15 Settembre, 2002
Campagna dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Cremona
La sicurezza nei cantieri, un impegno per la vita: questa è la campagna di sensibilizzazione che l’Associazione Nazionale Costruttori Edili sta facendo su tutto il territorio, incontrando operatori ed amministratori locali.
Campagna dell’Ance (Associazione Nazionale
Costruttori Edili) di Cremona
“Sicurezza nei cantieri: un impegno per la
vita”
La sicurezza nei cantieri, un impegno per
la vita: questa è la campagna di sensibilizzazione
che l’Associazione Nazionale Costruttori Edili
sta facendo su tutto il territorio, incontrando
operatori ed amministratori locali.
Una delegazione guidata dal presidente Ance
Cremona, Carlo Beltrami, ha fatto visita
al presidente della Provincia, on. Giuseppe
Torchio, per illustrare i contenuti e le
strategie informative e formative per prevenire
“le morti bianche” e gli infortuni. Presenti
anche Agostino Melega, direttore Ance con
il consigliere Franco Brambilla ed il presidente
del Comitato Paritetico Territoriale della
Provincia di Cremona Sergio Piazzi.
“La nostra campagna di sensibilizzazione
è volta ad accrescere la responsabilità degli
imprenditori, a progettare, realizzare più
formazione a vantaggio di chi opera nel cantiere
e ad evidenziare il gigantesco sistema nazionale
di presidi che tutelano i lavoratori regolarmente
iscritti nel sistema paritetico edile. –
spiega Beltrami - Un sistema che comporta un costo annuo di
75 milioni di euro e l'impegno di quasi 500
tecnici dipendenti. L 'azione di questa rete
si traduce ogni anno in oltre 100 mila visite
di controllo e di consulenza in cantiere,
in duemila corsi di formazione e nell' organizzazione
di centinaia di convegni e seminari su tutto
il territorio nazionale, nella pubblicazione
di fascicoli informativi e nell' attivazione
di interventi di sorveglianza sanitaria a
favore dei lavoratori”.
Sulla base, poi, dei dati Inail (2005) risulta
che, diversamente dall’immaginario collettivo,
le attività che evidenziano l’indice di rischio
pone al 4 posto il settore dell’edilizia
e non al primo.
“Il buon lavoro svolto dall’Ance a contatto
con le comunità locali, testimonia come la
formazione sia il perno centrale dell’attività
di sviluppo del settore, non solo per la
complessità delle attività e delle strumentazioni
utilizzate dagli operatori, ma anche per
la presenza di molti extracomunitari, che
richiede un plus di attività informativa
in aula e sui cantieri – ha precisato il
presidente Torchio – La cultura della sicurezza
va diffusa soprattutto tra i più giovani
e le Istituzioni devono fare la loro parte,
con controlli sempre più frequenti nei cantieri.
In tale contesto, il Governo deve stanziare
adeguate risorse per le Forze dell’Ordine
e gli organismi deputati a tali tipologie
di interventi abbiano uomini e mezzi per
sopperire alle necessità dei territori. Progettualità
di formazione e sensibilizzazione che possono
fare riferimento anche alla nuova programmazione
dei fondi comunitari 2007-2013”.
Ha concluso Beltrami: “Il lavoro sommerso
depriva il sistema mutualistico della Cassa
edile di fonti di finanziamento ed incide
sui limiti di bilancio degli enti dello stesso
sistema paritetico, comprensivo di quei due
importanti enti, la Scuola edile ed il Cpt,
che sono finalizzati a diffondere la cultura
preventiva della sicurezza e la formazione
professionale per i giovani e la formazione
permanente per gli occupati nel settore.
Ecco perchè il lavoro sommerso è antitetico
al sistema preventivo primario che e quello
dell'informazione e della formazione, che
è quello garantito dalla Scuola edile e dal
Cpt. L 'altro problema è quello della comunicazione
nei cantieri, ambienti di fatto ormai poliglotti,
dove non si parla più l'italiano o il dialetto
ma una sorta d'italianese che è un mescolamento
di accenti e significati. Su questo fatto,
che incide nel governo dei cantieri e che
può mettere a rischio la salvaguardia dell'incolumità
per incomprensione di termini, il nostro
comparto può rispondere, ma fino ad un certo
punto. Per anni abbiamo finanziato da soli
la formazione dei nostri addetti, prima che
giungessero finalmente anche finanziamenti
dal Ministero del Lavoro, dalla Regione e
dal Fondo sociale europeo. Considerando,
inoltre, che nel nostro territorio il 50%
degli addetti edili sia di provenienza straniera,
si ha la misura reale del problema e delle
difficoltà nella comunicazione, che vanno
ad incidere potenzialmente sul fattore del
rischio. Per quanto riguarda proprio l'educazione
linguistica degli adulti stranieri, non possiamo
farcela da soli. E' un problema sociale complesso,
che investe la sfera politica e le scelte
di Governo”.
 
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