15 Settembre, 2002
Mostra.CONTROLLED MENTAL SPACE
CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea associazione non profit
CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea associazione
non profit
TITOLO DELLA MOSTRA: CONTROLLED MENTAL SPACE
ARTISTA: ANNAMARIA TINA
CURATORI: Dino Ferruzzi, Gianna Paola Machiavelli
INAUGURAZIONE: Sabato 4 Novembre 2008 ore
18.00
APERTURA AL PUBBLICO: dal 4 Novembre 2008
ORARI DI APERTURA: da lun a ven ore 10.00
– 16.00 sab ore 10.00 – 13.00 e su app.
PATROCINI: Comune e Provincia di Cremona
Evento organizzato in occasione della Giornata
del Contemporaneo promossa da AMACI
SEDE e INFORMAZIONI:
CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea
Liceo Artistico Statale "Bruno Munari"
Via XI Febbraio 80 – Cremona
tel/fax 0372 34190 – cell. 347 7798839 - crac.cremona@artisticomunari.it
Anna Maria Tina, nata a Mainz, Germania,
vive e lavora a Bologna. E’ un'artista che
predilige il corpo come mezzo, veicolo di
relazione con la realtà, con l'ambiente circostante
ed in particolar modo con gli Altri.
Lo spettatore diventa una figura centrale
che deve entrare ed appropriarsi dell'opera.
In Controlled Mental Space il fruitore può
occupare il posto dell'artista “accettando
di subire delle costrizioni”, in pratica
adattarsi alle misure fisiche della performer.
Nel suo lavoro, frutto della fusione di tre
espressioni artistiche quali la performance,
l'installazione e l'installazione sonora,
Anna Maria Tina divide lo spazio in porzioni
utilizzando fili metallici. Posta al centro
dello spazio, la performer indossa un frontino-maschera
in acciaio (su cui sono incise le proprie
misure craniometriche) da cui partono numerosi
fili metallici che collegano vari punti dello
spazio.
Lo spazio fisico coincide con quello mentale
in quanto sono le misure del corpo a fungere
da modulo, è su questo che viene costruita
la struttura metallica, le sue diramazioni
e l’azione.
Tutto è a misura del corpo dell'artista e
chiunque sia compatibile con le sue misure
può sostituirla. Possiamo affermare che si
tratta di una ricerca di identificazione
nell'Altro, della ricerca di uno spazio relazionale
che però si rivela ancora costrittivo.
Una luce bianca di neon, abbagliante, suoni
elettronici costruiti su scala esatonale
emessi in tempi irregolari accompagnano l'intera
performance.
L'idea di questo lavoro nasce dopo che Anna
Maria Tina si è incuriosita ai progetti che
hanno studiato le potenzialità mentali di
quelle persone che possiedono capacità telepatiche.
Studi realizzati soprattutto da Leonid L.
Vasilev nell’ex Unione Sovietica negli anni
della Guerra Fredda. Lo studioso cercava
le basi della telepatia in un'energia psichica
affine alle energie fisiche conosciute. Come
spesso succede, certi esperimenti furono
utilizzati a scopo militare per indagare
il potere dominante capace di entrare nelle
menti altrui e influenzare i pensieri e le
decisioni delle persone sottoposte a questi
trattamenti. Per questi studi furono utilizzati
misurazioni craniometriche, controllo sociale,
tortura psicologica. Interessanti a proposito
sono la raccolta di testimonianze di persone
che sono state perseguitate e controllate
attraverso l’utilizzo di armi elettromagnetiche,
impianti di microchip sottocutanei non autorizzati.
Pratiche aberranti, che si sono insinuate
profondamente nella mente delle persone che
hanno subito simili trattamenti, fino ad
interferire con i comportamenti ed i pensieri
personali dei perseguitati.
Controlled Mental Space è un progetto che
ci coinvolge in queste questioni, Anna Maria
Tina utilizza il corpo (e la performance)
come mezzo di RELAZIONE possibile con gli
altri, con lo spazio architettonico e le
realtà che queste determinano, con le strutture
di pensiero.
L'Altro e l'alterità diventano possibilità di identificazione,
indagine di elementi immateriali, energetici,
che incidono sullo spazio fisico attraverso
il corpo, le sue misure, il suo spazio privatissimo
e comune. L'azione trasporta i fruitori all'interno
di un “concetto di campo”, un campo affine
a quelli conosciuti – gravitazionale, magnetico,
ecc. - ma costituito da forze psichiche e
fisiche, tale da occupare tutto l'universo
non solo spaziale, ma anche temporale, da
formare una sorta di rete attraverso la quale
il tutto comunica con tutto.
 
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