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15 Settembre, 2002
La strage degli Albatross
Gli sforzi della FAO per ridurre la mortalità degli albatross resi vani da 14 Paesi ancora privi di una strategia nazionale

La strage degli Albatross
Gli sforzi della FAO per ridurre la mortalità degli albatross resi vani da 14 Paesi ancora privi di una strategia nazionale

Allarme per lo sterminio degli albatross. BirdLife International e la Lipu, suo rappresentante per l’Italia, hanno criticato duramente oggi i 14 Paesi che ancora non hanno avviato i lavori di preparazione di un Piano d’Azione Nazionale (Npoa) per la salvaguardia degli uccelli marini.
300.000 uccelli, di cui 100.000 Albatross, muoiono ogni anno a causa della “longline fishing”, la pesca industriale effettuata con cavi lunghi anche decine di chilometri nei cui ami gli uccelli rimangono impigliati e muoiono per annegamento. Un numero impressionante di vittime che fa temere l’estinzione di ben 22 specie di uccelli di mare, incluse 17 specie di Albatross.
In un’analisi dello stato di preparazione e implementazione degli Npoa, BirdLife International evidenzia come la maggioranza dei Paesi chiave per la pesca con palamiti non abbia ancora adottato le necessarie misure per affrontare la moria di Albatross e di altri uccelli marini causata dalle catture accidentali da parte dell’industria della pesca, appunto, con uso di palamiti. Si tratta di Argentina, Cina, Colombia, Ecuador, Filippine, Francia, Islanda, Mozambico, Madagascar, Messico, Panama, Perù, Spagna e Uruguay. Ad oggi, solo 12 Paesi e l’Unione Europea hanno avviato o completato i propri NPOA. Finora lo sviluppo di NPOAs non ha ricevuto la necessaria priorità e vari Paesi dovranno dare urgenti risposte alla crisi degli uccelli marini.

*******************************

All’ultima riunione FAO-IPOA (International Plan Of Action), nel 2001, BirdLife aveva individuato 25 Nazioni che avrebbero dovuto dotarsi di NPOA al fine di ridurre i livelli di mortalità degli uccelli marini sotto una soglia che garantisse la sopravvivenza delle specie. A distanza di oltre 3 anni dal primo meeting FAO realizzato su questo tema, BirdLife International ritiene oggi che il progresso sullo sviluppo e l’implementazione degli Npoa sia stato lento ed inadeguato in modo inaccettabile. Gli sforzi dei Paesi più responsabili, e più complessivamente dell’iniziativa uccelli marini della Fao, vengono frustrati dai 14 Paesi identificati da BirdLife International.
Un documento analitico è stato presentato da BirdLife International e mostra come Paesi che non si sono dotati di NPOA siano in realtà Paesi chiave per la conservazione delle specie in oggetto. L’Argentina (che nega l’esigenza di sviluppare un NPOA) ospita 7 delle 22 specie di uccelli marini minacciati di estinzione a causa della pesca con palamiti e che sono state tutte rilevate come vittime dei pescherecci argentini. 12 delle 22 specie si alimentano in acque cilene e molte cascano vittime dei palamiti. Messico e Perù, inoltre, rappresentano importanti zone di alimentazione delle specie minacciate del Pacifico, mentre i Territori Australi della Francia ospitano alcune delle più importanti colonie di nidificazione di Albatross. Sud Corea e Spagna, infine hanno entrambe enormi flotte d’altura coinvolte massicciamente nella pesca dei mari australi. Inoltre, questa analisi dimostra come la Nuova Zelanda sia il “più importante Paese degli Albatross” ospitando il più alto numero di specie minacciate. Nonostante la Nuova Zelanda abbia iniziato a sviluppare il suo NPOA, la Royal Forest and Bird Protection Society of New Zealand (partner di BirdLife International) ha espresso la propria frustrazione per il fatto che pochi progressi siano stati fatti durante l’ultimo anno e che il ministero della Pesca non abbia ancora reso pubblico una propria bozza. La Nuova Zelanda, afferma BirdLife International, dovrebbe fare da guida ad altri Paesi e non farsi trascinare al seguito di altri per ridurre la cattura accidentale di Albatross.
BirdLife international chiede infine anche alle organizzazioni che gestiscono gli accordi regionali sulla pesca (Regional Fisheries Management Organizations - RFMO) in alto mare di dotarsi di opportuni piani d’azione per la riduzione della mortalità accidentale degli uccelli marini. Il CCAMLR (Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources), lo IOTC (Indian Ocean Tuna Commission) e lo ICCAT (Commission for the Conservation of Atlantic Tuna) hanno avuto un ruolo guida nei confronti di altre organizzazioni nello stabilire delle regole per la limitazione delle catture accidentali e per la riduzione della mortalità degli Albatross.
BirdLife International chiede anche l’utilizzo obbligatorio di misure di mitigazione negli RFMO, in quanto ciò rappresenterebbe un passo in avanti per la sopravvivenza di un alto numero di specie di uccelli marini gravemente minacciate.
Entrambi i documenti e foto illustrative sono disponibili sul sito:
http://www.birdlife.net/news/index.cfm?NewType=P

notizia tratta da www.clorofilla.it  


       Commentowww.clorofilla.it



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