Cari amici di Welfare Cremona,
ammiro molto la capacità ritrattistica di Tullio Pericoli che, nel corso
della sua ormai lunga carriera, ha arricchito con la sua matita le nostre
conoscenze fisiognomiche di parecchi personaggi, più o meno famosi.
C' è forse più Kafka in un suo schizzo che in cento discorsi che possiamo
udire o fare sul noto autore ceco.
In un dialogo con La Repubblica del 27 giugno 2003 in occasione dell' uscita
del suo libro "Otto scrittori" (Adelphi) egli ricorda, in particolare,
il proprio diletto nel ritrarre, a distanza di anni, lo stesso viso, per
coglierne "il cambiamento, l'accumulo". Osserva però che "c' è
un momento, nella vita, in cui un viso raggiunge la sua perfezione, e capisci
che resterà quel viso lì".
Il filosofo Umberto Galimberti aggiunge che "si arriva a quel viso, una
faccia quieta che governa se stessa, nel momento in cui conquisti l'accettazione
incondizionata di quello che sei. Non sei più in guerra con te stesso, con la
tua ombra. Ammetti: ebbene sì, sono anche questo. Nietzsche lo dice bene :
diventa ciò che sei".
Riflettiamo. Che sia questo il frutto della maturità?
Valorizzare ciò che si è o che si ha ? Personalmente vi leggo un auspicio
di serenità da raggiungere al termine, o nel mezzo, delle mille fatiche
quotidiane, dentro il non sempre agile e lineare cammino dell'esistenza. La vita
a volte, nella sua normalità, può riservare gradite sorprese. In fondo, quale
miglior premio che stare bene con se stessi e, di riflesso, con gli altri ?
Cordiali saluti
Massimo Negri - Casalmaggiore (CR)