15 Settembre, 2002
Cuba: con la repressione non si costruisce il futuro
Articolo di Marina Sereni e Pietro Marcenaro
Cuba: con la repressione non si costruisce il futuro
di Marina Sereni* e Pietro Marcenaro**
In questi giorni, a Cuba, continuano gli arresti e le incarcerazioni. Sono
ormai quasi un centinaio i giornalisti indipendenti, gli attivisti dei
diritti umani, gli esponenti della dissidenza democratica e non
violenta -sia aderenti al Progetto Varela che ad altre correnti politiche-,
ad essere stati rinchiusi nelle carceri cubane, senza uno straccio di accusa
a carico e senza nessuna garanzia di poter essere difesi da avvocati
minimamente indipendenti dal potere.
E' una delle più grandi retate contro gli oppositori messe in atto dal
regime negli ultimi anni. Non pare casuale la coincidenza con lo scoppio
della guerra in Irak: reprimere massicciamente quando l'attenzione della
opinione pubblica internazionale è rivolta da un'altra parte è un
atteggiamento classico e per nulla inedito dei regimi autoritari.
Dichiarazioni dei massimi esponenti del governo cubano suggeriscono, quale
pretesto per questa massiccia repressione, le iniziative dei dirigenti
dell'”Ufficio d'interessi USA” nell'isola, e le dure condanne inflitte dai
tribunali statunitensi a cinque diplomatici cubani. Se anche così fosse,
sarebbe quantomeno discutibile una ritorsione che, anziché dirigersi verso i
rappresentanti statunitensi a Cuba, si abbatte vigliaccamente su decine e
decine di propri concittadini, la cui unica colpa è quella di avere opinioni
diverse da quelle ufficiali del governo, E' un atteggiamento ipocrita,
totalmente in linea con quello che portò, alcuni anni fa, all'arresto e alla
lunga detenzione (cinque anni) dell'esponente socialdemocratico Vladimiro
Roca, reo di avere opinioni contrarie al partito unico.
E' lampante la contraddizione tra quanto sta concretamente accadendo, con
l'irruzione della polizia politica in decine di case cubane per catturare
persone accusate di reati d'opinione, e le dichiarazioni falsamente
concilianti del Ministro degli esteri cubano che a Ginevra, alla Commissione
per i Diritti Umani dell'ONU, ha paventato il “pericolo che la Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani rimanga lettera morta, a 55 anni dalla sua
proclamazione”(sic!), ed ha sottolineato “la necessità di prestare la stessa
attenzione, tanto alla difesa dei diritti civili e politici, quanto alla
promozione dei diritti economici, sociali e culturali”. La dissonanza tra le
parole altisonanti e la cruda realtà della repressione è evidente, ed anche
offensiva dell'intelligenza degli interlocutori.
I Democratici di Sinistra italiani hanno già fermamente e pubblicamente
condannato, nei giorni scorsi, le misure repressive messe in atto dal
governo cubano. Vogliamo ora rimarcare che il nostro atteggiamento non è
dettato da alcuna prevenzione. Abbiamo sempre guardato con attenzione e
senza pregiudizi al processo storico cubano. Ci siamo sempre schierati a
favore di una piena ed effettiva democratizzazione di Cuba e,
parallelamente, non abbiamo smesso di condannare tutte le politiche di
embargo economico poste in essere dagli USA nei confronti dell'isola. In
effetti pensiamo che, come ci ha più volte detto l'oppositore socialista
Manuel Cuesta Morùa, devono finire “i due embarghi”: quello economico, degli
Stati Uniti contro Cuba, e quello democratico, del regime autoritario contro
il popolo cubano.
Proseguiamo tenacemente a chiedere che finalmente si receda dalle misure
amministrative e oltraggiose dei diritti umani e civili e si avvii un
dialogo politico dentro Cuba, finalizzato alla democratizzazione. Questo
dialogo, sempre più urgente, è da troppi anni rinviato.
Con questo spirito, da molti anni, abbiamo deciso di proseguire il
confronto, spesso duro e difficile, con le autorità cubane e, allo stesso
tempo, di stringere i legami con numerose forze ed esponenti della
opposizione democratica e di sinistra dell'isola.
Inviamo un saluto solidale alle decine di persone arbitrariamente
incarcerate ed ai loro familiari. Ci rivolgiamo anche alle autorità cubane,
esprimendo la nostra condanna per quanto sta avvenendo e la ferma richiesta
che coloro che sono stati ingiustamente arrestati a causa delle proprie
idee, vengano al più presto rimessi in libertà.
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* Marina Sereni, della Commissione esteri della Camera, è responsabile della politica estera nella Segreteria nazionale dei DS.
** Pietro Marcenaro, Segretario regionale dei DS piemontesi e componente della Direzione nazionale, ha partecipato nel gennaio scorso, a L'Avana -a nome dei DS- al primo Congresso della Corriente Socialista Democratica Cubana.
 
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