15 Settembre, 2002
Con la scure in classe: il blocco delle immissioni in ruolo ha mobilitato i sindacati
Intervista a Claudio Arcari, segretario CGIL Scuola di Cremona
Con la scure in classe: il blocco delle immissioni in ruolo ha mobilitato i sindacati
Intervista a Claudio Arcari, segretario CGIL Scuola di Cremona
da "InForma" CGIL Scuola
La scuola e gli insegnanti sono ancora nell’occhio del ciclone. Da anni la loro storia è diventata una vera Via Crucis. Ad iniziare dal miraggio delle immissioni in ruolo e l’incubo di un precariato che non sembra finire mai. Del resto, tutti gli anni ripercorrono lo stesso Calvario. Partono a settembre travolti dalla roulette russa degli incarichi, passano per l’agonia degli stipendi che non arrivano fino a Natale e approdano all’ultima spiaggia: quella della speranza. Ma ora, al danno, si sta aggiungendo anche la beffa: si trovano a dover pagar più di 50 euro per ogni certificato dei concorsi fatti e superati negli ultimi anni. Molto più del doppio di chi risiede in Sicilia, che per avere lo stesso pezzo di carta sborserà solo 5 euro.
Comunque sia questi versamenti in posta giungono come l’unica cosa certa in un mare di insicurezze. A cominciare dalle immissioni in ruolo, arrivate ormai ai limiti della sopportazione. Tanto da indurre le organizzazioni sindacali a presentare una petizione per sbloccare la situazione. Ma di che cosa si tratta? L’abbiamo chiesto a Claudio Arcari, segretario provinciale della Cgil scuola di Cremona.
“E’ una diffida legale - dichiara - che promuove un ricorso collettivo al Tar del Lazio per tutti i docenti precari interessati alle immissioni in ruolo. Si tratta di un’iniziativa di mobilitazione unitaria per rivendicare i diritti di chi da una vita sta subendo il precariato.
Quante firme avete già raggiunto?
In provincia di Cremona ci sono già pervenute 300 firme da parte di docenti e ausiliari precari per la petizione, mentre la sola Cgil ha già raccolto l’adesione di 50 ricorrenti per la diffida legale.
Che cos’è stato a gettare il sale sulle ferite?
La notizia che è stato approvato dalla camera dei deputati il disegno di legge per le immissioni in ruolo di 20.000 docenti di religione cattolica e che la copertura finanziaria di tale legge sarebbe già garantita dalla finanziaria 2002. La CGIL scuola ha espresso la propria ferma disapprovazione per un’ iniziativa di legge inammissibile sul piano giuridico e beffarda per le migliaia di tutti gli altri precari docenti che vengono lasciati così per volontà politica.
Che cosa sta facendo il sindacato?
La settimana scorsa abbiamo avuto il secondo incontro con il Ministero relativo agli organici del personale docente per l’anno scolastico 2003-2004. Si è trattato ancora di un incontro interlocutorio nel quale l’amministrazione ha illustrato gli orientamenti e le possibili linee di intervento per realizzare quanto previsto nella legge finanziaria: una riduzione di 12.500 posti.
E questo cosa significa?
Per realizzare quest’obiettivo saranno necessari ulteriori tagli agli organici che sono stimati intorno ai due terzi del totale. Questi tagli deriverebbero solo in parte da una riduzione di alunni, in modo particolare nella scuola elementare e nella secondaria di secondo grado. Il grosso, però, andrebbe a tagliare gli interventi sulla lingua straniera, i progetti, le sperimentazioni, il tempo prolungato e il tempo pieno e ridurrebbe i posti di sostegno. Inoltre la scure andrebbe ad incidere anche sul numero degli alunni, che diventerebbero almeno 25 in tutte le prime classi.
Chi ne farà le spese?
Ancora una volta la qualità dell’offerta formativa: il tempo prolungato, i progetti, gli interventi di supporto agli alunni in situazione di handicap e le innovazioni sperimentali. Il tutto in barba alla riconfermata autonomia.
da InForma - peridodico on line della CGIL Scuola
 
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