15 Settembre, 2002
*I cattolici nel PD non discriminati, ma colonna portante*
Walter Veltroni scrive al direttore di Famiglia Cristiana
«Uniti per il bene comune, come prova il nostro obiettivo
programmatico di arrivare a un fisco a misura di famiglia».
Caro Direttore,
condivido la sua preoccupazione: «La gara che si
profila sull'orizzonte della campagna elettorale tra chi è più
cattolico e chi è più laico rischia di far male al Paese».
E sono ancor più d'accordo con Lei, quando scrive che «l'identità
non è il fine, anche se non si può prescindere da essa per battere
le strade del realismo, sforzandosi di conseguire il bene comune e
ragionando sulla sua utilità per l'intero Paese».
Il Partito democratico è nato con questo duplice scopo: porre al
centro dell'azione politica non l'affermazione, da parte di
ciascuno, della propria identità, ma la valorizzazione di essa nel
confronto con altre identità, nella comune ricerca del bene comune
del Paese; e lavorare non per rialzare storici steccati tra laici e
cattolici, ma al contrario per promuovere la collaborazione attorno
a un progetto politico e a un programma di governo per l'Italia.
Accettare la cultura del dialogo
A tutti coloro che hanno deciso e stanno decidendo di accogliere il
nostro invito a entrare nelle nostre liste, sottoscrivendo il nostro
programma, insieme all'impegno a far parte del nostro gruppo
parlamentare dopo le elezioni, abbiamo chiesto di condividere la
nostra stessa disponibilità a superare la cultura delle identità
separate e di accettare quella cultura del dialogo e della
mediazione che, come lei ricorda, Aldo Moro ha insegnato ai
cattolici democratici e non solo a loro.
Non c'è quindi ragione di temere che nel Pd i cattolici siano
mortificati.
Al contrario, è di tutta evidenza come essi rappresentino una delle
colonne portanti del partito: non solo sul piano quantitativo, che
peraltro non ha confronti in nessun'altra parte dello schieramento
politico, ma anche sul piano della qualità e dell'autorevolezza
delle idee, così come delle donne e degli uomini che le portano
avanti.
Ne è prova da ultimo la convergenza, tutt'altro che improvvisa e
sorprendente, tra il forte appello di Famiglia Cristiana e del Forum
delle associazioni familiari per un fisco "a misura di famiglia" e
le proposte programmatiche che ho presentato nei giorni scorsi come
candidato del Partito democratico al governo del Paese.
Un fisco che non tiene veramente conto dei carichi familiari, dite
giustamente, è un fisco ingiusto; e un fisco ingiusto significa
famiglie che non ce la fanno, figli che non nascono e, in
definitiva, un Paese che non si rinnova e che non cresce.
Per invertire questa pericolosa tendenza, voi proponete di
introdurre un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo
di mantenimento di ogni figlio a carico. Nell'ambito di un programma
che considera le politiche per la famiglia un cardine fondamentale
della nostra strategia, sia per il rilancio dello sviluppo
economico, sia per la crescita della qualità sociale, noi abbiamo
proposto misure incisive per favorire l'occupazione femminile, oggi
in Italia ai più bassi livelli d'Europa, e una politica per la casa,
in particolare a favore delle famiglie che non possiedono
l'abitazione e devono sottostare a un mercato degli affitti che
strangola il loro reddito.
Finalizzata al nostro "grande obiettivo programmatico", come lo
abbiamo definito, di invertire l'attuale trend demografico, abbiamo
proposto un sostegno significativo delle famiglie con figli,
attraverso l'introduzione di una "Dote fiscale" per i figli. La Dote
sostituisce gli attuali assegni per il nucleo familiare e le
detrazioni Irpef per i figli a carico, assicura trattamenti
sensibilmente superiori a quelli attuali e si rivolge anche ai
lavoratori autonomi. Pensiamo a un valore iniziale della Dote di
2.500 euro per il primo figlio. La Dote aumenterebbe, poi, in base
al numero dei figli, secondo parametri di equivalenza, ma in modo da
migliorare i trattamenti anche per i redditi medi e medio-alti.
Man mano che, nel corso della legislatura, andrà avanti il nostro
lavoro di riduzione della spesa corrente primaria e di recupero
dell'evasione fiscale, potremo rivalutare la Dote, fino a farla
coincidere con l'ammontare della deduzione proposta dallo stesso
Forum delle associazioni familiari.
Sono convinto, caro Direttore, che su temi come questi, dai quali
dipende il futuro stesso dell'Italia, si possa e si debba costruire
la più ampia convergenza di forze sociali, culturali e politiche e
si possa dar vita, in Parlamento, a una fattiva collaborazione tra
maggioranza e opposizione. Questo sarà comunque il nostro impegno.
Con i più cordiali saluti
Walter Veltroni
***
Prendiamo atto degli impegni che si assume Walter Veltroni,
soprattutto per attuare una politica che dia concreti sostegni alle
famiglie, sempre più in serie difficoltà a mettere al mondo dei
figli e a farli crescere. Verificheremo nei fatti quale peso avrà la
componente cattolica nel partito; come e quando verrà realizzato "un
fisco più a misura di famiglia"; infine, se l'accordo del Pd con i
radicali – oggetto delle nostre riserve – renderà più agevole la
realizzazione di questo programma.
Il Direttore di Famiglia Cristiana
 
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