15 Settembre, 2002
La mostra Indenne aperta al pubblico fino al 30 maggio 2009
Piero Almeoni e Paola Sabatti Bassini sono due artisti italiani della medesima generazione il cui lavoro, sin dagli anni ottanta e novanta, si misura con il concetto di relazione
La mostra Indenne aperta al pubblico fino
al 30 maggio 2009
Piero Almeoni e Paola Sabatti Bassini sono
due artisti italiani della medesima generazione
il cui lavoro, sin dagli anni ottanta e novanta,
si misura con il concetto di relazione
TITOLO DELLA MOSTRA: INDENNE
ARTISTA: OsservatorioinOpera (Piero Almeoni,
Paola Sabatti Bassini)
CURATORI: Dino Ferruzzi, Gianna Paola Machiavelli
COLLABORAZIONE: gruppo classe studenti 2B
del Liceo Artistico Statale “Bruno Munari”
di
Cremona
APERTURA AL PUBBLICO: fino al 30 Maggio 2009
ORARI DI APERTURA: da lun a ven ore 10.00
– 16.00 sab ore 10.00 – 13.00 e su app.
festivi chiuso
PATROCINI: Comune e Provincia di Cremona,
Ufficio Scolastico Provinciale di Cremona
SEDE e INFORMAZIONI:
CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea
Liceo Artistico Statale "Bruno Munari"
Via XI Febbraio 80 – Cremona
tel/fax 0372 34190 – cell. 347 7798839
crac.cremona@artisticomunari.it
www.crac-cremona.org
INDENNE
Piero Almeoni e Paola Sabatti Bassini sono
due artisti italiani della medesima generazione
il cui lavoro, sin dagli anni ottanta e novanta,
si misura con il concetto di relazione. Il
loro incontro porta alla realizzazione di
un laboratorio di ricerca, attivo nella cultura
artistica contemporanea, che a partire dal
2001 dà vita ad OsservatorioinOpera.
La loro modalità di lavoro prevede l'attiva
partecipazione di artisti e persone che scelgono
di entrare a far parte dei programmi per
periodi più o meno lunghi, un percorso a
più mani per realizzare progetti site-specific.
Da questa modalità di lavoro è nato il progetto
Indenne, un'azione sul territorio urbano
di Cremona volta a scoprire e risvegliare
per un momento un sito caduto in oblio, quindi preservato “dall'involuzione” urbanistica
contemporanea, soggetta all'estetica dello
spettacolo.
Il risveglio temporaneo è avvenuto grazie
alla complicità di un gruppo di giovanissimi
studenti
coinvolti in un laboratorio attivato dagli
artisti. Nell'arco di un mese l’azione ha
prodotto
immagini inedite, utilizzando percorsi alternativi
capaci di mostrare un’altra possibilità dell’abitare
il proprio ambiente urbano. L’attenzione
è posta sulla “città dimenticata”, cioè quei
luoghi che si rivelano essere problematici,
abbandonati a se stessi, per incuria, luoghi
molto vicini alla scuola e al centro storico,
luoghi mai attentamente osservati per chi
non ci abita ma attraversati frettolosamente.
L’esperienza di Indenne è stata per gli studenti
uno stimolo e una proposta attiva per poter
leggere ed interpretare criticamente la realtà
attraverso gli strumenti dell’arte. Le uscite
alla scoperta di questi territori, le animate
discussioni al rientro, la pratica dell’arte,
hanno messo in funzione dispositivi intellettuali
e tecnici che hanno consentito agli studenti
di essere meno disattenti verso la propria
città, di prendersene cura, sottrarre quei
luoghi dalla decadenza, sentirli familiari
ed improvvisamente animarsi, farsi comunità.
Così i luoghi destinati all’oblio, enigmatici,
fatti di costruzioni dalle finestre murate,
porte murate, fessure riempite a calce, facciate
depredate dagli intonaci e mattoni a vista,
si sono arricchiti di un immaginario eccezionale.
Si sono scoperti piccoli luoghi eccelsi,
intrisi di paesaggi, di affetti, rumori,
informazioni. Le facciate e le finestre di
questi edifici abbandonati sono apparse come
degli screen su cui poter far scorrere e fissare case
dentro case, stanze dentro stanze, mobili,
alberi, radici e persone; un’architettura
connessa con la vita quotidiana.
Per un mese, per chi si troverà a passare
per Via Giordano angolo Via Mosa, potrà fermarsi
e leggere su due facciate del palazzo dismesso
una grande scritta azzurra “ABBI CASA OGNI
COSA” e nello spazio del CRAC vedere il percorso
di questo progetto partecipato attraverso
le tracce, i disegni, la freschezza folgorante
e sospesa di un gruppo di giovanissimi studenti
che hanno deciso di occuparsi e prendersi
cura di un luogo che hanno esplorato con
l’olfatto, la vista, il tatto, scoprendo
e rendendo visibili città che hanno abitato
città, mondi che abitano mondi.
 
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