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15 Settembre, 2002
Evitato lo sfascio Prodi: «Ora dialogo»
La Costituzione è salva. Il No alla riforma di Bossi e Berlusconi è al 61,4%. Il Sì vince solo in Lombardia e Veneto, ma non a Venezia e Milano (e nemmeno a Cremona)

Chi si ricorda di Francesco Speroni, il cowboy della Lega? Da eurodeputato torna sulla scena politica lunedì per commentare la bocciatura della Devolution, la bandiera che la Lega ha agitato davanti a tutti i "tori" di tutte le corride politiche degli ultimi cinque anni e più, una bandiera che gli italiani hanno mandato in soffitta votando No in massa al referendum che avrebbe dovuto confermarla. Eccolo Speroni nella sua ultima camarilla: «Gli italiani fanno schifo e l'Italia fa schifo. Perché non vuole essere moderna e hanno vinto quelli che vogliono vivere alle spalle degli altri». Olè. Un ultimo giro di giostra poi, come ha consigliato il leader delle Camicie verdi Umberto Bossi «bisogna cercare rifugio in Svizzera».

Il risultato che viene dalle urne è netto, come fanno notare all´Unione. Non è piaciuto l´impallinamento della Carta costituzionale. Gli italiani sono andati a votare – l´affluenza è stata del 53,6 percento, da quorum se ce ne fosse stato bisogno – e sono andati a votare No. Il presidente del Consiglio Romano Prodi si è sempre sottratto dall´attribuire alla consultazione referendaria un senso politico. Non è un referendum sul governo, ha più volte ricordato. Ma è evidente che il risultato – con tutta l´Unione compatta per il No e il centrodestra schierato sul fronte avverso - «rende più fiduciosa» la compagine governativa. Il governo – ammette infatti il prodiano Arturo Parisi, ministro della Difesa - esce «confortato dal consenso dei cittadini». Insomma «il voto rafforza il governo e la maggioranza».

Anche Piero Fassino, segretario della Quercia, è soddisfatto. Non solo per la difesa della Costituzione dai tentativi di sfascio. «È stato anche ricacciato indietro il tentativo di chi dall'opposizione voleva utilizzare la consultazione per demolire governo e maggioranza».

Da stasera la controriforma del centrodestra potrà essere archiviata. Ma bisognerà anche trarre qualche conseguenza politica dell´indicazione degli elettori? C´è nel centrodestra infatti un sempre più accentuato scalpitamento delle mandrie centriste. E non solo i Tabacci e i Follini. Ora c´è persino un esponente molto più moderato dell´Udc come Francesco D´Onofrio che, pur non avendo speso finora molte parole per distaccarsi dalla campagna per il Sì al referendum, chiede al centrosinistra l'apertura di un tavolo di confronto su modifiche costituzionali concordate. D´Onofrio evidentemente si propone essendo stato uno dei redattori della controriforma sonoramente bocciata dagli elettori. Ma lui imperterrito ripropone di intavolare un dialogo e ribadisce i punti a suo avviso fondamentali di revisione della Costituzione: il procedimento di revisione della Costituzione stessa e il rapporto Nord-Sud.

Secondo D'Onofrio, infine, non ci saranno conseguenze da parte della Lega alla luce del risultato delle urne. Del resto lo stesso Pierferdinando Casini nei giorni scorsi aveva fatto delle avances all´Unione, esprimendo una generica disponibilità a votare la manovra sui conti pubblici e magari anche il rifinanziamento delle missioni all´estero (domani il governo dovrebbe metterle in calendario).

Naturalmente queste manovre di avvicinamento mettono in allarme la sinistra dello schieramento di maggioranza. E così ancora commentando il referendum, Franco Russo, deputato del Prc-Sinistra Europea, membro dell'esecutivo "Salviamo la Costituzione" sottolinea: «C'è stato un impegno plurimo da parte dei sindacati dei partiti e dell'associazionismo ma questo voto va oltre la politica e ci dice che d'ora innanzi la Costituzione va messa in sicurezza abbandonando ogni idea che lede l'articolo 138, come le bicamerali nate con leggi speciali». Del resto il testo a cui ha collaborato D´Onofrio viene definito ancora «eversivo» dallo stesso Parisi.

Mentre il ministro delle Riforme Vannino Chiti parla di«una bellissima risposta» a un «pasticcio sgangherato che avrebbe messo in forte difficoltà il Paese». Una risposta – si augura il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento – in grado di chiudere definitivamente una fase di divisioni e di contrapposizioni attorno a un tema che per i cittadini deve essere comune e che deve venire prima della scelta per il centrodestra o il centrosinistra: la Costituzione». «Questa consultazione - aggiunge Chiti - deve invece aprire una stagione di serietà, di rigore e di impegno per lavorare assieme, maggioranza e opposizione, coinvolgendo i cittadini e le organizzazioni della società civile, a riforme che siano giuste e vere». Una risposta, aggiunge il segretario Ds Fassino che dimostra come anche il Nord si fidi molto di più del centrosinistra che non del centrodestra. «Si tratta di un voto in cui prevale la ragione e respinge chi proponeva lo sfascio delle istituzioni. Adesso, spazzato via il brutto pasticcio che era stato confezionato dal centrodestra, è possibile riprendere il cammino di un confronto fra tutte le forze politiche per fare quelle riforme vere e serie di cui il Paese ha bisogno».

«Come maggioranza di governo è ora nostro dovere aprire il dialogo con tutte le forze politiche per discutere insieme gli aggiornamenti da apportare alla Costituzione», dice Romano Prodi lunedì sera.

da L'Unità del 26.06.06

Se clicchi sull'allegato potrai leggere i risultati di Cremona.  


       CommentoIl referendum a Cremona



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