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15 Settembre, 2002
Carlo Bergonzi: alla scoperta di un grande liutaio
Nel pantheon dei grandi liutai anche Carlo Bergonzi

*Carlo Bergonzi: alla scoperta di un grande liutaio*
Nel pantheon dei grandi liutai il nome di Carlo Bergonzi deve senza dubbio
stare accanto a quello dei più celebrati Maestri della scuola classica
cremonese. Nonostante la sua grandezza sia stata presto riconosciuta, ancora
oggi è tuttavia il meno compreso tra grandi costruttori della prima metà del
XVIII secolo. Tanto che al mondo mai gli è stata dedicata alcuna rassegna
monografica.
Nell’autunno 2010 la Fondazione Stradivari colmerà questa mancanza con la
mostra *“Carlo Bergonzi, alla scoperta di un Grande Maestro”* che si
svolgerà dal 25 settembre all’10 ottobre nel Centro Culturale Santa Maria
della Pietà.
Attraverso 24 strumenti particolarmente significativi sarà, dunque,
possibile riscoprire l’intera carriera di Carlo Bergonzi, mentre alcune
opere giovanili del figlio e unico allievo di Carlo, Michele Angelo,
testimonieranno il passaggio generazionale della bottega.
Questo numero, solo all’apparenza esiguo, rappresenta circa la metà degli
strumenti conosciuti. Già la mostra “Cremona 1730-1750, nell’Olimpo della
liuteria”, nel 2008, aveva peraltro presentato quattro violini ed un
violoncello usciti dalla loro bottega, inserendoli nel contesto della
produzione cittadina loro contemporanea. Proprio da questo confronto
emergevano tratti costruttivi assai originali.
L’impegno di ricerca della Fondazione Stradivari vuole, dunque, approfondire
con maggior attenzione l’evoluzione dello stile di Bergonzi, partendo dai
suoi primi strumenti, che riflettono in maniera evidente l’influenza di
Vincenzo Ruggeri, suo probabile maestro, fino ad indagare le crescenti
similarità con il lavoro di Antonio Stradivari.
Entro il 1730 Bergonzi sviluppa, infatti, i suoi caratteri più riconoscibili
e la sua produzione diviene quantitativamente significativa. Questo “periodo
d’oro” sarà testimoniato da otto violini particolarmente importanti.
Verso la fine del decennio gli strumenti mostrano la crescente
partecipazione all’attività della bottega di Michele Angelo: un buon numero
di violini di questo periodo di transizione verranno esposti insieme con
alcuni costruiti indipendentemente dal figlio immediatamente prima e subito
dopo la morte del padre, avvenuta nel 1747.
Uno dei punti di maggior interesse della mostra sarà, poi, l’unico
violoncello noto di Carlo Bergonzi, esposto per la prima volta insieme con
la sola viola costruita da padre e figlio probabilmente a partire da parti
iniziate e lasciate incomplete da Stradivari, recuperate quando subentrarono
nella sua bottega rilevandone l’attività. Infine, sarà esposto anche uno dei
pochi mandolini di Michele Angelo giunti fino ai nostri giorni.
Come consuetudine, inoltre, il catalogo della mostra approfondirà la
biografia dei due Bergonzi a partire da documenti d’archivio inediti
recentemente scoperti e proporrà un’estensiva analisi tecnica della loro
opera, che verrà in modo particolare comparata con quella dei grandi Maestri
della scuola classica.
Per questo importante impegno di ricerca, la Fondazione Stradivari ha saputo
coinvolgere i maggiori esperti internazionali, onde intersecare competenze
diverse e, attraverso nuove strategie di ricerca, talora mai applicate alla
liuteria, acquisire dati sui capolavori storici così da organizzare un
corpus di informazioni tecnico-scientifiche il più completo possibile sulla
famiglia Bergonzi ed i loro strumenti. La mostra è curata da Christopher
Reuning e coordinata da Virginia Villa. Il Comitato Scientifico è presieduto
Christopher Reuning e Charles Beare e vede la partecipazione di Peter Beare,
John Becker, Eric Blot, Bruce Carlson, Carlo Chiesa, Silvio Levaggi, Andreas
Post, Duane Rosengard e James Warren.
Particolarmente importante è, infine, la proposta di un convegno dedicato
alla sua opera, che avrà luogo nei due giorni immediatamente precedenti
l’apertura del salone commerciale Mondomusica. Nel pomeriggio di mercoledì
29 settembre due relazioni inseriranno la figura di Carlo Bergonzi nel
contesto della liuteria cremonese della prima metà del Settecento.
Seguiranno una tavola rotonda e un’audizione su alcuni dei violini in
mostra. Il convegno proseguirà poi la mattina di giovedì 30 con interventi
squisitamente tecnici sullo stile e i caratteri del lavoro di Carlo.
Parteciperanno alcuni tra i più rinomati esperti di liuteria a livello
mondiale, molti dei quali hanno dedicato allo studio dell’opera di Bergonzi
particolare attenzione. Si tratta, pertanto, di un momento di studio di
altissimo livello, coronamento di un’attenta opera di preparazione condotta
dalla Fondazione Stradivari in questi anni. Ma è pure un’occasione per
guardare al futuro, nell’auspicio che gli insegnamenti di Carlo Bergonzi
possano avere una vasta e benefica ricaduta sul mondo della liuteria
contemporanea.

Fondazione Antonio Stradivari
*Carlo Bergonzi: alla scoperta di un grande Maestro*
25 settembre - 10 ottobre 2010
Centro Culturale Santa Maria della Pietà

Curatore della mostra Christopher Reuning
Comitato Scientifico:
Charles Beare, presidente onorario
Christopher Reuning, presidente
Peter Beare
John Becker
Eric Blot
Bruce Carlson
Carlo Chiesa
Silvio Levaggi
Andreas Post
Duane Rosengard
James Warren
Coordinamento: Virginia Villa

*Carlo Bergonzi:*
*l’ultimo Maestro della scuola classica cremonese*

Carlo Bergonzi non proveniva da una famiglia di liutai e i suoi strumenti
che ci sono noti datano a un periodo relativamente breve, circa venti anni,
nella parte finale della sua vita. È probabile che abbia collaborato con
diverse botteghe: fonti di archivio ci informano dei rapporti di amicizia
che legavano la sua famiglia di origine con un altro grande liutaio
cremonese, Vincenzo Ruggeri, ed è possibile che questi sia stato il suo
primo maestro. Non è escluso che Carlo abbia lavorato anche per i Guarneri,
ma pare certo che, almeno negli anni Trenta, egli sia stato uno stretto
collaboratore della bottega Stradivari.
La liuteria di Bergonzi si inserisce nella tradizione cremonese per modelli
e tecniche costruttive, ma il suo stile presenta una certa originalità e una
costante evoluzione. I suoi strumenti sono in genere di alta qualità,
costruiti con grande gusto e attenzione per le finiture e con materiali
spesso eccezionali: legni di ottima scelta, vernici molto trasparenti. I
suoi strumenti più riusciti hanno caratteristiche sonore eccellenti e sono
molto ricercati. Lo stesso Paganini ne possedette uno.
Non appena l’età del giovane lo permise, Carlo Bergonzi associò alla sua
attività il figlio Michele Angelo. La grande occasione per loro giunse poco
dopo il decesso dell’ultimo liutaio della famiglia Stradivari: i Bergonzi
poterono rilevare la bottega, con la possibilità di utilizzare attrezzi,
forme e quant’altro vi si trovava, divenendo così di fatto i continuatori
della principale bottega di Cremona. Ma la morte colse Carlo quasi subito.
Michele Angelo, rimasto troppo presto privo della guida del suo maestro, non
fu in grado di sostenere la posizione che gli si offriva. La qualità del suo
lavoro non eguaglia quella del padre, e anche se egli fu di fatto l’ultimo
liutaio educato nella grande tradizione cremonese i suoi strumenti rivelano
un gusto e capacità manuali non pienamente formati e non reggono il paragone
con il lavoro dei colleghi che lo avevano preceduto. La morte di Michele
Angelo nel 1758, a 37 anni di età, interruppe una grande tradizione che
aveva avuto inizio più di due secoli prima.


_____________________
Fondazione Antonio Stradivari
Piazza S. Omobono, 3 - 26100 Cremona
tel +39 0372 801.801 - fax +39 0372 801.888
http://www.fondazionestradivari.it
e-mail: info@fondazionestradivari.it

 


       



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