15 Settembre, 2002
Coniugare tempi e lavoro con tre gemelli.
Mi piace il mio lavoro – racconta Fabrizia – ed ho deciso di rientrare anche prima dello scadere dei 18 mesi di maternità facoltativa cui avevo diritto, nonostante i bambini, per quelle ore che riuscivo a fare, cercando quindi di conciliare il tutto.
Coniugare tempi e lavoro con tre gemelli.
“Mi piace il mio lavoro – racconta Fabrizia
– ed ho deciso di rientrare anche prima dello
scadere dei 18 mesi di maternità facoltativa
cui avevo diritto, nonostante i bambini,
per quelle ore che riuscivo a fare, cercando
quindi di conciliare anche la famiglia.
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Impiegata presso il CSF CGIL Cremona Lodi
Pavia srl, Fabrizia Pagliari, madre di tre
gemelli di tre anni, non ha problemi a coniugare
tempi di vita e lavoro, complice anche il
fatto di lavorare in una struttura in cui
rinvenire episodi di discriminazione dovrebbe
rasentare l’assurdo.
“Mi piace il mio lavoro – racconta Fabrizia
– ed ho deciso di rientrare anche prima dello
scadere dei 18 mesi di maternità facoltativa
cui avevo diritto, nonostante i bambini,
per quelle ore che riuscivo a fare, cercando
quindi di conciliare anche la famiglia. Ho
cambiato mansione rispetto a quello che facevo
prima della maternità, oggi sono impiegata
in amministrazione e tengo la contabilità
dei liberi professionisti”. L’orario richiesto
dalla nuova mansione si sposa con le esigenze
familiari: “ E’ il motivo per cui ho chiesto
il part time, per avere il tempo di andare
a prendere i bambini all’asilo, e tutte queste
cose…. Fortunatamente ho trovato chi mi è
venuto incontro”.
Fortunatamente Fabrizia ha incontrato grande
disponibilità da parte dei datori di lavoro:
non solo le hanno offerto la possibilità
di scegliere se mantenere il vecchio impiego
o passare all’attuale funzione, ma hanno
anche accettato la richiesta di part time,
che per la neomamma significava non solo
possibilità di gestire i bambini ma anche
quella di proseguire un’attività lavorativa
che comunque, all’interno del bilancio esistenziale,
aveva un certo peso: “Avrei potuto continuare
a fare quello che facevo prima, mi hanno
dato la possibilità di scegliere….. io ho
scelto la mansione, secondo me, migliore,
che poteva agevolarmi sia nel lavoro in ufficio
che nella gestione dei bambini. Avrei potuto
fare anche la scelta di stare a casa; ci
sono rimasta fino a che i bambini hanno avuto
quasi un anno e otto mesi. Però avevo bisogno
di tornare a lavorare, di cambiare un po’
aria, e poi faceva bene anche a loro”.
Ai nonni tre pargoli Fabrizia non poteva
lasciarli….. La scelta obbligata è stato
il nido. “Per me è stata una bella esperienza.
Li ho dovuti mandare al nido privato, perché
abitando io fuori comune a Casanova del Morbasco,
avrei dovuto affrontare liste di attesa molto
lunghe, ancora più di quanto già lo siano
quelle per i residenti a Cremona. Mi è andata
bene, i bambini si sono trovati bene, io
potevo venire a lavorare, uscire…. ed alla
fine , per quello che mi avevano accennato,
non c’era quella grande differenza di tariffa.
Anche se lo stipendio se n’è andato tutto
al nido”.
Da buona neomadre, Fabrizia ha ormai organizzato
la giornata con precisione svizzera: “Al
mattino sono in pista da un quarto alle sette.
Colazione, tempo di portarli alla materna,
poi arrivo in ufficio; esco di qui , tempo
di tornare a casa a sistemare li vado a prendere,
merenda …. E poi sono a loro disposizione;
poi arriva il papà, se c’è bisogno si va
a fare la spesa…… Alla fine mi prendono tutta
la giornata, se non ha bisogno uno c’è l’altro”.
Considerato anche il numero, si sentono parecchio
le differenze tra il prima e il dopo: “la
casa si è riempita mentre prima era vuota;
le giornate prima erano abbastanza lunghe,
magari la domenica d’inverno, adesso volano;
non ce ne accorgiamo ed è già sera. Se prima
magari ci si guardava in faccia chiedendoci
cosa fare, adesso non c’è più il problema.
Certe cose che prima riuscivamo a fare adesso
facciamo fatica a incastrarle….
Niente “carcere” però: “Le nostre piccole
attività riusciamo a mantenerle. Facciamo
i nostri giri in bicicletta, abbiamo fatto
le vacanze da soli quest’estate, senza appoggio
di nonni (ci portiamo dietro i bambini quasi
sempre). Anche se tutto è limitato rispetto a prima, ovviamente”.
Grande aiuto arriva a Fabrizia dal marito:
“E’ un aiuto grandissimo, bravissimo, quello
che faccio io lo fa anche lui, non ha problemi
….Anzi a volte è lui che mi spinge, io magari
sarei un po’ restia a muovermi….Non ha problemi
a portare in giro i bambini, va da solo a
fare la spesa con tutti e tre (cosa che io
evito, se posso…), così io riesco anche ad uscire due sere la settimana per
gli allenamenti di pallavolo e a giocare
la partita del sabato (spesso li porta a
vedermi in palestra… cosa che non è da tutti)”.
Non insomma il marito che si sente messo
da parte.
“Assolutamente no. Forse anche perché i bambini
sono tre: avessimo avuto un solo figlio,
magari sarebbe stato diverso (ma conoscendolo
direi di no) ma con tre è impossibile sentirsi
messi da parte perché bisogna darsi da fare
tutti e due. Tanto è vero che quando erano
piccoli l’ultimo pasto della notte glielo
dava lui”.
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Nella struttura in cui lavora Fabrizia, sarebbe
un po’ assurdo trovare discriminazioni sul
lavoro. “Fortunatamente ho iniziato a lavorare
qui, ci sono da 15 anni, non mi sono ancora
mossa e spero di non muovermi mai. Problemi non ne ho avuti, mi sono sempre
venuti incontro. Siamo riusciti a incastrare
il tipo di lavoro con i miei tempi. Ho fatto
il periodo dell’allattamento a lavorare quattro
ore; poi sono rimasta ancora a casa per un
periodo….non ci sono stati problemi; ho chiesto
l’orario agevolato e ancora non ci sono stati
problemi a darmelo…..ho anche avuto la possibilità
di scegliere se mantenere la stessa attività
di prima o se cambiare mansione….forse ho
trovato le persone giuste e l’ambiente giusto”.
Pur vivendo in una condizione quasi “protetta”,
Fabrizia riconosce che la situazione della
donna al lavoro spesso non è serena quanto
la sua: “Si sente che c’è, la discriminazione. Pensando anche alle persone che conosco, della mia
età e con figli bene o male lavorano tutte, non ho sentito dire cose
particolari. Ma è certo che a volte, quando si va a cercare lavoro, la prima cosa che
ti chiedono è se sei sposata, hai già figli…..mi era
capitato in passato quando facevo colloqui per cercare lavoro, che mi chiedessero
che intenzioni avessi e, saputo che intendevo
sposarmi e avere figli, storcessero un po’
il naso, perché mettevano in previsione di
dover sostituire una persona….”
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