15 Settembre, 2002
La CISL PRONTA ALLA MOBILITAZIONE
Il governo è sempre più solo.
Il governo è sempre più solo. La Confindustria contesta duramente il decreto fiscale approvato in Consiglio dei Ministri. La replica del governo è affidata al ministro del Welfare, Roberto Maroni: «Stavolta Confindustria sbaglia». «Il provvedimento varato dal Governo creerà problemi solo a qualche impresa ed è invece a vantaggio delle piccole e medie aziende. Per questo stavolta le critiche di Confindustria sono sbagliate».
Per Maroni, inoltre, il decreto «è la dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, di quanto sia falsa la tesi della Cgil di un Governo schierato e sdraiato sulle posizioni di Confindustria. Spero - ha aggiunto - che il neo segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, riconosca almeno per una volta che abbiamo fatto qualcosa che a Confindustria non piace».
A Confindustria il decreto fiscale non piace di certo ma non piace neanche ai Giovani industriali che lo giudicano «quanto mai inopportuno. Siamo stati colti impreparati, non è stato concordato in alcun modo», dichiara la la presidente della "Confindustrina", Anna Maria Artoni. «Sappiamo tutti che è un momento difficile, siamo disposti a fare i sacrifici purchè, non siano sempre le imprese a dover soffrire».
Il vero problema, per il governo, è che il decreto non piace neanche alle parti sociali con le quali il dialogo era apparso stabile fino a poco tempo fa. Savino Pezzotta, segretario della Cisl, vede a rischio il Patto per l'Italia e in attesa della Finanziaria, non nasconde le proprie preoccupazioni «per eventuali impoverimenti di settori importanti come la scuola e la Pubblica amministazione. Insomma - continua Pezzotta - non si può tagliare sulla spesa sociale. Se il governo non attuerà gli impegni presi con il Patto per l'Italia, noi sappiamo che cosa fare: la mobilitazione, come è naturale per un sindacato». E sul decreto fiscale, Pezzotta precisa: «Se c'è un provvedimento che frena le imprese, c'è qualche problema. Occorre capire bene. A me interessa che non si tocchi lo stato sociale, che non si tocchino le pensioni e quella che è la tutela delle persone».
L'Ulivo, intanto, si limita a commentare, per bocca del presidente dei Ds, Massimo D'Alema: «Da quello che vediamo adesso, siamo di fronte a una gigantesca stangata per le imprese». E un'ultima frecciata la lancia a Confindustria: «Così sono serviti quelli che avevano avuto fiducia in lui».
 
L'UNITA'
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