15 Settembre, 2002
Un conflitto (di interessi): su Mediaset e Mondadori la comunicazione dell'Esercito
Lo Stato maggiore dell'Esercito (con l'approvazione, certamente, del ministro della difesa Antonio Martino) ha deciso di realizzare la sua campagna di comunicazione per il 2003 assieme a Mediaset e Mondadori
Un conflitto (di interessi): su Mediaset e Mondadori la comunicazione dell'Esercito
di red dal sito www.unita.it
"Dal satellite all'uomo": il titolo del progetto di comunicazione dell'esercito nel 2003 è ambizioso e complesso. Tanto che per illustrarlo la Biblioteca centrale dell'esercito, in via XX Settembre, si è riempita di greche e stellette. Un intero firmamento di generali per spiegare, come recita il comunicato stampa di presentazione, che "come l'uomo del Rinascimento è protagonista della storia, consapevole di portare in sé le ragioni del suo trionfo o della sua disfatta, così il soldato dell'Esercito del terzo millennio vive il proprio ruolo sapendo che deve fare ricorso a tutte le sue doti umane ed intellettuali".
D'altronde c'è la guerra (quella alla quale si preparano gli alpini che a giorni verranno spediti in Afghanistan e quella nella quale forse saremo trascinati dagli Usa contro l'Iraq) e bisogna pur convincere qualcuno ad arruolarsi.
Dal satellite al Rinascimento il passo, è, ammettiamolo, piuttosto grande, anche complesso. Forse un po' enfatico. Ma, insomma, l'idea è suggestiva. La vera sorpresa è vedere tra le greche e le visiere i vertici di aziende di proprietà del presidente del Consiglio, il cavalier Silvio Berlusconi. Perché lo Stato maggiore dell'Esercito (con l'approvazione, certamente, del ministro della difesa Antonio Martino) ha deciso di realizzare la sua campagna di comunicazione per il 2003 assieme a Mediaset e Mondadori. Il che spiega perché assieme al capo di stato maggiore dell'esercito, Gianfranco Ottogalli, a presentare il progetto c'era anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che non ha mancato di sottolineare, con una punta di entusiasmo forse eccessiva come "non si sostenga mai abbastanza le nostre Forze Armate che meritano molta più attenzione di quanta non ne abbiano. Spesso, con il loro impegno, fanno più politica estera loro di quanta non ne facciano tanti ministeri".
Nel piano di comunicazione dell'Esercito, che punta a rafforzare l'immagine della Forza armata nella pubblica opinione, oltre che incentivare gli arruolamenti visto che le nostre forze armate entro due anni saranno completamente professionalizzate, ci sono passaggi sulle reti del Biscione, una presenza costante su TgCom, il sito internet dell'informazione Mediaset, e varie pubblicazioni in collaborazione con la casa editrice Mondadori, anch'essa di proprietà del presidente del Consiglio.
"L'Esercito del terzo millennio è stato costruito sul valore classico e profondo dell'Umanesimo, che pone l'uomo al centro di tutte le innovazioni ed i miglioramenti organizzativi. Le origini degli eserciti moderni coincidono, del resto, con il Rinascimento cioè con quel periodo della civiltà europea che, a poco a poco, prepara, e già annuncia, l'età moderna" sta scritto nel documento illustrativo della campagna informativa, forse un tantino troppo entusiastica. Manca, nel richiamo al rinascimento, un accenno al "principe" illuminato. Che in questa storia, a ben vedere, non sembra esserci.
Nel concreto, una delle prime iniziative sarà una sorta di filo diretto dei militari in Afghanistan con le loro famiglie in Italia realizzato attraverso il sito di TgCom.it, il giornale on line di Mediaset, che realizzerà un programma intitolato mission On Line. Secondo Emilio Carelli, direttore del sito, "l'obiettivo è quello di realizzare un servizio attivo 24 ore su 24 che faccia da tramite tra l' Italia ed i nostri soldati impegnati in missioni all' estero, in particolar modo in Afghanistan. Metteremo così in contatto i ragazzi con le loro famiglie e con tutti gli italiani. Ogni giorno ci saranno notizie fresche sia di tipo militare sia sulla vita quotidiana, sul tempo libero e sulle attività ricreative".
L'intreccio degli interessi, a questo punto, diventa assolutamente inestricabile, se persino le Forze armate, una delle istituzioni apparentemente più austere e separate, sposano Mediaset e Mondadori, aziende di proprietà del capo di governo, per la loro propaganda, dimenticando che in questo Paese esiste ancora un servizio radiotelevisivo pubblico, che appare del tutto tagliato fuori dai progetti delle Forze armate.
 
www.unita.it
|