15 Settembre, 2002
Le Acli offrono assistenza gratuita ai datori di lavoro per la regolarizzazione di colf e badanti
A partire da oggi le Acli di Cremona offriranno assistenza a chi intende usufruire della regolarizzazione di colf e badanti a settembre
Le Acli offrono assistenza gratuita ai datori
di lavoro per la regolarizzazione di colf
e badanti
A partire da oggi le Acli di Cremona offriranno
assistenza a chi intende
usufruire della regolarizzazione di colf
e badanti a settembre. Presso il
Centro Pastorale Diocesano di via S.Antonio
del fuoco 9/a, sarà possibile
richiedere tutte le informazioni necessarie
per presentare la dichiarazione
di emersione del lavoro di colf o badanti.
Dal 27 Agosto, sarà attivo un
apposito sportello per informazioni e per
appuntamenti, al quale ci si
potrà rivolgere direttamente o telefonando
al 0372/800413. Lunedì 31 alle
18,30 si terranno, inoltre, due incontri
pubblici per rispondere alle
domande più frequenti, il primo a Cremona
in via S.Antonio del fuoco 9/a,
il secondo presso la sede Acli di Crema in
via C.Urbino 7/b.
Potranno presentare domanda sia i cittadini
italiani o comunitari residenti
in Italia sia i cittadini extra-comunitari,
in possesso del permesso di
soggiorno di lungo periodo, che hanno alle
proprie dipendenze, almeno dal 1
aprile 2009, addetti alle attività di assistenza
o addetti al lavoro
domestico.
La sanatoria di settembre per gli stranieri
da tempo al lavoro nel nostro
paese, ma comunque irregolari, è la conseguenza
paradossale della legge che
rende l’immigrazione clandestina un reato
penale. “Tuttavia”, dichiarano i
responsabili dello sportello immigrati delle
Acli, “non si capisce perché
siano coinvolte nel provvedimento solo le
badanti e le colf e non tutti gli
altri lavoratori stranieri impegnati nell’industria
e nei servizi che
reggono il sistema paese e gli consentono
di competere con il resto del
mondo”.
Date le proiezioni del nostro andamento demografico,
e soprattutto del
rapporto tra lavoratori e popolazione inattiva,
le riforme nel sistema
pensionistico, poco gradite a tutti gli italiani,
saranno inevitabili. A
meno che non si decida di accettare un numero
molto più elevato di
lavoratori stranieri regolari che pagando
i contributi possano ribaltare il
rapporto tra lavoratori e popolazione inattiva
contribuendo al riequilibrio
dei conti. “Vogliamo andare in pensione prima?”,
commenta Leonardo
Becchetti, professore di Economia presso
la facoltà dell’Università di
Roma, ad un seminario proposto dalle Acli
“Allora dobbiamo regolarizzare
molti più lavoratori immigrati” .
 
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