15 Settembre, 2002
La svolta a Destra della Provincia e del Comune è per il nostro territorio un evento epocale.
E’ necessario un bagno di umiltà. Nessuno può sottrarsi alla doverosa assunzione di responsabilità.
La svolta a Destra della Provincia e del
Comune è per il nostro territorio un evento
epocale.
E’ necessario un bagno di umiltà. Nessuno
può sottrarsi alla doverosa assunzione di
responsabilità.
Da Annamaria Abbate, segretaria cittadina
del PD, riceviamo e volentieri pubblichiamo
il documento di analisi sulla sconfitta elettorale
subita da Gian Carlo Corada e Giuseppe Torchio
nelle ultime elezioni amministrative.
Red/gcst
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Il Comitato Esecutivo Cittadino del Partito
Democratico riunitosi il 26 giugno per analizzare
e valutare i recenti risultati elettorali,
esprime innanzitutto, al di là dell’esito
negativo delle elezioni amministrative, il
più sentito ringraziamento alle elettrici
e agli elettori: 12.556 persone che credono
in noi, nei nostri valori, nelle nostre idee,
che votando il PD hanno premiato il buon
governo dell’amministrazione uscente e hanno
apprezzato il programma e le donne e gli
uomini che il nostro partito ha proposto.
Alle elezioni europee il PD in città ha
sfiorato il 30% dei consensi, con un calo
contenuto rispetto alle elezioni politiche
dello scorso anno, (quando per altro si presentava
insieme ai radicali), significativamente
inferiore al calo verificatosi a livello
nazionale.
Questo risultato, però, non mitiga la delusione
e l’amarezza per l’esito delle elezioni amministrative
che hanno visto la sconfitta del centro-sinistra
sia in Provincia che in Comune.
La svolta a Destra della Provincia e del
Comune è per il nostro territorio un evento
epocale che non può essere troppo semplicemente
e superficialmente attribuita esclusivamente
a cause macroscopiche come il trend negativo
nazionale e la spinta del nuovo sentimento
di destra che percorre l’intera Europa. Un
combinato disposto di molteplici cause piccole
e grandi, recenti e remote, hanno determinato
la sconfitta. Analizzare queste cause significa
predisporsi a rimuoverle e mettersi in un’ottica
costruttiva per il futuro.
E’ necessario un bagno di umiltà. Nessuno
può sottrarsi alla doverosa assunzione di
responsabilità, ma come sarebbe autolesionista
qualsiasi comoda scorciatoia auto-assolutoria,
sarebbe altrettanto esiziale svilire il dibattito
nella mera ricerca di capri espiatori.
Gli imminenti congressi territoriali che
si celebreranno subito dopo quello nazionale,
saranno il luogo politico più appropriato
per la ridiscussione degli organismi del
partito.
Ora invece urge affrontare nodi politici
più alti che ci interpellano in maniera totalmente
inedita.
Fin qui abbiamo tenuto intrecciate, più o
meno virtuosamente, l’attività politica e
quella amministrativa. Essere ora all’opposizione
ci impone un cambio di paradigma radicale
sul nostro modo di costruire e governare
i processi politici, esige una rigenerazione
delle modalità di partecipazione alla vita
interna del partito che vogliamo più partecipata,
trasparente e ampiamente democratica, richiede
la scelta di pratiche di costruzione del
consenso più autentiche e rispettose dei
reali bisogni dei cittadini, non solo attraverso
l’ascolto, che è doveroso, ma soprattutto
promuovendo la crescita di una cittadinanza
attiva, partecipe ed esigente.
Per tutti questi motivi, il Comitato Esecutivo
Cittadino nell’intento di avviare una doverosa
e costruttiva discussione, propone alcuni
elementi di analisi e qualche valutazione.
Il risultato complessivo della coalizione
che ha sostenuto Corada, 16.664 voti, si
è dimostrato basato sulla colonna portante
del PD, primo partito in città con il 31,8%,
e un modesto apporto delle altre liste, con
le quali è necessario mantenere aperto il
dialogo.
I 12.369 voti che il PD in città ha preso
alle elezioni europee si confermano nelle
comunali (12.556) e calano un po’ nelle provinciali
(10.791).
Tale risultato dimostra che la tradizionale
differenza di consensi tra “amministrative”
e “politiche” – a favore delle prime – non
si è purtroppo confermata.
Da qui si deve partire alla ricerca delle
cause della sconfitta della nostra proposta,
che come già detto, sono molte, più o meno
recenti, di peso politico vario e non riconducibili
esclusivamente alla responsabilità del PD,
ma che investono complessivamente la coalizione
e l’amministrazione uscente:
· Un deficit di ascolto dei cittadini,
delle loro esigenze ma anche dei loro vissuti;
· Un’insufficiente presenza nel contesto
sociale, nei luoghi di lavoro e di vita;
· Un eccesso di autoreferenzialità,
“male” che affligge tutti i livelli della
politica, centrali e periferici.
· Un’inadeguata risposta alla domanda
di cambiamento, nelle persone e nei metodi,
che emerge nell’elettorato sia di destra
che di sinistra;
Inoltre, pur essendo portatori di una visione
di rinnovamento e di rilancio, non abbiamo
saputo presentarci da “innovatori”, cioè
come coloro che sanno interpretare le nuove
esigenze e dare ad esse delle vere risposte
“riformiste”. Al contrario siamo stati percepiti
in difesa ed essenzialmente come conservatori.
Le elezioni ci hanno collocati all’opposizione,
e noi la faremo seriamente, senza preconcetti
e senza sconti, ma ci hanno lasciato anche
il grande patrimonio di 12.556 persone che
credono in noi.
Per rispetto nei loro confronti e delle decine
di attivisti volontari, delle centinaia di
iscritti e sostenitori che oggi vivono un
momento di disorientamento e di delusione,
abbiamo il dovere di andare avanti, dimostrando
che, nonostante la sconfitta, la vera speranza
di cambiare in meglio la nostra città, la
nostra provincia, il nostro paese, è rilanciare
un riformismo innovativo, all’altezza dei
problemi del nostro tempo.
 
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