15 Settembre, 2002
Sospiro e l’ipotesi alienazione dell’immobile a Maderno
Al Tavolo provinciale del Welfare, il presidente della Provincia Giuseppe Torchio ha ribadito che nella vicenda di Fondazione Sospiro la Provincia ha non solo buon diritto, ma necessità di intervenire, in maniera diversa rispetto alle altre Rsa,.....
Sospiro e l’ipotesi alienazione dell’immobile
a Maderno
Al Tavolo provinciale del Welfare, il presidente
della Provincia Giuseppe Torchio ha ribadito
che nella vicenda di Fondazione Sospiro la
Provincia ha non solo buon diritto, ma necessità
di intervenire, in maniera diversa rispetto
alle altre Rsa, in quanto nomina un proprio
rappresentante nel Cda ed è proprietaria
della struttura di Maderno, che può essere
un elemento determinante nella ricerca di
una soluzione alle difficoltà in cui la Fondazione
si trova, soluzione che è un obiettivo comune
a tutti gli attori politici, amministrativi
e sociali.
Ha poi precisato che la formula ipotizzata,
e per la quale sono in corso contatti con
gli istituti di credito, non riguarda un
mutuo ipotecario garantito dall’immobile
di Maderno, una formula che probabilmente
non sarebbe possibile utilizzare. Si tratterebbe
invece dell’alienazione dell’immobile, che
dovrebbe essere chiesta dalla Fondazione
stessa, cui è stato dato in comodato per
99 anni. In caso di vendita, la Provincia
dovrebbe stipulare un’intesa con l’Asl sulla
destinazione del ricavato, poiché il lascito
era vincolato, e in essa stabilire quanta
parte del ricavato stesso andrebbe a Fondazione
Sospiro.
Il rapporto con le banche è, però, più complesso:
per esse, infatti, più che la garanzia dell’immobile,
potrebbe valere la garanzia dell’accreditamento
dei posti letto, che naturalmente hanno un
valore anche di 40 – 50 mila euro pro-capite
e quindi di 35-40 milioni di euro se riferiti
a Sospiro. Su questo, ha affermato Torchio,
si potrebbe lavorare.
Dal canto suo, il presidente di Fondazione
Sospiro, Giuseppe Tadioli, ha ribadito che
il Cda ha deciso che la proposta avanzata
da Segesta venisse verificata in modo assolutamente
aperto, attraverso un confronto concreto
e di merito. “Non ci accontenteremo – ha
detto – di soluzioni tampone”, ed ha assicurato
che a settembre sarà pronto un progetto operativo
“che sarà di alto profilo”, perché, paradossalmente,
il problema di Sospiro, che non nasce oggi,
non è, ha detto Tadioli, un problema principalmente
economico. Il problema nasce quando, nel
2005, il Cda dice che è stato ereditato un
modello di assistenza, soprattutto nell’area
del disagio, non più attuale, e quindi si
pone l’obiettivo di costruire un nuovo modello
in grado di superare quello esistente, che
naturalmente comporta investimenti e costi.
I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil
hanno presentato un documento di analisi
della situazione di Sospiro, che presenta
forti critiche alla soluzione Segesta e sarà
oggetto di trattazione nella prossima seduta
del tavolo da tenere entro al metà di settembre.
Provincia di Cremona
Ufficio Stampa
 
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