15 Settembre, 2002
Mentre Obama è ai sette cieli, a Copenaghen..che vergogna di G.Carnevali
(Non vivo per me, ma per la generazione che verrà). Vincent Van Gogh
MENTRE OBAMA E’ AI SETTE CIELI, A COPENHAGEN…CHE
VERGOGNA!
(Non vivo per me, ma per la generazione che
verrà). Vincent Van Gogh
Ai più potrebbero essere anche sfuggite (ma
proprio ai “più”) certe notizie, intendiamoci
bene. Pur tuttavia a me “mi” garba per lo
meno segnalarle, quelle notizie, nella loro
valenza “siachesia” positiva “siachesia”
negativa.
Uno): Obama ce la fatta. “Più tasse per i
ricchi e l’assistenza sanitaria per tutti”.
Toh, ciapa (e senza sconti). Il Presidente
americano finalmente ha assunto un impegno
storico per riformare la sanità. Sacrifici,
soprattutto per i ricchi (bisognerà crederci,
allora?), ma anche maggior equità sociale
con l’assistenza sanitaria per tutti gli
americani (o almeno…quasi per tutti). Sulla
sanità il Presidente ha chiarito che il suo
bilancio si prefigge di rendere l’assistenza
più accessibile ai milioni di americani che
hanno perso il posto (oh bella, anche negli
Usa si perde il posto di lavoro!). Un sussidio,
insomma, che aiuterà milioni e milioni di
americani che hanno perso il lavoro a conservare
la vecchia “mutua” che avevano prima del
licenziamento. Così esplicito Barack: “Sette
milioni di americani avranno una cosa in
meno di che preoccuparsi…quando vanno a dormire.
E tutti dovremo rinunciare a cose che ci
piacciono ma che non ci possiamo permettere
(sempre i soliti….rinunceranno, non c’è trippa
per gatti!). Pertanto sarà necessario tagliare
cose che non ci servono per pagare quelle
che servono (come facciamo qua da noi, in
Italia, “eccioè”!)”. Evviva Barack Obama.
Finalmente “una giustizia sociale che non
ha prezzo!” 30 milioni di americani beneficeranno
di una copertura sanitaria; 10 miliardi di
dollari costerà quel piano di intervento,
ma almeno ne sarà valsa la pena….di pagare
quel “prezzo”. Ed allora, signor presidente,
se lo lasci dire: bravo! In fin dei conti
quel premio Nobel….è servito a qualcosa.
Due): Fò tanta fatica a credere che espressioni
ricorrenti nel vocabolario ambientale quali
“sviluppo sostenibile” non suonino più attuali,
peggio, che il termine “eco” male si rapporti
con l’ambiente. Piuttosto verosimilmente
sembra si rapporti sempre di più con quel
fenomeno che si avverte spesso in montagna,
in quanto a riflessione di onde sonore contro
un ostacolo (parete o roccia): l’eco, appunto.
Il perché di tutto questo? Facile più a spiegarsi
che a comprendersi. La recente Conferenza
di Copenhagen sul clima se n’è uscita con
un “nulla di fatto”. Insomma è come se la
montagna (i potenti della terra colà riuniti)
avesse partorito il più classico dei classici
“topolini”. Risultato: il riscaldamento del
globo doveva essere contenuto, entro il 2020,
attraverso controlli e verifiche nei singoli
stati, in 2 gradi centigradi. “Ettepareva”!
Ma Usa e Cina, i due maggiori paesi inquinatori,
non accettano, tranne che a parole, vincoli
allo sviluppo della loro economia (che vergogna,
mi vien da dire!). Brasile e Sud Africa,
potenze emergenti, intendono mantenere la
loro leadership tra i Paesi in via di sviluppo
dei quali si sono auto nominati paladini
(“eccirisiamo!”). La fò breve ora, solo ora,
ma ce ne sarebbe ancora da raccontare! Ognuno
ha tirato l’acqua al suo mulino. Così, oltre
il gioco degli interessi speciali, il nostro
clima è cambiato. E cambierà ancora, in modi
e misure indipendenti dalla capacità dell’uomo
ad esserne il protagonista, nel bene e nel
male. Ed allora sarà la civiltà a doversi
adattare. Ma, come ne usciamo? Elementare
(avrebbe esordito quel tale): piccole cose
(bicicletta, acquisti solidali, riduzione
di consumi energetici) e così via di questo
passo. Usando di più il cervello, magari
riusciremo a fare qualcosa di buono anche
per noi, per gli altri, soprattutto per i
nostri figli ed i figli dei loro figli. Più
consapevoli, più intelligenti e tanto, ma
tanto meno stupidi, ignoranti e presuntuosi.
Che bel augurio, direttore, per il nuovo
anno che incombe “diggià”!
“Non penso mai al futuro, arriva così presto”.
(Albert Einstein)
Giorgino Carnevali
 
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