15 Settembre, 2002 Ucciso a Belgrado il Premier di Serbia/Montenegro Zoran Djindjic Djindjic faceva parte della coalizione democratica che nel 2000 scalzò il dittatore jugoslavo Slobodan Milosevic dopo 10 anni di sanguinoso potere
Ucciso a Belgrado il Premier di Serbia/Montenegro Zoran Djindjic
Belgrado, - Il primo ministro serbo Zoran Djindjic è morto oggi nel Centro di urgenze mediche di Belgrado dopo essere stato gravemente ferito in un attentato mentre si apprestava ad entrare nel palazzo del governo al centro della capitale.
Colpi d'arma da fuoco avevano raggiunto Djindjic allo stomaco e alla schiena e le sue condizioni erano risultate subito molto gravi. I medici hanno fatto di tutto per salvargli la vita, mentre la polizia ha arrestato tre attentatori, uno dei quali era rimasto ferito durante la sparatoria.
L'ospedale dove era ricoverato Djindjic è stato circondato dalla polizia così come il palazzo del governo dove è avvenuto l'attentato.
Il premier serbo, 50 anni, era stato già fatto segno ad un attentato il mese scorso, quando un autocarro tagliò improvvisamente la strada alla sua auto mentre si recava in aeroporto. Djindjic aveva minimizzato l'accdato dicendo che "il programma di riforme nel Paese non sarà fermato anche se mi elimineranno".
Djindjic faceva parte della coalizione democratica che nel 2000 scalzò il dittatore jugoslavo Slobodan Milosevic dopo 10 anni di sanguinoso potere. In seguito, il Premier entrò in un durissimo conflitto con il suo "alleato" e ultimo presidente della Jugoslavia Vojislav Kostunica dopo che Djindjic aveva organizzato l'arresto e il successivo trasferimento al Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) del "satrapo" dei Balcani.
Kostunica, nazionalista moderato, avrebbe voluto processare Milosevic in Jugoslavia ma il Primo ministro sapeva che una maggiore collaborazione con il Tpi avrebbe allentato i cordoni delle borse dei Paesi donatori al fine di far rinascere la devastata economia del Paese.
Djindjic si era particolarmente messo in luce durante i mesi di protesta organizzati soprattutto a Belgrado contro Milosevic da studenti e impiegati che lo accusavano di aver "scippato" elezioni amministrative vinte dalle opposizioni. Accanto a Djindjic vi era un capo carismatico dell'opposizione, il monarchico Vuk Draskovic poi sparito dalla scena politica dopo essersi alleato con Milosevic durante la guerra del Kosovo del 1998-99.
Lo scontro con Kostunica aveva seriamente messo in pericolo il programma di riforme voluto da Djindjic per far uscire il Paese da uno stato di povertà. Lotte spesso finite tragicamente, sono una costante nella politica della Serbia fin dalla nascita dello stato.
Djindjic era stato educato in Germania e in questo Paese vantava amicizie ad alti livelli anche politici. Nella vicenda della vendita delle telecomunicazioni serbe, Djindjic aveva caldeggiato un acquisto da parte di società tedesche.