15 Settembre, 2002
“Dialogo sulla gratuità” con don Luisito Bianchi
“L’uomo concreto, tu, io, … diventiamo persone gratuite, nel momento in cui amiamo.”
Per questa Pasqua del 2005, sessantesimo anniversario di Liberazione, La
biblioteca di WelfareCremona mette “in vetrina” un libro di non facile
lettura, come non è di facile lettura – e di scrittura - il rapporto di
ciascuno di noi con la propria fede o mancanza di fede, con la coerenza o con le
incoerenze del nostro agire quotidiano. “Dialogo sulla gratuità” –
ripubblicato nell’ottobre 2004, dopo trent’anni dalla prima uscita, da
Gribaudi Editore – riprende un tema che l’autore aveva affrontato anche in Monologo
partigiano sulla Gratuità – Appunti per una storia della gratuità del
ministero della Chiesa (Il Poligrafo, Padova, 2004), percorrendo la storia
della Chiesa lungo la trasformazione del patrimonium pauperum in patrimonium
cleri, con il pensiero fisso del “non strumentalizzare”.
Nel Dialogo tre amici si avviano sulla strada alzaia a ridosso del Po.
“Una passeggiata lungo il fiume”, parlando di pesca di storioni. La domanda
che si pongono: è tempo di storioni? Ma forse i tre pescatori-filosofi pensano
ad altro. Al “fare Memoria”, forse. “Se portiamo di dentro l’incontro
e l’attualizziamo nel momento in cui viviamo, trasmettendo poi ad altri, in
altri incontri, come segno di vita sempre presente, l’evento dell’incontro
non è abbandonato all’onda pareggiatrice del tempo-chronos, ma continuamente
riaffiora in noi stessi con la caratteristica del tempo opportuno, fedele, che
non tradisce nella cancellazione d’ogni cosa…”
“Gli storioni risalgono al luogo della loro origine”: e così gli
uomini, risalendo la corrente, dovrebbero “attualizzare il tempo dell’origine”.
E lungo la strada alzaia vicino al grande fiume si può arrivare ad “una
parola terribile che sovverte la vita”: la gratuità.
“Sì, la gratuità è la totalità, il principio e il termine, la vita…
La gratuità è pace; una pace non gratuita non è vera.
La gratuità è amore; senza di essa, l’amore è defraudato della sua
dimensione più profonda.
Potrei enumerare tutte quelle parole che sono indicatrici, per convenzione,
di valori: giustizia, bellezza, onestà, gioia… Che ne è di esse senza
gratuità?”
È sempre tempo di storioni. Lo dice il pescatore Simon Pietro. Lo dice, lo
spera, don Luisito, “…perché la gratuità non potrà mai essere scelta
da un uomo che non sia libero e non ami uomini liberi, e intenda, solo
minimamente, strumentalizzare qualcosa o farsi strumentalizzare…”
M.T.
 
Intervista su "Jesus"
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