15 Settembre, 2002
Provincia: Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
Pronta la task force. Obiettivi: coordinamento, prevenzione, formazione, controlli pianificati
Il coordinamento di tutti i soggetti che si occupano della salute e la
prevenzione degli infortuni sul lavoro è stato al centro dell’incontro convocato
dal presidente della Provincia con gli assessori al Lavoro, Manuela Piloni e
alle Attività produttive, Agostino Savoldi, a cui hanno partecipato Anna Firmi e
Daniela Dolora (Asl), Mauro Bernardelli e Giancarlo Vescovi (Direzione
provinciale del lavoro), Franco Artese (Direzione provinciale Inps), Ermes
Picenardi (Comando provinciale Vigili del fuoco), Gianni Mulè (Ispesl), Antonio
Di Meo (Arpa).
Il “Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro”
varato alcuni giorni va dal Governo assegna le competenze in materia alle Asl e
alla Regione, ma è evidente la necessità che ad operare sia un “sistema” e non
un gruppo di soggetti autonomi ed autoreferenziali, in grado di disporre di una
rete integrata, capace di espandere e rafforzare la capacità operativa di
ciascuno
“Opereremo perché questa cultura si diffonda attraverso tutti i canali
possibili ”ha affermato il presidente della Provincia, “innanzitutto le scuole,
i centri di formazione professionale, le università del nostro territorio. Con
l’apporto dei sindacati e delle associazioni di categoria promuoveremo questo
atteggiamento sia presso i lavoratori che i datori di lavoro. Cercheremo
finanziamenti per sviluppare una formazione e un’informazione capillare presso i
lavoratori, compresi - e soprattutto - gli stranieri, con modalità a loro
adeguate. Potenzieremo le collaborazioni già esistenti tra Centri per l’impiego
e l’Ispettorato del lavoro, l’INPS e l’INAIL mettendo a loro disposizione i dati
dei nostri archivi sia per la sicurezza e per il contrasto del lavoro
irregolare”. La Regione Emilia Romagna ha attribuito deleghe, risorse e
competenze specifiche alla Provincia anche per la precipua attività di
formazione professionale: speriamo che a Milano il federalismo non sia solo di
facciata”.
La Provincia aderirà, entro gennaio, ad un progetto nazionale che vede
coinvolte le Province e altri enti nella messa in comune di dati che possano
essere utili a favorire la sicurezza nei luoghi di lavoro e l’emersione del
cosiddetto lavoro irregolare. Si tratta di un progetto condotto dalla Provincia
di Piacenza nell’ambito di un progetto più ampio. Naturalmente, la nostra
attività verrà progettata e realizzata tenendo conto della legge 22 della
Regione Lombardia relativa al mercato del lavoro e del recente piano regionale
2008/2010 per la sicurezza e la salute sul lavoro. Credo che la Regione abbia
fatto bene ad indicare, nel suo piano, precisi obiettivi quantitativi da
raggiungere entro un determinato lasso di tempo: riduzione del 10% degli
infortuni mortali, degli infortuni gravi e conseguente aumento dei controlli.
Stime accreditate e recenti quantificano il lavoro sommerso in Germania pari al
5% del PIL e quello in Italia pari al 25%.
“Già da parecchi anni stiamo lavorando in stretto raccordo con le altre
realtà territoriali” ha commentato Anna Firmi, “certo, le differenze che
esistono tra i tre territori che compongono la nostra provincia necessitano di
un ulteriore sforzo affinché si possa procedere in modo coeso, su obiettivi
comuni e con una precisa filosofia operativa. Ben venga in tal senso
l’iniziativa della Provincia che può solo avere il nostro plauso”. Dello stesso
avviso anche Giancarlo Vescovi, che ha ribadito “l’importanza dell’attività di
prevenzione e formazione, da affiancare ad un’efficace e coordinata azione di
controllo. Nel campo dell’edilizia abbiamo ottenuto ottimi risultati ed il passo
successivo è muoverci in base ad un preciso e concertato profilo di vigilanza”.
Il rappresentante dell’Arpa ha posto l’accento sulla scarsità del personale a
disposizione degli Enti rispetto alla mole di lavoro da svolgere per prevenire
tragedia nei luoghi di lavoro.
“Ci sono ancora altri ambiti in cui la Provincia può svolgere un ruolo, al di
là di quello previsto dalla legge 123” ha aggiunto l’assessore Piloni, “a
esempio, la “sicurezza delle strade come ambiente di lavoro”: risulta che quasi
la metà degli infortuni siano infortuni “in itinere”, cioè infortuni che si
verificano nel percorso casa/lavoro o dovuti ad attività lavorativa che comporta
l’uso su strada di un mezzo. A breve sarà convocato un incontro con le parti
sociali, provvederemo poi a definire concretamente il lavoro possibile e questo
tavolo può essere un luogo di confronto sui temi della salute e della sicurezza
sul lavoro”.
 
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