15 Settembre, 2002
Un articolo in cerca di pubblicazione
Su un quotidiano locale il 13 aprile scorso è apparso un articolo che attaccava e denigrava il lavoro pubblico ....
Su un quotidiano locale il 13 aprile scorso è apparso un articolo che attaccava e denigrava il lavoro pubblico ....
CGIL, CISL e UIL confederali e di categoria hanno mandato al giornale una lettera che il quotidiano non si è mai degnato di pubblicare!
Probabilmente la libertà di espressione non è un valore certo!
Chiediamo a voi di pubblicarla. Questo il testo.
CGIL-CISL-UIL Confederazioni e Sindacati di categoria
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Stupiti! Questo è il sentimento più tenero che ci ha attraversato, dalla testa ai piedi, leggendo l'articolo: “Pubblico Impiego, il potere forte”.
Stupiti per le dichiarazioni ed i giudizi trancianti che in maniera affrettata e semplicistica il giornalista compie sul lavoro dei dipendenti pubblici.
Il Sindacato è forte proprio perché resta saldo ai suoi principi anche se il governo cambia colore, perché i diritti dei lavoratori non hanno colore, restano sempre e solo diritti.
E il diritto ad avere un contratto, con aumenti garantiti su tutto il territorio nazionale, è un diritto basilare per tutti i lavoratori, pubblici e privati.
Da quasi due anni questo contratto non c’è e siccome i dipendenti pubblici, a differenza di altri, gli stipendi non se li fanno da sé, il loro stipendio è fermo e immobile, mentre i prezzi salgono.
E circa l’aumento conquistato, questo deve essere poi differenziato tra i vari comparti e le categorie di inquadramento (ovvero i 100 euro medi sono in realtà tra 60 e 140). E sono lordi, per cui in alcuni casi diventeranno 40 euro ogni mese. Alla famiglia che percepirà 40 euro mensili in più, con due anni di ritardo, glielo racconta il giornalista che questo è un tesoretto!!!
Ricordiamo inoltre che i dipendenti pubblici non hanno nulla da nascondere alla “triade Prodi-Schioppa-Visco” perché essi pagano il loro contributo allo Stato e al Welfare direttamente in busta paga, mentre altri non pagano affatto o molto poco. Ben venga, dunque, l’inasprimento all’elusione/evasione se porta tutti quanti (non solo il parco-buoi) a dare in proporzione a quanto guadagnano per il mantenimento di uno Stato di qualità e di diritti.
Siamo inoltre amareggiati e indignati per le banali e stantie affermazioni su “fannullopoli”, che ammucchiano in un unico offensivo termine milioni di lavoratori che, invece, garantiscono quotidianamente, con qualità, professionalità e passione, i diritti dei cittadini, nelle scuole come negli ospedali, come nei municipi, ovvero in tutti i servizi pubblici ed al “servizio” dei cittadini.
Infine va detto che questo Sindacato è da anni impegnato a chiedere non solo riforme, ma riorganizzazioni e razionalizzazioni qualificanti dei servizi e, non meno importante, la valorizzazione del lavoro pubblico, inteso come lavoro che garantisce eguali diritti e pari opportunità a tutti i cittadini. Questo valore deve ritornare al centro dell’impegno dello Stato. In questi ultimi anni ci è sembrato invece forte il tentativo di ridurlo, disegno arginato solo grazie alla determinazione della lotta dei lavoratori.
Le tracce però restano, e ce ne dispiace, soprattutto nelle qualunquistiche riflessioni di alcuni.
 
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