15 Settembre, 2002
Il Ptcp mercoledì in consiglio provinciale
Mercoledì il consiglio provinciale sarà chiamato a votare la variante al Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) e ad esprimersi anche sulle osservazioni presentate.
Mercoledì il consiglio provinciale sarà chiamato
a votare la variante al Piano territoriale
di coordinamento provinciale (Ptcp) e ad
esprimersi anche sulle osservazioni presentate.
La variante è stata elaborata per adeguare
lo strumento di pianificazione territoriale
alle modifiche intervenute nella legge urbanistica
regionale. Fra le novità più importanti la
definizione degli Ambiti agricoli strategici.
In base alla legge le aree agricole infatti
non sono più, nella pianificazione territoriale
e urbanistica, le aree residue, cioè non
definite come aree residenziali, produttive,
a verde, per servizi eccetera. E’ invece
necessario definire preventivamente le aree
agricole di importanza strategica, che cioè
dovranno essere mantenute legate all’attività
agricola.
Nella proposta di Ptcp tali aree comprendono
l’89% del territorio provinciale. Ciò significa
che solo l’11% del territorio può essere
utilizzato per altri scopi.
Se il sistema agricolo è il più importante,
il Ptcp si occupa di altri “sistemi” territoriali:
il sistema socio economico, il sistema paesistico
ambientale, il sistema infrastrutturale,
il sistema insediativo, il sistema gestionale
decisionale.
Altre novità introdotte nel Ptcp riguardano
la pianificazione delle aree insediative,
sia industriali che residenziali, le quali
vengono distinte fra “esogene” ed “endogene”:
le prime destinate a insediamenti non derivanti
da richieste “interne” ai territori, e quindi
tendenzialmente sovracomunali, le seconde
invece destinate al completamento delle richieste
interne ai Comuni. I questo modo si può evitare
il proliferare di aree insediative in ogni
Comune, per programmarle invece, attraverso
accordi, su scala sovracomunale, con risparmio
di territorio e di costi.
In questo una parte fondamentale sarà svolta
dai Piani territoriali d’area, strumenti
di aggregazione e coordinamento volontario
fra Comuni per gestire unitariamente un territorio
vasto. Un’esperienza innovativa sia in Lombardia,
dove pure i Piani d’area sono previsti dalla
legge urbanistica, che a livello nazionale.
Ne sono già partiti due nel Cremasco, il
Pta di Crema che coinvolge 18 Comuni e quello
dell’Alto Cremasco che ne coinvolge 9. Tali
Piani d’area, una volta definiti e approvati,
diventano parte integrante del Ptcp.
E proprio oggi l’assessore provinciale al
Territorio Agostino Alloni è stato invitato
a Genova in qualità di relatore a un convegno
organizzato dalla Provincia di Genova, dall’Upi
e dall’Inu (Istituto nazionale di Urbanistica)
per discutere della programmazione di area
vasta. Alloni ha parlato del Piano d’area
di Crema come esempio di una pianificazione
condivisa e sostenibile, che ha come obiettivo
uno sviluppo basato non sull’utilizzo indiscriminato
del suolo ma al contrario sulla limitazione
di tale uso e sulla concertazione delle strategie
territoriali.
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