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15 Settembre, 2002
Lettera aperta all’amico Cerini (di Maurizio Tiriticco)
Riflettendo su una serie di snodi che corrono tra le Indicazioni per il curricolo e l'innalzamento dell'obbligo di istruzione, mi sono accorto che ci sono ancora dei grossi nodi da sciogliere!

Caro Giancarlo,

scrivi sempre cose tanto suadenti, ma devi anche pensare ad aiutare noi tutti a capire quali scelte la commissione Ceruti sta ipotizzando per quanto riguarda il passaggio media-biennio. In un paio di righe del tuo ultimo scritto – pur estremamente interessante sotto il profilo culturale – di fatto lo liquidi come un problema tuttora in apnea: il che – converrai – è assolutamente insufficiente. La questione te la esprimo in una serie di punti, che d'altra parte conosci molto bene, e vorrei che ti esprimessi in merito non solo per me, ma anche per i tanti dirigenti e docenti che giorno dopo giorno devono operare delle scelte in un contesto normativo dalle indicazioni assai incerte.

A) L'esame di terza media quest'anno si farà perché la Costituzione lo prevede, ma, nella misura in cui il biennio sarà riformato all'interno della complessiva riforma del secondo ciclo (e i due anni a disposizione corrono veloci!), se ne prevede o no una abolizione? E ciò per favorire un passaggio "morbido" tra media e biennio? Ed un siffatto passaggio sarebbe non solo auspicabile, ma necessario, proprio per ragioni di curricolo: nelle Indicazioni costituiscono forti fattori unificanti sia le tre aree disciplinari che i traguardi per lo sviluppo delle competenze.

B) Se è corretto prevedere l’abolizione dell’esame, avrebbe senso invece rafforzarne la validità proponendo una quarta prova scritta, a carattere nazionale, prodotta dall’Invalsi? Ho tanti dubbi, anche perché, non essendo assolutamente certi i livelli essenziali di uscita (stante il fatto che alle scuole è stata data ampia libertà di giostrarsi tra i programmi del ’79, le Indicazioni morattiane e quelle cerutiane), non vorrei essere nei panni degli esperti Invalsi chiamati a produrre la prova! Né in quelli degli insegnanti, esposti ad un ulteriore momento di incertezza e proprio in una situazione di esame di Stato!!! Quando si elaborano norme dettate solo dalla fregola per tentare solo di tappare qualche buco senza sapere che se ne possono aprire altri e senza avere un’ampia prospettiva di insieme, si creano nuovi problemi invece di risolvere quelli noti! Una conclusione centrata su una nuova quarta prova toglierebbe spazio ad un’altra doverosa attenzione, quella della ricerca di una effettiva continuità tra media e biennio.

C) Ed ancora! Si prevede che, al termine del decennio obbligatorio, la semplice certificazione delle competenze acquisite dall’alunno (peraltro, sulla base di un modello ancora tutto da studiare) possa e debba costituire di fatto e di diritto una più avanzata "lettura" dell'adempimento dell'art. Cost. 33, c. 5 che prescrive un esame di Stato a conclusione dei vari ordini e gradi di scuole? Ricordiamoci che nel '47 non c'era neanche l'idea del concetto di certificazione di competenze. E ti sottolineo che, se con la scuola media si conclude un ciclo, non si conclude però il percorso obbligatorio. Conta più un curricolo continuo e verticale, proiettato nella futura organizzazione del nostro Sistema di istruzione obbligatorio, che una scansione ciclica ancorata alla scuola del passato! E’ un nodo che nel corso dei prossimi due anni “riformatori” dovremo sciogliere! In effetti, un ciclo ha un valore tutto formale, mentre è un percorso decennale, per di più obbligatorio, che assume un pieno valore sostanziale.

D) Tra qualche mese gli esami di terza media come si concluderanno? Mi sembrerebbe ridicolo e scorretto che a qualcuno pungesse vaghezza di riproporre nuovamente alle commissioni di certificare competenze, e ciò per due ragioni: una strumentale, dopo l’ineluttabile fiasco della certificazione alla Moratti; ed una funzionale, il fatto, cioè, che – se si ritiene che le competenze sono una cosa seria e non una innovazione formale e amministrativa escogitata per tacitare ciò che ci richiede l’Unione europea – si può parlare di una loro effettiva certificazione solo alla conclusione dell'intero percorso obbligatorio. Del resto, la stessa Raccomandazione europea del 5 settembre 2006 sugli otto livelli di uscita dai diversi sistemi di istruzione e di formazione indica che il livello primo è quello dell’uscita dall’obbligo di istruzione: ed è su questo livello che sono indicate quelle competenze culturali e di cittadinanza che, con tutte le curvature del caso, devono essere largamente comuni a tutti i sistemi scolastici dell’Unione. Ciò dovrebbe significare che si dovrebbe parlare di certificazione di competenze solo a conclusione dell’obbligo ottonale. Ed in tal senso io vorrei leggere quel titoletto delle Indicazioni per il curricolo in cui si parla solo di traguardi per lo sviluppo di competenze: e non si parla mai di una loro certificazione al termine della terza media.

E) L’ultima… quisquiglia – se la vuoi chiamare così – riguarda la storia e la geografia. Quando dovrebbe cominciare il loro studio “sistematico”? Le virgolette stanno ad indicare che si tratterebbe pur sempre di una sistematicità adatta allo sviluppo del bambino. Dalle Indicazioni non si evince. Né si capisce se per secondo biennio della primaria (pag. 82 delle Indicazioni) si debbano intendere le classi terza e quarta o le ultime due. Anche se sembrerebbe corretto lasciare ai singoli CdC la scelta – almeno nella fase di transitorietà di questi due anni – resta pur sempre il fatto che un bambino che passa da una scuola all’altra si potrebbe trovare o ad ignorare pezzi di storia o a studiarli anche più di una sola volta!

Illuminami! Illuminaci!

Roma, 7 novembre 2007

Maurizio Tiriticco

 


       



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