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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Cremona - Consiglio Comunale di giovedì 27 marzo
Resoconto dei lavori del Consiglio

Consiglio Comunale di giovedì 27 marzo 2003

Il Consiglio Comunale si è aperto con una breve dichiarazione della Presidente, Uliana Garoli, che, ricordando il particolare momento che il mondo sta attraversando, ha invitato a rispettare un minuto di silenzio auspicando che la guerra in corso in Iraq termini al più presto e che al più presto prevalga una logica di pace.


Interrogazione presentata in data 22 febbraio 2003 dal Consigliere Comunale Ferdinando Quinzani del Gruppo Consiliare "Forza Italia" circa le consulenze sul Piano del Traffico (Testo dell’interrogazione: si chiede cortesemente al Sindaco di riferire in merito a quanto segue:
· Quanti studi sono stati effettuati e quante consulenze commissionate dal 1990 ad oggi per lo studio o la revisione del piano del traffico.
· Quali costi abbiano comportato.
· Se corrisponda al vero che recentemente l’Amministrazione abbia commissionato allo Sisplan l’ennesimo studio.
· In caso affermativo si chiede a quale scopo e a quali costi.
· A che punto siano gli interventi sulla mobilità illustrati mesi or sono dall’Assessore competente).
Per la Giunta ha risposto l’assessore Daniele Soregaroli: Il Piano Urbano del Traffico previsto dall’art. 36 del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285, Codice delle Strada, è stato predisposto con risorse personali interne dell’Amministrazione (Arch. Enrico Bresciani dell’Ufficio Traffico, con la collaborazione dell’Arch. Franco Chiari della Polizia Locale, e dell’Arch. Giuseppina Bonisoli del Settore Lavori Pubblici). Nessun onere aggiuntivo rispetto ai normali costi di personale e del Servizio. Precisato che lo Studio SISPLAN S.r.l. non ha ricevuto incarichi relativamente al Piano del Traffico, ma solo per la redazione del Piano Trasporti, recentemente questa Amministrazione ha richiesto, alla citata ditta, la revisione dello studio del Programma di esercizio di T.P.L. riconoscendo per essa un compenso di Euro 6.120, al lordo di tutte le spese. Questo incarico si è reso necessario per adeguare il programma d’esercizio, al monte chilometrico ridefinito a seguito dell’esito di gara per l’assegnazione del Servizio di Trasporto Pubblico. Poiché il precedente programma era stato curato dalla stessa SISPLAN, e l’elaborazione del documento aggiornato necessita l’utilizzo dei medesimi software applicativi, le operazioni di adeguamento potevano essere richieste solo agli estensore del primo programma. Ribadendo che ci si deve riferire ai costi relativi al Trasporto pubblico, va evidenziato che gli incarichi assegnati si inseriscono in 3 distinte fasi procedurali:
pianificazione; comporta la redazione di Piano trasporti per la fase estiva, la redazione e di un Piano trasporti per la fase invernale, previa l’acquisizione dei dati necessari (indagini, interviste, indagini di origine e destinazione, performance del servizio, ecc.). Per la realizzazione dei citati Piani sono state impegnate risorse pari ad Euro 117.441 pagate allo Studio SISPLAN per i progetti di Piano Trasporti e Euro 35.085 pagate alla Ditta Market Selector.per la parte analitica e di rilievo.
amministrazione, che consiste nella redazione di un Programma Triennale dei Servizi e del suo aggiornamento, programma previsto dalla Legge 422/97 e dalla L.Regionale 22/98. Il primo P.T.S. è stato elaborato inserendo l’Attuale rete dei servizi di trasporto pubblico, il P.T.S è stato successivamente aggiornato dopo la redazione del nuovo piano di trasporto. In entrambi i casi la redazione è stata affidata all’ing. Rossi per un importo complessivo lordo di euro 29.293,42. La cifra è stata interamente finanziata con trasferimenti regionali finalizzati alla gestione della riforma sul trasporto pubblico locale.
esecuzione: prima di poter utilizzare i nuovi percorsi di trasporto pubblico, occorre garantire la messa in sicurezza dei percorsi e delle fermate, ai sensi della legge regionale N°22/98. L’approccio metodologico ha richiesto due fasi, l’analisi dei percorsi ‘l’individuazione delle criticità e l’elaborazione di progetti di dettaglio per l’ adeguamento alle vigenti disposizioni in materia di sicurezza, la redazione è in questo caso stata affidata all’ing. Rossi per la parte puramente trasportistica per un importo lordo di euro 13.686,02 e dall’ing. Favalli per la progettazione per un importo lordo di euro 13.686,02.
Nel settembre 2002 è stata data attuazione all’esercizio di nuove linee di trasporto pubblico nel centro cittadino denominate “ servizio navetta”. Su queste linee sono state realizzate opere di messa in sicurezza (impianto semaforico incrocio Via Massarotti –Via De Stauris – mini rotatoria all’incrocio Via Mantova Via dell’Annona). E’ stato inoltre acquisito il finanziamento per la realizzazione dell’itinerario semaforico coordinato previsto nel Piano Urbano del Traffico i cui lavori inizieranno nei prossimi mesi.

Il Consigliere Ferdinando Quinzani si è detto parzialmente soddisfatto della risposta ottenuta, ha comunque ringraziato l’assessore per le informazioni ricevute, dicendo che la minoranza seguirà da vicino l’evolversi della situazione su questo fronte.


Interpellanza presentata in data 22 febbraio 2003 dal Consigliere Comunale Ferdinando Quinzani del Gruppo Consiliare "Forza Italia" circa i lavori di sistemazione di Piazza Roma (Testo dell’interpellanza: Si chiede cortesemente al Signor Sindaco di riferire al Consiglio Comunale in merito agli intendimenti suoi e della giunta circa la discussa recinzione dei giardini di piazza Roma, chiarendo in particolare:
· Se la recinzione di massi a contorno dei giardini di piazza Roma corrisponda al progetto esecutivo approvato.
· Se tale contorno debba ritenersi provvisorio, come già affermato dall’ufficio stampa del comune, ed in tal caso come mai non ci si è limitati a pochi metri di posa in opera.
· Quanto incida in termini di costi la realizzazione di tale scogliera.
· Se, a suo parere, non ci sia contrasto tra gli intenti dichiarati dall’amministrazione, ovvero riportare i giardini alle loro origini storiche, e la posa dei massi che nulla hanno a che fare col contesto cremonese né passato né presente.
· Se l’Amministrazione intenda o meno avallare questa scelta estetica di dubbio gusto che ha già riscontrato un dissenso generale da parte dei cittadini.
· Quale siano gli intendimenti del progettista e le soluzioni alternative predisposte (se è vero che la soluzione non è definitiva).
Il Consiglio Comunale, esprimendo la propria contrarietà alla prosecuzione della posa dei massi, impegna l’Amministrazione a sospenderne la posa, a rimuovere quelli già posati e a rivedere il progetto di recinzione dei giardini).

Interpellanza in data 23 febbraio 2003 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare "Alleanza Nazionale" Dario Ratti in merito all'avanzamento dei lavori di riqualificazione dei giardini pubblici di Piazza Roma (Testo dell’interpellanza: Alla luce di quanto emerso nel corso degli approfondimenti avvenuti nelle Commissioni Ambiente e Territorio riunitesi in seduta congiunta il 26 marzo, circa i lavori di riqualificazione in corso nei giardini pubblici di Piazza Roma, si chiede al sindaco: per quale motivo, dopo che il sindaco aveva pubblicamente dichiarato nel Consiglio Comunale del 27 febbraio di avere richiesto almeno due possibili differenti soluzioni per la realizzazione del tanto discusso muretto perimetrale, è stata presentata ai consiglieri un’unica soluzione, per di più praticamente identica alla precedente (cioè sempre realizzata in ceppi d’Iseo); come mai, nonostante le numerosissime e argomentate proteste avanzate dai consiglieri ed anche da tanti cittadini, l’Amministrazione Comunale ha deciso di mantenere il materiale proposto dall’architetto Kipar, abbandonando la soluzione alternativa del rivestimento in marmo botticino, da tutti ritenuto materiale più consono alla zona, di miglior impatto estetico, più sicuro (perché privo di spigoli e fessure) e più igienico. Dato che i giardini pubblici di Piazza Roma sono incastonati nel centro storico di Cremona e rappresentano un eloquente biglietto da visita per i turisti e un’insostituibile polmone verde per tanti abitanti del centro, e in considerazione del forte impatto che le opere in oggetto eserciteranno sia sul piano urbanistico, che dell’immagine della nostra città, si chiede al Sindaco e alla Giunta di riconsiderare la scelta di realizzare il muretto perimetrale esterno dei Giardini Pubblici con i cosiddetti ceppi d’Iseo, optando per soluzioni più adeguate, funzionali e di pregio, come ad esempio l’utilizzo di appositi blocchi di marmo).

Le due interpellanze sono state trattate congiuntamente e la risposta è stata data dal Sindaco Paolo Bodini che, scherzosamente, parafrasando ironicamente una canzone di Giorgio Gaber, ha detto che non si può considerare il ceppo d’Iseo di sinistra ed il botticino di destra. In ogni caso, ha precisato il Sindaco, la soluzione presentata dall’arch. Andreas Kipar come approfondimento architettonico, era già stata approvata a suo tempo dalla Sovrintendenza di Brescia. Si è trattato semplicemente di un perfezionamento dal punto di vista estetico che ha avuto il parere positivo della commissione edilizia alla quale è stato sottoposto. Il Sindaco ha inoltre ribadito che il ceppo d’Iseo fa parte di una precisa scelta progettuale, non certo economica. Infatti il ragionamento che sta alla base della attuale riqualificazione è il ripristino dell’ambiente romantico con la presenza delle cosiddette rocailles, tipiche di questo tipo di giardini. Inoltre vi è la volontà del progettista di non ricreare un parco ingabbiato, cementato, ma aperto alla città, con vegetazione debordante che copre la bordura in ceppo d’Iseo opportunamente trattata in modo da renderla non spigolosa ma solo ruvida, contribuendo nel complesso a restituire all’area quelle forme più morbide che le erano proprie. Il Sindaco ha quindi ribadito che non si può paragonare l’effetto finale ad una prova compiuta in maniera maldestra, così come non si può pretendere di accontentare i gusti di tutti e di avere un muretto che possa definirsi “superigienico”. Serve dunque una pausa di serenità, perché dietro questo progetto vi è solo un gusto estetico e una filosofia del paesaggio, nessun retroterra politico, perché il ceppo d’Iseo, ha ribadito ironicamente il sindaco concludendo il suo intervento, non è di sinistra.

Il consigliere Dario Ratti si è detto però non soddisfatto delle spiegazioni ricevute, sostenendo che, dopo la decisione di riqualificare la piazza dove invece sarebbe bastata una potatura, non è il caso ora di fermarsi di fronte ad un costo leggermente superiore come potrebbe essere quello riguardante l’utilizzo del marmo di botticino. Pertanto sia lui che il consigliere Quinzani hanno confermato la parte finale delle loro interpellanza, trasformate in mozioni che, messe ai voti, sono state respinte a larga maggioranza.


Mozione presentata da Consiglieri vari (primo firmatario Luciano Pizzetti) con cui si chiede al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di porre l'Iraq sotto un regime di amministrazione fiduciaria internazionale.
Questa mozione è stata sostituta da un ordine del giorno presentato dal capogruppo dei DS Rotelli a nome dell’intera maggioranza.
Questo il testo: Facendosi interprete delle proteste e dello sdegno espresso in questi giorni da numerose iniziative politiche e popolari in Italia ed in altre parti del mondo contro l’intervento militare in Iraq, nella convinzione che detto intervento rappresenti un grave atto di delegittimazione dell’ONU e delle istituzioni internazionali che la comunità mondiale ha faticosamente istituito in questi ultimi cinquant’anni, certi che le sofferenze dei popoli coinvolti nel conflitto siano una conseguenza assolutamente inaccettabile, come inaccettabili saranno gli effetti ipotizzabili di destabilizzazione dell’intera area, con ripercussioni devastanti sulla convivenza delle popolazioni civili appartenenti alle diverse etnie presenti sul territorio. Considerando l’intervento militare assolutamente inefficace per la lotta al terrorismo internazionale, rilevando, anzi, il rischio di una ripresa su vasta scala delle azioni criminali rivolte verso tutti i paesi, nessuno escluso, aumentando il grado di insicurezza e di paura proprio nelle popolazioni civili, il Consiglio Comunale chiede di impegnare il Governo a non sostenere la guerra in corso, a non fornire alcun supporto politico, diplomatico, operativo e logistico a qualunque azione che configuri un coinvolgimento dell’Italia nelle operazioni belliche, di ridare dignità e legittimità agli organismi internazionali, restituendo la questione alla politica e alla diplomazia, convinti che questo rappresenti il vero efficace strumento per la liberazione del popolo iracheno dalla feroce e drammatica dittatura che ha prodotto trent’anni di sofferenze e di umiliazioni, di farsi promotore di iniziative umanitarie con interventi concreti volti a fare cessare le sofferenze di un popolo così provato, chiede inoltre al Governo di fare diventare il popolo italiano protagonista della costruzione di un processo di pace e di liberazione, investendo risorse finanziarie e politiche di pacificazione dell’intera area medio orientale.
Il consigliere di AN Roberto Nolli si è detto, a nome dell’intera minoranza di centro destra, non d’accordo con questo documento per la sua impostazione fortemente antiamericana, nonché in aperto contrasto con la politica assunta dal Governo. Ritenendolo pertanto inaccettabile, ne ha presentato un altro, contrapposto, firmato dai capigruppo della Casa delle Libertà.
Questo il testo: Premesso che il Governo italiano si è adoperato, sia alle Nazioni Unite, sia in sede europea ed in tutte le altre sedi internazionali, per una soluzione pacifica della crisi irachena allo scopo di ottenere da Saddam Hussein il disarmo e la distruzione delle armi di distruzione di massa; il Presidente dell’Iraq, dopo la Guerra del Golfo, ha violato sistematicamente le risoluzioni, approvate all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che gli imponevano di distruggere le armi non convenzionali e chimico-biologiche in suo possesso; gli ispettori delle Nazioni Unite, incaricati di verificare il rispetto delle deliberazioni del Consiglio di Sicurezza, non hanno trovato in Saddam Hussein la necessari ed incondizionata collaborazione; l’atteggiamento del Presidente iracheno ha determinato obiettivamente un aumento della tensione in un’area già caratterizzata da condizioni di instabilità ed ha favorito la diffusione e l’intensificazione del terrorismo internazionale; sono state perseguite tutte le strade possibili attraverso negoziati protrattisi per quattro mesi e mezzo per risolvere la crisi e garantire la sicurezza alla quale tutti i popoli hanno diritto, il Presidente iracheno ha avuto a disposizione un ampio margine per fermare in tempo le inevitabili conseguenze, dichiarate dall’ONU, con la risoluzione 1441, della posizione assunta; il Consiglio Comunale invita il Governo a continuare nell’azione intrapresa ed illustrata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, nella sua esposizione del 19 marzo ai due rami del Parlamento per conseguire gli obiettivi indicati quando, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, si costituì l’alleanza contro il terrorismo internazionale; a confermare la tradizionale amicizia con gli Stati Uniti rinsaldando gli impegni a suo tempo assunti, a collaborare attivamente al miglioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali dell’Iraq dopo la fine dell’attuale oppressivo e sanguinario regime; a dare il massimo contributo per ritrovare, nell’ambito dell’ONU, dell’UE e della NATO, la solidarietà indispensabile fra tutti i Paesi aderenti rinsaldando gli attuali legami per dare pace, libertà, giustizia e progresso sociale a tutti i popoli della terra.

Dopo l’esposizione dei due ordini del giorno è seguito un ampio ed articolato dibattito che ha visto intervenire molti consiglieri. Al termine della discussione generale e dopo le dichiarazioni di voto, l’ordine del giorno presentato dai capigruppo della maggioranza è stato approvato con 22 voti favorevoli, 8 contrari e due astenuti, quello dei capigruppo della minoranza è stato invece respinto con 21 voti contrari, 8 a favore e 3 astenuti.


Mozione in data 19 dicembre 2002 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo "I Democratici di Sinistra" Giuseppe Garioni in ordine all'uso medico della canapa indiana e dei suoi derivati
(Testo della mozione: Il Consiglio Comunale di Cremona, premesso che nel nostro ordinamento è già previsto l’utilizzo di diverse droghe per uso medico, tra cui merita particolare menzione quello della morfine; il Senato ha approvato in via definitiva il 24.1.2001 il Ddl n. 49378 contenente le "norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore"; in Canada, Gran Bretagna, Germania, Israele, Olanda, Stati Uniti e Australia sono state condotte ricerche sull’utilizzo medico dei derivati della canapa indiana; nel 1999 l’International Narcotic Board delle Nazioni Unite ha incoraggiato le ricerche sull’uso terapeutico della cannabis; il governo canadese nel 1999 ha adottato un paino quinquennale per la produzione di canapa indiana per uso medico; nel 1999 il ministro tedesco della sanità si è espresso a favore dell’utilizzo terapeutico dei derivati della canapa indiana; il governo israeliano nel 1999 ha adottato le linee guida per l’uso medico della canapa indiana e dei suo derivati; in Gran Bretagna nell’autunno del 1998 la Commissione "Scienza e Tecnologia" della Camera dei Lords, basandosi sulle conclusioni di numerosi studi scientifici, si è schierata a favore della introduzione per scopi terapeutici della canapa indiana e dei suoi derivati; il 5 novembre del 1998 gli elettori di Alaska, Arizona, Colorado, Nevada, Oregon e Washington, consultati con un referendum su questo tema, hanno approvato l’uso terapeutico della marijuana per i malati di tumore e di AIDS; la commissione federale statunitense dell’Istituto di Medicina della National Academy of Sciences di Washington nel 1999 ha chiesto l’introduzione in campo medico del principio attivo della canapa indiana (THC); nel 1999 un comitato della British Medical Association si è espresso a favore dell’utilizzo terapeutico dei derivati della canapa indiana; RITENUTO CHE la scelta di approvare l’utilizzo terapeutico della canapa indiana non rientra nel confronto tra l’approccio proibizionista e quello antiproibizionista sulle droghe; considerato che gli effetti collaterali più comuni e fastidiosi dei chemioterapici nella terapia neoplastica risultano essere il profondo senso di nausea e il vomito; i farmaci utilizzati nella cura dell’AIDS presentano frequentemente tra gli effetti collaterali un forte senso di nausea, che determina un aumentato rischio di inedia per i malati; la canapa indiana e i suoi derivati presento un’importante effetto antiemetico; l’American Cancer Society ha finanziato negli ultimi mesi ricerche per determinare se un cerotto al THC (il principio attivo dei cannabinoidi) possa essere usato come metodo alternativo e più efficace, per offrire i benefici effetti dei cannabinoidi ai pazienti che soffrono di nausea, vomito e altri effetti collaterali provocati dalla chemioterapia; riviste scientifiche internazionali riferiscono che il 44% dei medici avrebbe consigliato ai propri pazienti di utilizzare i derivati della canapa indiana e pertanto, per procurarseli illegalmente, ai malati sarebbero state, e sono, inflitte inutilmente ulteriori pene ed ansie; gli effetti collaterali della canapa indiana e dei suoi derivati risultano essere poco rilevanti nel periodo immediatamente successivo all’assunzione e scarsamente dimostrati nel lungo periodo, nonostante siano stati cercati da numerosi studi condotti dalle autorità federali statunitensi; non è stata rilevata tolleranza farmacologia – ovvero per ottenere effetti analoghi nel tempo non è stato necessario incrementare la dose del farmaco -, né presenza di sintomi d’astinenza, se non in casi aneddotici; la commissione composta da dieci accademici esperti in sostanze psicoattive, incaricata dal Ministero della Sanità francese e presieduta da Bernard Pierre Roques, nel 1999 ha riconosciuto che la canapa indiana è meno dannosa per la salute umana di tabacco e alcool; Considerato inoltre che diverse e autorevoli riviste scientifiche internazionali riportano studi sull’efficacia della canapa indiana e dei suo derivati nel ridurre la pressione intraoculare nella terapia del glaucoma e che sono in atto diverse sperimentazioni scientifiche per valutare l’efficacia terapeutica per i cannabinoidi nella terapia della sclerosi multipla; sono in corso diverse ricerche per stabilire l’efficacia e la possibile utilizzazione dei cannabinoidi nella terapia dell’asma bronchiale; l’alta densità di recettori cannabinoidi CB1 all’interno dei gangli basali suggerisce un potenziale ruolo degli endocannabinoidi nel controllo del movimento volontario e nei disturbi del movimento correlati con i gangli basali, quali il morbo di Parkinson e che l’aumento di livelli dei cannabinoidi nel globus pallidus si associa con una riduzione dei movimenti in un modello sperimentale di Parkinson realizzato su cavie; studi clinici riportati da autorevoli riviste scientifiche riferiscono dei benefici derivanti dall’uso dei derivati della canapa indiana per pazienti affetti dalla sindrome di Gilles de la Tourette; ricerche, condotte su modelli sperimentali con animali, hanno dimostrato che i cannabinoidi hanno efficacia terapeutica su cellule tumorali cerebrali; durante il XIII Congresso della Società Italiana per lo Studio dell’arteriosclerosi, tenuto dal 3 al 5 dicembre ’99 all’Università degli Studi di Milano, è emersa l’ipotesi di un possibile utilizzo di derivati della canapa indiana per contribuire alla prevenzione dell’arteriosclerosi; considerato infine che riviste scientifiche internazionali riferiscono casi clinici di epilessia ed emicrania che hanno beneficiato dell’utilizzo dei derivati della canapa indiana, che secondo studi sperimentali potrebbero inoltre rappresentare un’utile alternativa agli oppiacei nel trattamento dei dolori cronici; Paul M. Hyman, portavoce della American Cancer Society di New York, nel corso del 2000 ha dichiarato: "Battersi contro questo uso medico della marijuana vuol dire combattere la stessa ricerca scientifica"; CHIEDE al Governo e al Parlamento di regolamentare l’uso medico della canapa indiana e dei suoi derivati; IMPEGNA il Presidente del Consiglio Comunale e il Sindaco a comunicare il contenuto della presente mozione al Governo e al Parlamento nazionale). Dopo che il consigliere Garioni ha illustrato la propria mozione, il capogruppo di AN Dario Ratti ha presentato un proprio ordine del giorno fortemente critico verso quello dell’esponente diessino, denunciando “il tentativo di riproporre a Cremona una richiesta che evidentemente, anche perché riferita non solo ai derivati ma alla canapa indiana tout court, ha l’unico scopo di fare apparire l’uso della marijuana e delle cosiddette droghe leggere come un fatto accettabile e addirittura salutare e terapeutico”. Nel suo documento il consigliere Dario Ratti ha quindi stigmatizzato “il maldestro tentativo della sinistra di avvalorare con argomentazioni scientifiche, peraltro parziali e non esaustive, l’uso della canapa indiana per finalità mediche, al fine di giungere in tal modo ad una sorta di legalizzazione sottobanco delle droghe leggere. Questa volontà risulta evidente dal fatto che la mozione presentata a Cremona ricalca integralmente quella discussa circa un anno fa in Consiglio regionale e che portò all’istituzione di un’apposita commissione alla formulazione di conclusioni non positive. Ciò può solo significare che il reale interesse dei proponenti non è l’approfondimento scientifico della questione, quanto la ricerca di una scappatoia per l’utilizzo di queste sostanze. Operazione resa ancor più deprecabile dalle sedicenti motivazioni compassionevoli utilizzate nel tentativo di intenerire gli animi e sviare l’attenzione dalle reali motivazioni”. Questa tesi è stata seccamente respinta dagli interventi di alcuni consiglieri della maggioranza nel dibattito che è seguito e che si è concluso con la votazione dei due documenti.

La mozione proposta dal consigliere Garioni è stata così approvata a larga maggioranza, mentre l’ordine del giorno presentato dal consigliere Dario Ratti è stato respinto.


Partecipazione del Comune di Cremona alla costituenda "Fondazione Politecnico di Milano".

Questo oggetto è stato illustrato dall’Assessore Ferdinando Soana, comprese alcune modifiche introdotte nella delibera a seguito dei chiarimenti avvenuti in sede di commissione consiliare. Il 1° ottobre 2002 con provvedimento del Rettore del Politecnico di Milano è stata decretata la stesura dello Statuto della Fondazione Politecnico di Milano. L’art. 5 di questo statuto prevede, quale requisito per accedere alla qualifica di soci fondatori, la contribuzione al fondo di dotazione della Fondazione mediante conferimento in denaro, in attività o in beni materiali o immateriali o servizi od in altre forme ritenute idonee dal Politecnico per un valore complessivo non inferiore a € 2.500.000,00 che potrà essere messo a disposizione della Fondazione nel tempo massimo di un quinquennio. Il Comune e la Provincia di Cremona sono comproprietari ciascuno per quota indivisa del 50% dell’intero immobile denominato ex Convitto situato in via Sesto 41, attualmente sede dei corsi di Ingegneria per l’Ambiente-Ingegneria Gestionale ed Ingegneria Informatica tenuti dal Politecnico di Milano. Poiché l’immobile, come risulta da perizia di stima redatta congiuntamente da tecnici del Comune e della Provincia, ha un valore di € 5.465.000,00, il valore dell’operazione congiunta tra Comune e provincia supera i 5.000.000,00 di Euro: i due enti hanno pertanto titolo per accedere alla qualifica di soci fondatori conferendo ciascuno un valore di € 2.732.000,00. Comune e Provincia, grazie ad un protocollo d’intesa in corso di perfezionamento, hanno assunto l’impegno, entro il quinquennio, di acquisire in comproprietà indivisa ciascuno per il 50% da II.PP.A.B. Riunite Città di Cremona un ulteriore immobile denominato ex Scuola Materna da adibire ad ampliamento della sede universitaria che sarà conferito alla costituenda Fondazione a lavori di riqualificazione ultimati. Il Comune si impegna, con successivo idoneo provvedimento, a conferire alla Fondazione Politecnico di Milano la propria quota indivisa dell’immobile denominato ex convitto, situato in via Sesto n. 41, del valore complessivo stimato di € 5.464.000,00, pari quindi al 50% dell’immobile, corrispondente pertanto ad € 2.732.000,00, richiedendo che tale immobile sia utilizzato per iniziative del Politecnico da attuarsi nel territorio cremonese, destinando lo stabile ad attività didattiche universitarie di ricerca e didattiche. Inoltre nella delibera si dichiara la disponibilità a conferire, con successivo ulteriore idoneo provvedimento, alla Fondazione Politecnico, anche l’immobile denominato ex scuola materna da adibire a futuro ampliamento della sede universitaria di Cremona. L’assessore, riferendosi all’adesione alla Fondazione Politecnico, ha parlato di scelta strategica , che contribuirà a rafforzare la presenza di questa Università a Cremona dove potrà diventare una realtà formativa e di ricerca sempre più diffusa. Non fare questa scelta, per l’assessore Soana, significherebbe non credere nel Politecnico, correndo il rischio di cinquant’anni fa, quando si rinunciò alla Facoltà di Agraria, sbaglio della cui portata ci accorse nel giro di poco tempo. Oggi, secondo l’assessore, non si tratta di scegliere come allora la buio, ma conoscendo l’offerta qualificata del Politecnico.

Se tutti gli esponenti della maggioranza hanno espresso il loro sostegno alla partecipazione alla Fondazione Politecnico, dai banchi di tutta la minoranza è stato lamentato come questo argomento – di grande rilevanza – sia stato portato all’attenzione dei consiglieri a ridosso della seduta consiliare, non permettendo così una valutazione approfondita. Da qui la decisione per l’astensione, visto che nessuno si è detto pregiudizialmente contrario. In conclusione l’assessore Soana ha spiegato che il ritardo con il quale l’argomento è stato portato in commissione non è dipeso dall’amministrazione, ma dal fatto che solo a gennaio si è potuta avviare la procedura per accendere i mutui necessari ad acquisire quella parte di edificio che, fino al 24 febbraio scorso, era di proprietà delle II.PP.A.B. Riunite Città di Cremona. Dopo è stato sottoposto ad una stima e solo allora si è avuta la certezza di avere a disposizione la quota minima per potere partecipare alla Fondazione Politecnico.

Con 21 voti favorevoli e 11 astenuti l’oggetto è stato approvato.  


       



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