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						 15 Settembre, 2002  
						Chiamparino, il ministro ombra si schiera con Bresso  
						*Su Eluana c'è una sentenza. Sacconi non fa il suo dovere* *Senza una linea comune sul testamento biologico il Pd non è più un partito* - di Tommaso Labate su Il Riformista del 22 gennaio 2009
  
                      C'è una sola premessa da fare. Stavolta, dice Sergio 
Chiamparino, «della polemica politica non mi frega un bel nulla». 
Anche perché, mai come stavolta, «tutti fanno finta di non sapere che 
c'è una sentenza della Cassazione». Una sentenza, aggiunge, «che va 
rispettata soprattutto perché, in assenza di una legge, è l'unico 
riferimento normativo che abbiamo».
  
Il sindaco di Torino, dirigente nazionale del Pd e ministro ombra del 
Federalismo, affida a quest'intervista al Riformista la sua posizione 
sul caso Englaro («Sono d'accordo con la scelta della Bresso»), sul 
testamento biologico («A mio avviso, è necessario») e sul 
comportamento del suo partito, che sul tema ha deciso di non 
decidere. «Su una questione come questa - dice Chiamparino - il Pd ha 
il dovere di arrivare a un punto di compromesso, a una posizione 
unitaria. Se non lo facciamo, vorrà dire che non siamo un partito ma, 
più semplicemente, un gruppo di amici che stanno insieme».
  
Sindaco, Mercedes Bresso ha dichiarato la disponibilità del Piemonte 
ad accogliere Eluana.
  
Io sono perfettamente d'accordo con questa scelta. Ripeto: c'è una 
sentenza della Cassazione ed è nostro dovere rispettarla e farla 
attuare. Tutto il resto è polemica politica, una strumentalizzazione 
di cui, soprattutto in questo caso, bisognerebbe fare a meno.
  
Il ministro Sacconi però insiste, nega di tenere «sotto scacco» le 
strutture ospedaliere private. Lei che ne pensa?
  
Chi fa il ministro ha il compito di far rispettare le leggi. E in 
assenza di una legge, il pronunciamento della Cassazione è l'unico 
riferimento normativo che abbiamo. Di conseguenza, la scelta del 
Piemonte sopperisce a una «mancanza» di Sacconi.
  
Lei è favorevole a una legge sul testamento biologico?
  
Tanto per citare l'esempio di Eluana, credo che il padre Beppino sia 
l'unico, autentico, interprete della volontà della figlia. A mio 
avviso, andare in questa direzione è moralmente giusto ed eticamente 
corretto.
  
I gruppi parlamentari del Pd, però, sul caso specifico hanno scelto 
di non scegliere. La discussione dell'altro giorno si è conclusa 
senza una votazione finale...
  
Su questioni eticamente sensibili un partito non deve imporre nulla. 
Ma il pensiero della maggioranza deve essere tradotto in un atto 
politico.
  
In che senso?
  
Nel senso che una maggioranza non può imporre al mio amico Bobba 
(esponente teodem, ndr) di pensarla allo stesso modo. Ma di fronte a 
temi che sono sempre più centrali per il paese, e il testamento 
biologico lo è, non si può scegliere non scegliere. Se il Pd non ha 
ancora prodotto una posizione comune su questo terreno... beh, è 
arrivato il momento di recuperare.
  
Molti dei cattolici del Pd, però, si appellano alla «libertà di 
coscienza».
  
Io capisco la libertà di coscienza nel caso in cui, ad esempio, si 
discuta di un ordine del giorno sull'eutanasia; tra l'altro, credo 
che anch'io sarei contrario. Ma qui parliamo di un'altra cosa: nel 
momento in cui il Parlamento si prepara ad affrontare il tema del 
fine vita, il Pd ha il dovere di maturare una posizione comune. Sennò 
significa che non siamo un partito ma solo un gruppo di amici. Il 
testamento biologico è diventato un tema cruciale, sul quale noi 
dobbiamo essere in grado di trovare un punto di mediazione, di 
elaborare un nostro testo, di presentare proposte di legge.
  
Detta così, il «testamento biologico» sembra un argomento perfetto 
per la conferenza programmatica che il Pd si prepara ad affrontare. O 
sbaglio?
  
Tutt'altro. Guardi che la conferenza programmatica del Pd non è 
soltanto la sommatoria delle nostre ricette per gli imprenditori, gli 
insegnanti, gli operai e via dicendo. In quella sede si discuterà 
anche di ambiente, dal nucleare agli ogm. Per questo la questione 
dei «confini della vita» può e deve essere affrontata nella 
conferenza programmatica. Più che altro, mi stupirei se non fosse 
così...
   
 
          Fonte
 
 
 
  
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