di favole per bambini.
Nel marzo 2006 a Mario Lodi viene assegnato il Premio Unicef 2005 Dalla parte dei bambini “per aver dedicato tutta la sua vita ai diritti dei bambini perché avessero la migliore scuola possibile e per aver realizzato la “Casa delle Arti e del Gioco” attraverso la quale continua a promuovere e a valorizzare la formazione degli insegnanti e le potenzialità espressive dei bambini.
Nel maggio 2006 ha ricevuto il premio DIOMEDEA della Biblioteca provinciale di Foggia e del Centro Studi Diomede di Castellucchio dei Sauri.Continua a tutt'oggi il suo impegno di studio e ricerca presso la "Casa delle Arti e del Gioco" e partecipa ad attività di vario tipo: seminari, convegni e conferenze, incontri con le scuole, ecc.
Cura, inoltre, gli editoriali del proprio sito web: www.mariolodi.it”

Il Territorio

Piadena (C.A.P. 26034) dista 30 chilometri da Cremona, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene.
Piadena conta 3.510 abitanti (Piadenesi) e ha una superficie di 19,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 177,27 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 34 metri sopra il livello del mare.
Cenni anagrafici: Il comune di Piadena ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 3.623 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 3.510 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al -3,12%.
Gli abitanti sono distribuiti in 1.447 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,43 componenti.
Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 26 e i 35 metri sul livello del mare.
L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 9 metri.
Cenni occupazionali: Risultano insistere sul territorio del comune 81 attività industriali con 583 addetti pari al 44,00% della forza lavoro occupata, 111 attività di servizio con 279 addetti pari al 8,38% della forza lavoro occupata, altre 98 attività di servizio con 342 addetti pari al 21,06% della forza lavoro occupata e 23 attività amministrative con 158 addetti pari al 7,40% della forza lavoro occupata.
Risultano occupati complessivamente 1.325 individui, pari al 37,75% del numero complessivo di abitanti del comune.


L’Amministrazione

Il municipio è sito in Piazza Garibaldi 3, tel. 0375-98125 fax. 0375-98733. L'indirizzo di posta elettronica è segreteria.piadena@libero.it.
Gli Amministratori del Comune di PIADENA
Sindaco (eletto nel 2004): MALANCA GABRIELLA
La Giunta:
BRAVI CESARE
D'ALESSIO ALFREDO
NAZZARI FRANCESCA
PRIORI MATTEO
ROBUSTI MARIO
Il Consiglio:
BASTONI NICOLA
BERETTERA MARCO
BORRINI MARCO
FOGLIO MARIA GRAZIA
FRANCESCHI ORNELLA
MORGANTI CRISTIAN
NOTARI FULVIO
PAGLIARI LUIGI MARINO
POLI GIORGIO
POZZI FABRIZIO
RECH DAVIDE
STANGA LUIGI
TARASCHI LUIGINA
VEDOVATI MAURO
VENERONI FABIO

La Casa di Riposo

Casa di riposo San Vincenzo
Via Cavour, 1 -26034 Piadena
Tel. 0375/380164 - 5 - Fax. 0375/380079
Rette e costi per la degenza
Retta minima € 36,95
Retta massima € 36,95
Servizi compresi nella retta tutte le prestazioni di tipo socio-sanitarie e alberghiere ivi compresi i servizi di lavanderia, trasporti, e di parrucchiere/barbiere.
Servizi non compresi nella retta podologo e callista
Retta per posti letto non a contratto € 43,00
Ulteriori informazioni sulla struttura
Orari di apertura entrata libera dalle ore 8.00 alle 19.30 nelle altre ore su chiamata
Assistenza medica 24h al giorno
Attività di animazione gite verso località di interesse storico o ambientale del territorio/partecipazione a sagree mercati locali/feste a tema/tombola/cruciverba e giochi per la stimolazione cognitiva/lettura del giornale/gioco delle carte/proiezione films/laboratori manuali/attività ludiche (gioco della palla, dei cerchi, birilli ecc..)/canti popolari
Altre attività assistenza spirituale/progetto di interscambio con le scuole del territorio/attività occupazionali (cura del giardino,dell'orto e di piccoli animali domestici).

Curiosità

Mercatino dell'antiquariato
Sotto i portici del centro storico, si tiene il caratteristico mercato delle pulci con circa 50 espositori.
Ricorrenza
Apertura Ricorrente
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Apertura Speciale:
Ogni secondo sabato del mese.
Mercatino dell'antiquariato
Piadena (CR)
Tel: 0372/23233

SCHOLA CANTORUM
SANTA MARIA ASSUNTA
E CATTEDRA ROMANA DI SAN PIETRO
Chiostro Gerolamini Piazza Garibaldi 5 26034 PIADENA (CR)

Una antica ricetta

Zucche fritte con salsa di pane di Mastro Martino
Lavate delle zucchine, asciugatele e tagliatele a fette. Friggetele in abbondante olio bollente e quando saranno ben dorate da ambo le parti scolatele e sgocciolatele su carta assorbente. In una ciotola mettete della mollica di pane imbevute d’aceto, dell’aglio, semi di finocchio pestati, zucchero e una presa di sale. Amalgamate con cura i vari ingredienti e passate il tutto al setaccio. Versate la salsa ottenuta sulle zucchine che lascerete riposare per qualche ora prima di servire.
P.S. Le zucche di Martino erano delle zucche gialle di piccole dimensioni, dal momento che le odierne zucchine non erano ancora arrivate dall’America. Inoltre nella ricetta originaria l’olio d’oliva era sostituito dallo strutto.
Fonte: www.taccuinistorici.it - Enogastronomia dagli etruschi all’epoca contemporanea

Parco Oglio Sud

L'Area Protetta
Gestore: Consorzio tra le Provincie e i Comuni interessati (Provincia di Cremona e comuni di Ostiano, Volongo, Pessina Cremonese, Isola Dovarese, Drizzona, Piadena, Calvatone. Provincia di Mantova e comuni di Casalromano, Canneto sull'Oglio, Acquanegra sul Chiese, Bozzolo, Marcaria, S. Martino dell'Argine, Gazzuolo, Commessaggio, Viadana)
Sede: Piazza Donatore del Sangue, 2 - 26030 Calvatone (CR)
Tel. 0375/97254
Fax: 0375/97507
E-mail: parco.ogliosud@virgilio.it
Superficie: 12.800 ha
Altimetria: h min 19 m slm - h max 31 m slm
Province: Cremona, Mantova
Istituzione: 1988

Il territorio del Parco Oglio Sud si estende, con ampiezza variabile da poche centinaia di metri ad oltre tre chilometri, lungo l'intero corso del fiume che va dal confine con il Parco Oglio Nord in comune di Ostiano (CR) alla confluenza con il fiume Po, nel quale l'Oglio si immette dopo un percorso di circa 70 chilometri, interessando le Provincie di Cremona e Mantova, tra le quali il fiume segna, per lunghi tratti, il confine amministrativo.
Il Parco occupa una superficie complessiva di circa 12.800 ettari.
Il paesaggio è fortemente caratterizzato dall'agricoltura dove la fitta rete idrica, spesso segnata da fasce arbustive e filari, che si snoda lungo le piane circostanti il fiume, interrompe la serie ordinata dei coltivi.
Le aree golenali spiccano nella campagna per le imponenti masse boscate dei pioppeti e, a tratti, per le dense bordure a salice bianco che a volte si estendono fino a costituire vere e proprie boscaglie di salice. L'alveo del fiume Oglio è caratterizzato da un andamento sinuoso a canale unico con alcuni meandri ben evidenti, con sponde spesso ripide al cui piede emergono d'estate estesi spiaggioni di sabbia.
L'attuale assetto naturalistico del territorio del Parco è caratterizzato dal prevalere di aree naturali umide a vari stadi di evoluzione e di diversità floristica e faunistica, mentre le componenti forestali naturali sono modeste e situate principalmente lungo le rive a delineare l'andamento del fiume.
Due delle zone umide più interessanti e di pregio sono già tutelate come Riserve Naturali: "Le Bine" tra i comuni di Calvatone e di Acquanegra sul Chiese, e le "Torbiere di Marcaria" nell'omonimo Comune. Di altre particolarmente delicate sotto l'aspetto ecologico paesaggistico, è in corso di proposta la loro istituzione a Riserva Orientata o Parziale.

Le attività produttive

BONETTI VIVAI
di Bonetti Massimo
Via Castello, 29 26034 Piadena (CR) Italy
telefono 0375 380 208 telefax 0375 380 068
www.bonettivivai.com • e-mail: bonettivivai@tin.it

VIVAI PIANTE GIORGIO TESI GROUP

S.S. Asolana 343 (Piadena - S.Giovanni)
26034 Piadena (CR)
Tel. 0375 380003- FAX 0375 980691
www.giorgiotesivivai.it/azienda.htm

Latteria di Piadena
Via Roma, 44 Piadena (CR) Tel. 0375/380188 - Fax 0375/380196
www.latteriadipiadena.it/

SERRAMENTI IN PIADENA
(CR) Via Cavallotti, 39
Tel. e Fax: 0375/380357
Web Site: www.serramentiin.it

PASTA NOSARI S.p.A.
26034 Piadena -Via Marconi, 35
Tel.: (0375) 98220/98550 Telefax: (0375) 980755
Email: pastanosari@pastanosari.it
Web: www.pastanosari.it
Pasta industriale secca
Potenzialità: q.li 400 Dipendenti: n. 35


** materiale raccolto ed organizzato da Gian Carlo Storti, Cremona 16 agosto 2006.

 


       



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