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15 Settembre, 2002
Gli scavi di Piazza Marconi
Si definisce meglio l’edificio sul lato ovest dello scavo

Ad un mese circa dalla ultime notizie fornite sullo scavo di Piazza Marconi, ora si può dire che le indagini stratigrafiche si sono concentrate in due punti: l’edificio sul lato ovest, e la zona a sud del grande edificio venuto alla luce nello scavo del 1983, contemporaneamente sono state svuotate altre tre buche. E’ stato completato lo scavo del riempimento della stanza più a sud dell’edificio con orientamento nord/sud; tale operazione ha permesso di aggiungere alcuni tasselli all’interpretazione della costruzione. Innanzitutto sono state individuate le fondazioni dei muri divisori, che dovevano essere abbastanza massicci, e questo potrebbe indurre a ipotizzare un edificio a più piani; data la presenza di pavimenti in terra battuta e di plinti in mattoni sesquipedali che facevano parte di un sistema di sostegno del soffitto e del piano superiore, il pianterreno potrebbe essere stato di uso utilitario. Un altro elemento caratterizzante uscito dallo scavo è il progressivo dislivello dell’edificio in direzione nord/sud; infatti, la sezione dell’edificio a nord indica quattro innalzamenti successivi dei livelli degli ambienti, di m 0,40 circa. Il riempimento della stanza già scavata, quella più a sud, è costituito per lo più da resti degli edifici abbattuti durante i tristemente noti quattro giorni di distruzione da parte dell’esercito di Vespasiano.
In un volume scavato di mc 37 sono stati recuperati altri reperti di uso quotidiano come stoviglie (ceramica a terra sigillata, vetri, lucerne etc); interessante il fatto che si trovano pochissimi frammenti di vernice nera; al momento dalle ingenti quantità di macerie degli edifici distrutti sono state recuperate 165 casse di intonaci dipinti che decoravano i muri, 66 casse di 5 tipi di pavimenti mosaicati, un unico tipo di pavimento a cocciopesto e pochi elementi in pietra.
A sud del grande muro ritrovato nel 1983 è stata individuata una serie di plinti, che avevano, come in altri punti dello scavo, la funzione di reggere porticati affacciati su zone all’aperto. Ora si può asserire che di questi plinti ci furono almeno tre fasi costruttive: due sono da collegarsi alla vita degli edifici pre 69 d.C., mentre il terzo è sicuramente posteriore alla devastazione della città. I rapporti stratigrafici ci indicano che il grande edificio rinvenuto nel 1983 ha avuto una vita piuttosto lunga (da circa la metà del I sec. a.C. alla seconda metà inoltrata del I sec. d.C.).
Ciononostante, per la definizione più puntuale della organizzazione delle costruzioni e degli spazi si dovrà attendere ancora, poiché ogni nuovo elemento scavato chiarisce numerosi aspetti sconosciuti del quartiere antico. Si potrà arrivare ad una ricostruzione verosimile soltanto dopo aver terminato lo scavo archeologico e analizzato a tavolino i rilievi e gli aspetti statici dei fabbricati nell’insieme delle quattro campagne di scavo finora eseguiti.
Per quanto riguarda le buche, chiamate da noi per distinguerle, “rosse”, sono state svuotate le U.S. 589, 605, 1255 e si sta attualmente procedendo alla setacciatura dei riempimenti. La quantità dei reperti pare essere leggermente minore che nelle altre già indagate. Particolarmente interessante risulta una serie di laterizi che presentano orme di vario genere. La ragione di tale fenomeno è il fatto che i mattoni, prima della cottura nella fornace, venivano distesi al sole in luogo aperto, per permettere una essiccazione graduale evitando un’asciugatura troppo veloce, che poteva creare sfaldature e crepe nella superficie. nei piani di cemento. Come succede oggi, per caso o per sbadataggine, oppure di proposito, l’uomo e gli animali lasciavano le proprie tracce: si possono notare segni vari, tra cui orme di piedi o di mani, firme, graffiti o date.
E’ uno studio che ci permette di intravedere le piccole azioni della vita quotidiana nell’antichità. Si possono analizzare: la statura dalla misura del piede o la scarpa, il tipo di calzatura; la grandezza, il peso e forse anche la razza degli animali. Dei bolli nei laterizi e dell’organizzazione per la fabbricazione si parlerà in un altro momento.
Per le ben meritate vacanze di Natale, gli scavi chiudono dal 24 dicembre al 2 gennaio 2006, quando si inizierà a scavare gli altri vani dell’edificio sul lato nord/ovest del cantiere. Contemporaneamente si indagherà l’angolo sud/est dello scavo, per arrivare, nella zona sud del grande muro del 1983, allo sterile.

Cremona, 23 dicembre 2005

 


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