15 Settembre, 2002
Security Day: le città chiedono al Governo un *Pacchetto sicurezza*
Documento bipartisan di 16 sindaci sottoscritto oggi a Parma - Ha firmato anche il Sindaco Corada
Parma, 18 aprile 2008 – Potenziare le funzioni dei sindaci, sostenere economicamente i progetti delle città su sicurezza e qualità urbana, aumentare l’organico delle forze dell’ordine, introdurre norme specifiche e di certezza della pena per reati di grave allarme sociale e, poi, lotta alla clandestinità.
Sono i contenuti principali del documento che, oggi, 16 sindaci d’Italia sottoscrivono e inviano al nuovo Governo in materia di sicurezza. Parma, Verona, Modena, Como, Cremona, Pavia, Belluno, Novara, La Spezia, Alessandria, Padova, Asti, Lodi, Treviso, Mantova e Piacenza firmano a Parma un protocollo bipartisan, che vuole essere anche un segnale alla politica nazionale, cui si chiede di essere attenta ai bisogni dei cittadini al di là delle logiche di schieramento.
La sfida della sicurezza, per strada, sul lavoro, la sera, e nella propria casa, oggi è il punto di partenza necessario alla costruzione del bene comune, e la cornice di una democrazia compiuta e capace di garantire opportunità per tutti.
Per questo i sindaci di città capoluogo, di vari colori politici, hanno approntato un documento da portare all’attenzione del nuovo Governo, per essere considerati da subito come interlocutori e per ricevere un impegno chiaro su questi temi.
Il problema sicurezza è un fenomeno complesso come tutti quelli della società di oggi. Per questo il documento affronta veri ambiti e propone risposte diversificate.
Alcune riguardano il livello locale, mentre altre necessitano di risorse e di un intervento convinto da parte dello Stato.
“Da anni - spiega il sindaco di Parma Pietro Vignali che insieme al sindaco di Verona Flavio Tosi ha coordinato l’iniziativa - i comuni sono in prima linea su alcuni dei temi più caldi del momento; tra questi c’è, naturalmente, la sicurezza dei cittadini che, adesso più che mai, è percepita come una priorità. Un fenomeno che non è più prerogativa delle grandi città metropolitane”.
“Ai sindaci – aggiunge il primo cittadino di Parma - la gente chiede quotidianamente la sicurezza di rincasare tranquilla la sera o di aprire un’attività commerciale senza sentirsi in prima linea. Chiediamo al nuovo Governo gli strumenti per garantire legalità e sicurezza nelle nostre città”.
“Il prossimo passo – dice Vignali rispondendo ad un giornalista – è chiedere un appuntamento al Governo, ai nuovi Ministri degli Interni e della Giustizia, e ottenere un’audizione con la Commissione competente”.
Il sindaco di Verona Flavio Tosi ha chiarito che nel documento si chiedono regole chiare ed oggettive, laddove la normativa è tutt’altro che semplice. Oggi qui sono presenti i sindaci di numerose regioni del nord appartenenti a tutti gli schieramenti politici, a dimostrazione che il problema della sicurezza è identico per tutti così come la sua soluzione. Questo documento sarà di stimolo e un’occasione di confronto con il nuovo Governo, affinché possa comprendere le nostre assolute ed urgenti necessità”.
Il sindaco di Modena Giorgio Pighi, oltre a rappresentare la sua città, è intervenuto anche come rappresentante del Forum italiano per la sicurezza urbana: “Noi sindaci abbiamo bisogno di ordinanze vere e non camuffate. Basta contrapporre politiche repressive e sociali, ci sono situazioni che vanno risolte in modo contentivo e altre con misure di integrazione e accoglienza. E basta anche contrapporre le sicurezze di destra e di sinistra, è una differenza che va archiviata”.
Il sindaco di Pavia Piera Capitelli ha sottolineato come questa sia una iniziativa che nasce pulita “di sindaci che si trovano d’accordo e che vogliono essere interlocutori del Parlamento e del Governo”.
Il sindaco di Cremona Gian Carlo Corada ha detto che “l’iniziativa di Parma non può essere strumentalizzata, perché questi sindaci non vogliono fare gli sceriffi né chiedere poteri di guerra né sostituirsi alle forze dell’ordine. Ma vogliono avere qualche potere di garanzia dell’ordine pubblico e regole chiare da potere applicare”.
Il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio ha dichiarato che “se potessimo usare il corpo di Polizia municipale come un qualsiasi altro corpo, metteremmo a disposizione centinaia di uomini migliorando la capacità e la garanzia di sicurezza per il cittadino”.
Questi i punti del documento:
Potenziare le funzioni dei sindaci. Nel documento, al punto primo, i sindaci chiedono di estendere anche ai reati minori e all’ordine pubblico la facoltà di adottare provvedimenti autonomi, oggi ristretti soltanto a gravi minacce per l’incolumità, e di aumentare le possibilità di collaborazione con i prefetti.
Finanziamenti agli enti locali per progetti legati alla sicurezza. In tutti quei casi legati alle infrastrutture per la sicurezza (illuminazione, videosorveglianza, presidi) e sui progetti di riqualificazione delle aree degradate, i sindaci chiedono allo Stato di concorrere all’impegno economico degli enti locali.
Aumento dell’organico di polizia. Nel documento si chiede di potenziare l’organico e la dotazione di mezzi delle forze dell’ordine anche nelle piccole e medie città, oggi fortemente penalizzate nella distribuzione di risorse.
Più collaborazione tra Polizia Municipale e forze dell’ordine. Piani coordinati di controllo del territorio tra Vigili e forze dell’ordine e possibilità, anche per la Polizia municipale, di accedere alla banca dati dei veicoli e dei documenti rubati o smarriti. Il documento inoltre chiede procedure più efficaci, rispetto a quelle attuali, per assicurare l’immediato interessamento degli organi di polizia dello Stato nel caso di flagranza del reato. Inoltre si chiede di estendere alla Polizia municipale alcuni poteri di polizia sui reati minori e sulla sicurezza urbana, senza dovere impropriamente ricorrere al Codice stradale.
Semplificazioni amministrative. I sindaci chiedono l’introduzione di una nuova disciplina che semplifichi le procedure amministrative per la concessione o il rifiuto della residenza, prevedendo contestualmente requisiti oggettivi coerentemente con le normative europee.
Pene più severe. Introduzione di norme specifiche e pene più severe per alcuni reati. Il documento si riferisce esplicitamente allo sfruttamento dei minori in attività criminali o nell’accattonaggio, al danneggiamento e all’occupazione abusiva di luogo pubblico. Per quest’ultimo reato si chiede che il sindaco possa disporre l’immediato ripristino della legalità, a spese degli occupanti, e la chiusura della struttura fino all’adempimento dell’ordine.
Certezza della pena. Per reati di grave allarme sociale, il patto chiede di rivedere la normativa vigente, rafforzando la risposta a situazioni che danneggiano la sicurezza dei cittadini e garantendo sia la celerità del giudizio che la certezza della pena.
Lotta alla clandestinità e incentivi all’integrazione. Il documento si conclude chiedendo di intensificare la lotta alla clandestinità, che ostacola una buona integrazione degli immigrati regolari, e di aumentare gli strumenti e le risorse che permettano all’immigrazione di diventare un fattore di crescita della società, non di impoverimento e di conflittualità. Qualche esempio: aumentare i fondi per i minori stranieri non accompagnati e introdurre nuove norme per l’inserimento lavorativo.
Sono presenti alla firma: Parma Pietro Vignali, Verona Flavio Tosi, Modena Giorgio Pighi (in rappresentanza anche del Forum italiano per la sicurezza urbana), Cremona Gian Carlo Corada, Pavia Piera Capitelli, Belluno Antonio Prade, Novara Massimo Giordano, La Spezia Massimo Federici, Alessandria Piercarlo Fabbio, Padova Flavio Zanonato, Asti Giorgio Galvagno.
Hanno confermato la sottoscrizione anche: Lodi Lorenzo Guerini, Treviso Gian Paolo Gobbo, Como Stefano Bruni, Mantova Fiorenza Brioni, Piacenza Roberto Reggi.
*****
Di seguito il testo completo del documento sottoscritto dai Sindaci:
PREMESSO
- che il diritto alla sicurezza ed alla qualità della vita urbana è una priorità e un bene primario dei cittadini, e il prerequisito necessario alla vita serena e allo sviluppo di ogni comunità;
- che la sicurezza deve essere garantita non soltanto per quanto riguarda fenomeni di criminalità organizzata ma anche in riferimento ad aspetti di fenomeni di criminalità, micro-criminalità e illegalità, presenti anche sotto forma di degrado e disordine urbano;
- che il territorio e gli enti locali sono il livello su cui si ripercuotono le decisioni, o le non decisioni, della politica nazionale;
- che i problemi di sicurezza urbana delle piccole e medie città, vengono ad oggi sottovalutati ricevendo meno attenzione e meno risorse del necessario;
- che l’organico e la dotazione di mezzi e strumenti tecnologici delle forze dell’ordine, in particolare nelle piccole e medie città, così come i loro stipendi, da molti anni sono rimasti invariati mentre il numero dei reati e i problemi connessi alla sicurezza urbana crescono costantemente ogni anno;
- che il problema della sicurezza urbana, fino a qualche decennio fa limitato alle realtà metropolitane maggiori, oggi è diffuso a tutte le realtà urbane e intrinseco alle dinamiche di sviluppo della città contemporanea;
- che ad oggi l’unico tavolo di confronto tra il governo e gli enti locali sul tema della sicurezza è limitato alle sole Città Metropolitane;
- che la diffusione e la complessità del problema della sicurezza urbana richiede l’azione congiunta e sinergica, nell’ambito delle rispettive responsabilità dei diversi livelli istituzionali, nonché la promozione, anche in via sussidiaria, di interrelazioni finalizzate ad avvicinare, sempre più, i dispositivi di prevenzione alla percezione dei cittadini;
- che di conseguenza le esigenze espresse in questi mesi dai colleghi Sindaci delle città più importanti sono dunque le stesse di tanti altri Sindaci, che ugualmente hanno il dovere e la responsabilità di preservare le loro comunità dalle minacce dell’illegalità e dell’insicurezza;
- che l’iter del pacchetto sicurezza varato sull’onda dei tragici fatti di Roma del novembre 2007 è stato portato a termine solo in parte;
- che oltre cento enti locali tra Comuni, Province e Regioni aderiscono al Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, organismo attivo già da diversi anni, che si é fatto da tempo promotore di numerosi progetti e di diverse iniziative nel segno della promozione e della salvaguardia della sicurezza urbana e dei singoli cittadini e in particolare di un progetto di legge le cui linee guida sono: la promozione delle politiche integrate per la sicurezza; il coordinamento tra Polizie nazionali e locali; la ridefinizione delle necessarie condizioni strutturali e organizzative per una polizia locale di qualità;
- che questo testo, il cui cammino era stato avviato per iniziativa di ANCI, UPI e Conferenza dei Presidenti di Regione già nella penultima legislatura, contiene attuali e preziosi strumenti con i quali i sindaci sarebbero in grado di dare il loro fattivo contributo alla sicurezza delle città.
I Sindaci delle città di Parma e Verona, Cremona, Pavia, Belluno, Novara, La Spezia, Alessandria, Padova, Modena, Asti, Lodi, Treviso, Mantova, Como e Piacenza
CHIEDONO
al Governo Italiano e in particolare al Ministero dell’Interno e al Ministero della Giustizia,
1. di potenziare le funzioni del Sindaco, pur in un contesto di attribuzione allo Stato delle competenze in tema di lotta e di repressione della criminalità,
a. prevedendo la facoltà del Sindaco di adottare provvedimenti in materia di ordine pubblico, relativi ai reati minori e ai temi del degrado fisico e sociale del territorio;
b. rafforzando la collaborazione tra Sindaco e Prefetto, attraverso un protocollo di comunicazione di provvedimenti che riguardano la sicurezza al Prefetto, che può intervenire, in una visione strategica, con tutti gli strumenti ritenuti necessari, compresa, nel caso di uno spostamento di attività illecite da un Comune all’altro, la convocazione di una conferenza alla quale partecipano i Sindaci, il Presidente della Provincia e altri soggetti interessati;
c. prevedendo non solo la presenza dei Sindaci nei Comitati provinciali per l’Ordine e la Sicurezza, ma anche il loro ruolo di indirizzo nella programmazione e il coordinamento delle forze di polizia sul territorio comunale.
2. di prevedere, come in altri paesi europei, finanziamenti specifici per progetti degli enti locali riguardanti le iniziative di sicurezza e qualità urbana, quali per esempio:
a. infrastrutture legate alla sicurezza (illuminazione, video-sorveglianza nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto pubblico, presidi, ecc.)
b. un “pacchetto rosa” specifico per la sicurezza delle donne
c. progetti per il decoro urbano e la riqualificazione di aree degradate
d. progetti di prevenzione legati all'aumento dei fenomeni di disagio e di devianza (uso di sostanze stupefacenti, bullismo, incidenti correlati all'abuso di alcool ecc.).
3. di potenziare l’organico e la dotazione di mezzi delle forze dell’ordine anche nelle piccole e medie città, ad oggi fortemente penalizzate nella distribuzione di uomini e risorse.
4. di potenziare la collaborazione tra Polizia Municipale e forze dell’ordine:
a. con piani coordinati di controllo del territorio che definiscano rapporti di reciproca collaborazione tra il personale della Polizia Municipale e gli organi di polizia dello Stato, modulando coerentemente alle esigenze del territorio le figure del poliziotto e carabiniere di quartiere;
b. con procedure più efficaci rispetto a quelle attuali per assicurare l’immediato interessamento degli organi di polizia dello Stato nel caso di interventi nella flagranza dei reati;
c. estendendo alla Polizia Municipale la facoltà di accesso diretto alla banca dati dei veicoli rinvenuti ed a quella dei documenti di identità rubati o smarriti;
d. introducendo per la Polizia Municipale la facoltà di immissione diretta dei dati (e non solo di consultazione di quelli esistenti);
e. estendendo alla polizia municipale alcuni poteri di polizia sui reati minori e la sicurezza urbana senza dover ricorrere impropriamente al codice stradale.
5. di introdurre una nuova disciplina che semplifichi le procedure amministrative per la concessione o il diniego della residenza, prevedendo al contempo, coerentemente con le normative europee, requisiti più rigorosi sotto il profilo personale, della possibilità di integrazione e di maggiore coerenza con le norme urbanistiche, anche al fine di contrastare il fenomeno del degrado, del sovraffollamento urbanistico e delle locazioni irregolari.
6. di introdurre norme specifiche e aggravi di pena
a. per lo sfruttamento dei minori in attività criminali o nell’accattonaggio;
b. per i reati di danneggiamento e di deturpamento;
c. per occupazione abusiva di luogo pubblico, per la quale si prevede che il Sindaco possa disporre l’immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e la chiusura fino all’adempimento dell’ordine.
7. di rivedere la normativa vigente in tema di reati di grave allarme sociale, ampliando il numero dei reati previsti, rafforzando la risposta a condotte che minano la sicurezza dei cittadini, garantendo sia la celerità del giudizio che la certezza di una pena commisurata al reato commesso e escludendo, in questi casi, l’automatismo della sospensione dell’esecuzione della pena irrogata con sentenza definitiva.
8. di implementare gli strumenti e le risorse che possono permettere a fenomeni come quello dell’immigrazione e della circolazione delle persone di diventare un fattore di crescita della società e non di impoverimento e di conflittualità. In particolare chiediamo di
a. aumentare le risorse al Fondo per l’inclusione sociale;
b. aumentare le risorse al Fondo per i minori stranieri non accompagnati e introdurre una disciplina che favorisca il loro inserimento lavorativo e sociale al compimento del diciottesimo anno di età;
c. sviluppare una politica delle quote di ingresso basata sul reale fabbisogno delle singole regioni, che devono farsi carico con gli altri enti locali dell’effettivo inserimento lavorativo e di integrazione degli immigrati in entrata e devono essere messi in grado di supportare con progetti e finanziamenti mirati la pressione migratoria;
d. intensificare la lotta alla clandestinità, che inficia e preclude l’inserimento dell’immigrazione regolare all’interno della comunità, attraverso la garanzia del conferimento di mezzi e risorse adeguate alle forze dell'ordine che svolgono il controllo alle frontiere, anche con l'intensificazione della necessaria collaborazione con gli altri stati europei.
Parma, 18 Aprile 2008
Il Sindaco di Parma Pietro Vignali ___________________
Il Sindaco di Verona Flavio Tosi ___________________
Il Sindaco di Cremona Gian Carlo Corada ___________________
Il Sindaco di Pavia Piera Capitelli ___________________
Il Sindaco di Belluno Antonio Prade ___________________
Il Sindaco di Novara Massimo Giordano ___________________
Il Sindaco di La Spezia Massimo Federici ___________________
Il Sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio ___________________
Il Sindaco di Padova Flavio Zanonato ___________________
Il Sindaco di Modena Giorgio Pighi ___________________
Il Sindaco di Asti Giorgio Galvagno ___________________
Il Sindaco di Lodi Lorenzo Guerini ___________________
Il Sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo ___________________
Il Sindaco di Mantova Fiorenza Brioni ___________________
Il Sindaco di Como Stefano Bruni ___________________
Il Sindaco di Piacenza Roberto Reggi ___________________
Nella foto: i Sindaci firmatari del documento
 
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