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 Economia

15 Settembre, 2002
«Salviamo il Po, l'ambiente e la nostra economia»
Mozione di Carlo Rusca (FI) e del centro destra in Consiglio Provinciale

Salviamo il Po, l'ambiente e la nostra economia, questo l'invito contenuto nella mozione presentata dal consigliere di Forza Italia Carlo Rusca e già iscritta nell'agenda dei lavori del consiglio provinciale. Dopo una premessa circostanziata, il consigliere chiede al Presidente Torchio, anche considerando il suo ruolo di Coordinatore del Comitato di Consultazione dell'Autorità di Bacino, ad impegnarsi per dare vita ad una task force progettuale che sappia accedere a fonti di finanziamento europeo ("poiché questa via d'acqua, alla pari delle autostrade e della T.A.V., è certo degna dell'interesse dell'Europa tutta"), così come è stato autorevolmente auspicato anche dal Presidente della Repubblica nella sua recente visita a Cremona.

***

Al Presidente del Consiglio Provinciale di Cremona

Mozione prot. n. 238718 del 20 dic 2005

Oggetto: salviamo il Po, l’ambiente, la nostra economia

Considerato che:

- negli ultimi 40 anni, l'alveo di magra del Po si è abbassato circa 4 metri con gravi conseguenze:

per la stabilità delle strutture di difesa

per la navigazione

per le prese irrigue

per la manutenzione delle falde acquifere

per l 'habitat della fauna ittica e l'ambiente

- l'abbassamento dell'alveo si è sempre più ristretto e, di conseguenza, la velocità media dell'acqua è aumentata, innescando nuovi fenomeni di erosione ai piedi delle difese di sponda, che hanno subito gravissimi danni e crolli, a volte proprio durante le piene, con onerosissimi lavori di ricostruzione e rinforzo;

- anche le fondazioni dei manufatti, in particolare delle pile dei numerosi ponti, hanno subito problemi di instabilità, ai quali si è dovuto ricorrere con nuovi e gravosi interventi;

- la realizzazione della prima avanconca ed ora il progetto, in fase di realizzazione, della seconda avanconca (quindi "l'avanconca dell'avanconca"!) si sono resi necessari per garantire l'accesso al Porto-Canale di Cremona proprio a causa di questo sprofondamento del letto del grande fiume;

- lo stesso ambiente perifluviale ha sofferto enormemente per l'abbassamento dei livelli idrici, perdendo gran parte delle zone umide e delle lanche, poi gradualmente e banalmente interrate, dove fioriva un rigoglioso habitat in tutto simile a quello oggi esistente e vivo a monte dello sbarramento dell'Isola Serafini, tratto di fiume dove l'abbassamento non ha avuto1uogo grazie proprio a questo impianto idroelettrico dell'ENEL;

- la regressione e la scomparsa della vegetazione acquatica idrofita causa la perdita delle funzioni dei servizi dell' ecosistema:

a) acqua-sedimento con attività biologiche che favoriscono i processi di autodepurazione;

b) ambienti acquatici marginali, importante serbatoio di biodiversità, ricchi di cibo per pesci ed uccelli e luoghi di riproduzione;

c) sostegno delle acque di prima falda che si ripercuote a distanza di alcune decine di chilometri dal fiume, a vantaggio dell'equilibrio idrogeologico, della stabilità delle costruzioni, della protezione delle falde profonde ad uso idropotabile;

d) grandi banchi di sabbia che filtravano l'acqua, ormai asportati dagli escavatori, alcuni operanti anche di notte senza che alcuno si preoccupasse di effettuare un seppur minimo controllo ma dal grande potere deterrente.

- lo sprofondamento dell'alveo ha impedito il sorgere di un interesse commerciale al trasporto fluviale stante l'imprevedibile discontinuità della praticabilità di questa via d'acqua;

- il problema, posto più volte negli ultimi cinquant'anni anche grazie all'opera della Società di Navigazione Interna della nostra Camera di Commercio, ha visto. 'sfilare' numerose occasioni per giungere ad una definitiva soluzione, seppur oggetto di numerosissimi studi e valutazioni, mai disgiunti da onerose parcelle ad accrescere i costi di un ritardo che si giustifica ormai soltanto con l'ipotesi di una 'non volontà nel fare, perché alcuna difficoltà si frapporrebbe e troppi vantaggi ne otterrebbe l'intera collettività e l'ambiente;

- tutti coloro che 'vivono sul Po', per professione, per diletto ma certo accomunati dalla grande passione per il più importante fiume d'Italia, sanno leggere e denunciare il penoso stato di incuria del fiume che reagisce, ad ogni evento meteoclimatico, con un comportamento sempre più 'schizofrenico’;

- gli impianti di pescaggio per l'irrigazione, servono circa 600.000 Ha, ossia ad una produzione lorda vendibile di circa 2 miliardi di euro e rischiano, ogni anno, di restare all'asciutto perché il livello delle acque, a parità di portata, è sempre più basso;

- dagli anni 70, gli interventi periodici per adeguare le idrovore di pescaggio dell'acqua da Cremona a Pontelagoscuro, sono costati circa 50 milioni di euro (valore odierno) e la crisi del 2003 ha evidenziato la necessità di nuovi interventi per 35 milioni di euro.

- nel 2004 sono stati incaricati la Compagnie Nationale du Rhone di Lione e l'Ing. R. Cortesi di Parma ad effettuare uno studio per rendere il Po navigabile ed eventualmente tramite canalizzazioni ulteriori, arrivare a Trucazzano (come scalo di Milano); studio dal quale è emerso che con quattro sbarramenti, ognuno affiancato da una conca di navigazione, una centrale idroelettrica ed una scala di monte per la fauna ittica, non solo si porrebbe fine allo sprofondamento del fondo, fermando le quote, finalmente, a valori progettuali compatibili con usi plurimi del fiume ed esigènze del suo ambiente, ma si produrrebbe energia 'pulita', quindi ottenendo un introito costante e rilevante, grazie al dislivello di circa 24 m tra Isola Serafini e foce Mincio (da 34 m/slm a 10 m slm);

- si raggiungerebbero molti e fondamentali traguardi:

a) acqua per il trasporto commerciale: ogni nave fluvio-marittima toglierebbe dalle strade almeno un centinaio di autocarri, con costi di trasporto molto inferiori ed altrettanta riduzione dell'inquinamento, senza contare l'alleggerimento del traffico veicolare, quindi con risparmio di altri costi e forse anche di vite umane;

b) maggior acqua per l'agricoltura;

c) energia idoelettrica (pulita e rinnovabile): calcoli effettuati dalla Compagnie Nationelle du Rhone hanno quantificato il valore dell' energia elettrica che produrrebbero attualmente i quattro impianti: 107 milioni di euro/anno.

d) Ripristino dell'ambiente. fluviale, come quello che alcuni nostri 'vecchi' amici del Po ancora ricordano;

e) Recupero e stabilizzazione della falda freatica.

f) stabile ed accattivante turismo fluviale: una indagine del Touring Club di tre anni fa, stimava che i potenziali turisti del Po fossero più di 500.000/anno (con navi, battelli, house boat ecc.), a condizione che il paesaggio sia ben diverso dall’attuale, monotono susseguirsi di scogliere e pioppeti ed aridi spiaggioni;

g) incremento dei posti di lavoro 'sul Po'.

Considerato inoltre:

che studi analoghi erano stati eseguiti molti anni fa dalla ditta SIMPO con analoghe conclusioni;

che il Canale Navigabile fino a Pizzighettone è stato inaugurato ormai da 43 anni, senza alcun interesse economico, vero motore di ogni infrastruttura di trasporto, abbia mai avuto lo stimolo à sostenerne lo sviluppo.

Dopo questa ulteriore conferma, fornita dagli studi della Compagnie Nazionelle du Rhone, forse la più esperta al mondo, ogni ulteriore esitazione o ritardo non avrebbero parole adeguate per il meritato disappunto;

Atteso che, con la bacinizzazione del fiume, il Porto diventerebbe agibile assieme al canale e finalmente si potrebbe attrezzare la grande area logistica di Pizzighettone. In seguito, con l'avvio della navigazione commerciale/industriale, creandosi le condizioni, si potrebbe arrivare fino a Trucazzano, coronando un'idea ormai vecchia di sécoli ma tuttora valida..

Che non è più possibile governare il fiume Po, assieme ai suoi affluenti, come se fosse un semplice canale di bonifica con il solo scopo di allontanare le acque al più presto per scaricarle in mare;

Anche dagli atti dei numerosi, ed onerosi, convegni degli ultimi 40 anni si sono evidenziati, con una monotonia esasperante, i soliti problemi mai risolti che, nonostante investimenti miliardari, appaiono sempre. e penosamente gli stessi, per giunta con profili di crescente aggravamento, quasi ad essi ci si dovesse rassegnare per crudele inevitabile destino.

Constatando, amaramente, che il nostro grande fiume - del quale noi, facenti parte delle comunità ad esso rivierasche e con esso cresciute nei secoli, siamo responsabili - una volta poteva definirsi grande e maestoso e che oggi si mostra misero e dimenticato in tutte le sue enormi potenzialità ed aspettative di vita per l'ambiente e per le comunità stesse.

'Per tutto quanto qui considerato, invito il Presidente Torchio, anche in qualità di Coordinatore del Comitato di Consultazione dell'Autorità di Bacino, ad impegnarsi per superare le apparenti strenue, ma per questo ancor più incomprensibili, resistenze, per ottenere la formalizzazione di una task force progettuale che elabori le linee programmatiche per un progetto coordinato che possa accedere a fonti di finanziamento europeo (poiché questa via d'acqua, alla pari delle autostrade e della T.A.V., è certo degna dell'interesse dell'Europa tutta), così come è stato chiaramente, auspicato, con toni non disgiunti da un garbato ma chiaro monito, dal sig. Presidente della Repubblica nella sua recente visita a Cremona.

Firmato il Cons di Forza Italia
Carlo Rusca

Hanno sottoscritto la mozione
Antonella Poli (Fi), Renato Ancorotti (Fi), Edoarda Benelli (Fi), Giuseppe Redegalli (Fi), Giuseppe Fontanella (Fi), Franco Mazzocco (Lega Nord), Cesare Giovinetti (Lega Nord), Walter Longhino (Lega Nord), Maurizio Borghetti (An), Pierfranco Patrini (Udc)

 


       



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