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 Dal Mondo

15 Settembre, 2002
La dissidenza ebraica
Ecumenici.org pubblica un'intervista a Mordechai Vanunu che denunciò il progetto nucleare di Israele

Riportiamo l’ultima intervista apparsa di Mordechai Vanunu. 17 anni di carcere per aver svelato l'atomica israeliana «Italia, voglio la verità sul mio sequestro» Il tecnico nucleare israeliano: «Nel 1986 sono stato rapito a Roma. Ora l'Italia deve aprire un'inchiesta su questo crimine. Ho subito il carcere e l'isolamento per denunciare l'illegalità e la pericolosità del progetto nucleare del mio paese»

Ivan Compasso da Gerusalemme.

Pochi giorni prima dell'ultimo suo arresto abbiamo incontrato Mordechai Vanunu, il tecnico nucleare che ha subìto ben 17 anni di carcere in Israele per aver denunciato la politica di proliferazione di armamenti nucleari messa in atto dal governo di Tel A Viv. Era ospite della chiesa anglicana che si trova percorrendo Nablus Road, fino in cima, lasciandosi alle spalle Damasco Gate. Nonostante le restrizioni di questi anni, è sicuro e ha voglia di parlare. Per prima cosa si rivolge ai parlamentari italiani.

«Vorrei - dice Vanunu - che qualche parlamentare ascoltasse la mia storia e la portasse in parlamento. Il mio rapimento ad opera del governo israeliano, è avvenuto a Roma, e l'Italia per questo crimine degli anni Ottanta non ha mai investigato. Solo un giudice, il dott. Sica nel 1987, ha provato ad indagare ma dopo un anno ha chiuso il caso».

Il suo caso e, più recentemente quello di Ocalan nel 1998-1999, dimostrano che l'Italia è un crocevia inaffidabile per i rifugiati politici. Cosa pensa dell'Italia?

Ho seguito le vicende del governo italiano per molti anni e penso che fosse molto ambiguo fino alla fine della guerra fredda. Come dimostra il mio caso, chiunque poteva «venire» in Italia e fare quello che voleva: Israele veniva e rapiva, i russi venivano e rapivano.... Ora l'Italia si mostra più simile agli altri stati europei e forse può capire di più il nodo che io ho rappresentato nel rapporto tra Israele e Italia dopo quello che ho rivelato al mondo, cioè il fatto che Israele ha armi nucleari. Ora l'Italia dovrebbe parlare.

La guerra fredda è finita, c'è stato l'11 settembre e c'è la guerra preventiva di Bush, il conflitto in Iraq e il «cambiamento» del Grande Medio Oriente. Come giudica il fatto che Israele continui a sviluppare la bomba atomica?

Non so che cosa abbia fatto Israele negli ultimi 18 anni. Conosco bene le cose fino a 18 anni fa. Certo, ora il mondo è cambiato, con la fine della guerra fredda. Il comunismo non c'è più, non ci sono stati o sistemi di stati nemici dichiarati per gli Stati Uniti, per la Russia e la Cina. Le armi atomiche potrebbero essere distrutte. Ma Israele non vuole distruggere il suo arsenale nucleare. Tenendo le armi nucleari, può condizionare sempre il processo di pace in Medio oriente dove fa quello che vuole, a partire dall'occupazione della Palestina, un processo che io credo non voglia realmente. Non vuole dare davvero i diritti ai palestinesi, né concedergli il loro stato. Si fa allora forte della «bomba». Invece in questa epoca non abbiamo bisogno di armi nucleari, in nessuno stato. Né in Francia, né in Gran Bretagna, né in Russia, né in Cina... Non hanno nessuna giustificazione, perché non hanno nemici che possano usare bombe atomiche contro di loro. Noi cittadini possiamo chiedere, ora, l'abolizione delle armi atomiche in tutto il mondo, per liberare il mondo dalle armi nucleari.

E, allo stesso tempo, vogliamo dall'Europa e dagli Stati Uniti che chiedano a Israele di porre termine alla sua politica del terrore. Ma nessuno parla chiaro e forte contro la politica nucleare d'Israele. Non lo fanno le Nazioni unite, gli Stati Uniti, non lo fa l'Italia... Silvio Berlusconi dovrebbe invece pubblicamente, in parlamento, chiedere ad Israele di aprire l'area di Dimona agli ispettori internazionali. Dico questo perché so che lui è venuto nel luglio del 2004 e ha sorvolato l'area di Dimona in elicottero. Israele non ha firmato il trattato Npt, di non proliferazione delle armi atomiche. Dovrebbe farlo. C' è così tanta pressione sull'Iran e c'è stata l'accusa infondata di armi di distruzione di massa per l'Iraq, mentre entrambi al contrario il trattato lo avevano sottoscritto. Se si domandasse ad Israele di farlo, se la comunità internazionale facesse pressioni in questo senso, sarebbe davvero l'unico aiuto possibile alla pace in Medio Oriente.

 


       Commento Ecumenici



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