15 Settembre, 2002
Il PD compie un grave errore a sostenere la Bonino. di Leone Lisè
Dopo il caso Marrazzo il Pd ha il dovere di dimostrare di avere una classe dirigente in grado di voltare pagina
Il PD compie un grave errore a sostenere
la Bonino.
Dopo il caso Marrazzo il Pd ha il dovere
di dimostrare di avere una classe dirigente
in grado di voltare pagina
Gentile direttore,
se il Pd decide di sostenere la Bonino nel
Lazio commette un grave errore.
Provo a spiegare perché:
1) Dopo il caso Marrazzo il Pd ha il dovere
di dimostrare di avere una classe dirigente
in grado di voltare pagina e di proporsi
da protagonista agli elettori. Se non ci
riesce dà prova
di estrema debolezza, oltre a sconfessare
sul nascere tutte le belle parole che giravano
all’epoca del congresso: primarie, autonomia
locale, rinnovamento, partecipazione.
2) La candidatura Bonino è stata imposta
da un partito dello zero virgola a un partito
che invece aspira a governare l’Italia. C’è
qualcosa che non va! L’ipotesi Bonino poteva
uscire
dopo un confronto tra le forze in campo,
non dopo una conferenza stampa dei Radicali.
3) L’alleanza con i Radicali alle ultime
elezioni nazionali ha portato più danni che
vantaggi. Vogliamo tornare ostinatamente
a sbattere la testa contro il muro?
4) Il Pd, giustamente, parla di rinnovamento
della classe dirigente. L’accoppiata Pannella-Bonino
è da quarant’anni sulla scena politica. Si
alleata con tutti i partiti del mondo
pur di portare a casa due seggi. Se al posto
della Bonino ci fosse stato uno tra Fassino,
Marini, D’Alema... avremmo acconsentito con
lo stesso deferente silenzio o sarebbero
scesi in piazza i cortei con le sciarpine
viola?
5) Il Pd dovrebbe essere il partito della
sintesi tra le diverse culture.
Una che chiama il Vaticano Stato Pontificio
vi sembra la persona più indicata per incarnare
questo difficile compito in una regione come
il Lazio?
6) Per fortuna abito in Lombardia e voterò
Penati. Fossi a Roma il Pd che
sostiene la Bonino non lo voterei. Ci sono
sensibilità, appartenenze culturali, percorsi
di vita che proprio non si possono inchinare
alla ragion politica.
Leone Lisé
(Castelleone)
 
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