Sessant’anni sono nella storia italiana un periodo altrettanto lungo del
periodo in cui è vissuto lo Stato liberale e oggi la Repubblica ha raggiunto
questo traguardo.
Valeva perciò la pena che un giornale come l’Unità che,dopo gli anni di
clandestinità della dittatura fascista (dal 1924, anno di fondazione, alla
Liberazione dell’aprile 1945) ha percorso tutto il periodo repubblicano si
volgesse all’indietro per rievocare con i suoi lettori e con tutti quelli che
sono interessati all’Italia contemporanea, il sessantennio per ritrovare i
volti, i luoghi, le vicende che l’hanno attraversato.
Grazie al suo straordinario archivio fotografico che alcuni tra i migliori
fotografi hanno contribuito ad arricchire nel tempo è nata così l’idea di
proporre una storia per immagini dell’Italia repubblicana scegliendo i temi di
maggior interesse e declinandoli all’interno del periodo storico analizzato.
L’intento è quello di far rivivere ai lettori che hanno vissuto l’intero
periodo e ai giovani che non lo hanno conosciuto la nascita e i primi anni dell’Italia
repubblicana, la sua lunga e difficile crescita, le tormentate vicende che la
hanno condotta lungo sei decenni all’attuale condizione di crisi e di
transizione verso un nuovo, ancora incerto, assetto politico e istituzionale.
Il tentativo che si svolgerà nelle prossime settimane con un gruppo di
volumi acclusi al giornale che usciranno a partire dal 22 settembre prossimo,
con una cadenza quindicinale, è quella di fornire ai lettori una rivisitazione
della nostra storia soprattutto attraverso le immagini fotografiche che hanno
caratterizzato le cronache e le posizioni del giornale dagli anni Quaranta ad
oggi attraverso un approfondimento tematico che consenta di rivivere i problemi
e i personaggi dell’Italia contemporanea.
Così in ciascuno dei volumi, accanto alle immagini che ne sono al centro, si
trovano rubriche di diversa lunghezza che inquadrano storicamente i vari
momenti, spiegano il senso e il ruolo di quelle immagini, riportano le
testimonianze dei protagonisti e i ricordi dei fotografi che hanno seguito gli
avvenimenti di volta in volta ritratti.
Il primo volume della serie, che aprirà tra pochi giorni la storia per
immagini è dedicato non a caso alle piazze e ai movimenti cioè a quelli che
sono i momenti in cui gli italiani, la parte più attiva della popolazione, dopo
vent’anni di silenzio e di oppressione dittatoriale da parte del regime
fascista, hanno espresso con la loro presenza e la loro mobilitazione i momenti
decisivi e drammatici della loro storia.
Si parte così da quel luogo simbolico che è stata per molto tempo piazza
Loreto a Milano dove si è consumato l’ultimo atto di una dittatura divenuta
nell’abbraccio con Hitler terribile e feroce.
Ma dopo quel tirannicidio tardivo le piazze registrano la battaglia per il
referendum istituzionale e i festeggiamenti per la vittoria, per molti versi
insperata, della Repubblica. E nel mezzogiorno si succedono le lotte contadine
per le terre che caratterizzano i primi anni del dopoguerra cui segue la strage
di Portella della Ginestra in Sicilia che segna la reazione degli agrari e della
mafia ma anche di forze oscure legate all’esplodere della guerra fredda in
Italia. E si succedono in Sicilia gli omicidi dei sindacalisti contadini che
proseguiranno fino agli anni sessanta.
Sono gli anni in cui l’opposizione socialista e comunista usa spesso le
piazze per manifestare contro la politica dei governi di centro, la polizia “celere”
del ministro dell’Interno democristiano Mario Scelba. Anni difficili di una
guerra fredda che minaccia di sfociare in un conflitto e vede episodi drammatici
come l’occupazione della prefettura di Milano nel 1947 e l’attentato a
Togliatti nel luglio 1948 che dà il via a una grande mobilitazione popolare
frenata dallo stesso partito comunista di fronte al pericolo dello scatenarsi di
una vera battaglia nelle strade e nelle piazze.
Gli anni Cinquanta trascorrono in un alternarsi di manifestazioni che segnano
la fine del centrismo e l’apertura di un periodo nuovo determinato dal decollo
industriale e dal peso maggiore che le classi lavoratrici acquistano a poco a
poco. Ma è nel giugno 1960 quando ormai il centrismo è giunto alla crisi
finale e si affaccia la prospettiva del centro-sinistra che una piazza, quella
di Genova, segna una svolta importante nella storia repubblicana.
I fatti sono noti e nel primo volume della nostra storia per immagini il
lettore troverà una serie di immagini significative per cogliere il senso di
quella battaglia popolare che condurrà la politica italiana ad accelerare verso
la nascita del primo governo di centro-sinistra.
Passano alcuni anni e con il 1968 le piazze si riempiono di studenti in
rivolta contro l’organizzazione arretrata e autoritaria della nostra
università che funziona ancora come fosse un'isola separata dalla società.
Per alcuni anni successivi le agitazioni studentesche e operaie tentano in
più occasioni di portare un’offensiva contro equilibri politici e
istituzionali che appaiono per molti versi ancora arretrati ma anche per errori
degli antagonisti e per l'offensiva di forze che temono la vittoria dei
comunisti la situazione politica non evolve verso obbiettivi di riforme adeguate
ai problemi sociali ed economici messi in luce dalle trasformazioni della
società italiana.
Gli anni Settanta vedono all’opposto l’esplosione di una violenza che si
esprime in un primo tempo con un terrorismo neofascista appoggiato da apparati
dello Stato e successivamente da un terrorismo “rosso” che attacca in primo
luogo l’incontro tra i due maggiori partiti,la democrazia cristiana e il
partito comunista, nel tentativo dei governi di solidarietà nazionale.
Sono anni bui cui segue una crisi del sistema politico repubblicano, una
stabilizzazione moderata con i governi di pentapartito e l’ascesa di Bettino
Craxi e di un partito socialista che governa in maniera conflittuale con la
parte più anticomunista del partito cattolico.
Arriviamo così agli anni Novanta e alle grandi manifestazioni di piazza
contro la mafia che segue alle stragi in cui muoiono i giudici Falcone e
Borsellino e per la pace di fronte alle guerre del Golfo e all’affermarsi
negli Stati Uniti di una politica di espansione e di guerra unilaterale tuttora
in corso. E nello stesso tempo le manifestazioni degli ultimi cinque anni contro
il governo della destra conquistato nel 2001 da Silvio Berlusconi.
Non è possibile nella crisi attuale stilare un bilancio del ruolo dei
movimenti nella società contemporanea ma la storia dell’intero sessantennio
è stata più volte segnata nel nostro Paese dall’emergere di un protagonismo
popolare che ha in più di un'occasione indicato alla politica le svolte
necessarie per uscire da difficoltà apparentemente insuperabili.