15 Settembre, 2002
Quo usque tandem abutere, Teleimbonitore, patientia nostra?
Un intervento di Annamaria Abbate, segretaria cittadina PD Cremona
A poco più di una settimana dal terremoto che ha messo in ginocchio l’Abruzzo, cominciano ad emergere verità sconvolgenti, come le violazioni di ogni regola nella costruzione dell’ospedale dell’Aquila che, incredibile a dirsi, non aveva il certificato di agibilità né risulta registrato al catasto. Incidentalmente, è bene sottolinearlo, la ditta costruttrice dell’Ospedale è la Impregilo, la stessa che ha avuto in appalto la realizzazione del ponte sullo stretto, la medesima che ha costruito l’inceneritore di Acerra. La situazione è drammatica. Questo è il tempo della concordia e della coesione nazionale, tutti devono fare la loro parte. Guai, però, se diventasse anche il tempo del silenzio, dell’omissione, della autocensura. Fare polemica in giorni come questi costa fatica, si preferirebbe mordersi la lingua piuttosto. Ma arriva un momento che la misura si colma, non si riesce a trattenere lo sdegno e si deve dire basta. Le TV, direttamente e indirettamente tutte controllate dal Premier, hanno oltrepassato abbondantemente la soglia del legittimo diritto/dovere di informazione. Invochiamo sobrietà, che cessi questa teatrino indecente che occulta i problemi reali e si appropria senza pudore di dolore vero e di sentimenti autentici per farne un’unica melassa indigesta. Per giorni e giorni abbiamo assistito impotenti all’intrusione di microfoni e telecamere fin nelle pieghe più intime della vita dei terremotati, inseguiti nei loro ripari di fortuna a scrutare impietosamente i loro corpi disfatti dalla paura e dalla stanchezza. Abbiamo visto un paese solidale, una protezione civile efficiente, aiuti organizzati e spontanei, la dura fatica sul viso degli uomini della protezione civile e dei volontari, ma anche troppe e inutili passerelle di ministri. Soprattutto abbiamo visto una sedia vuota il giorno dei funerali: il Premier non era al suo posto tra le autorità, era a baciare, carezzare e piangere rigorosamente ad uso di telecamera. Si fa fatica a commentarlo, ma persino nel pieno della tragedia, lo show Premier non ha rinunciato all’ennesimo sondaggio-viagra, né a sbandierare quanto consenso gli hanno fruttato le sue tele-comparsate. Questi segnali inquietanti impongono una seria riflessione, affinché quando scatterà il periodo protetto dalla par condicio in vista della prossima competizione elettorale, al Teleimbonitore non venga in mente di trasformare il teatro dove si stanno svolgendo le operazioni di emergenza in un becero teatrino di propaganda elettorale. Intanto non perdiamo di vista le priorità autentiche, come la certezza di una ricostruzione nel pieno rispetto delle regole, fatta di ferro buono e non di sabbia e stracci, e realmente libera da speculazioni, corruzioni e infiltrazioni mafiose. Né lasciamoci fuorviare da specchietti per le allodole come la demagogica proposta di Tremonti: devolvere il 5 per mille ai terremotati abruzzesi non aggiungerebbe alcun fondo in più per le popolazioni terremotate ma sicuramente metterebbe in crisi tante piccole associazioni di volontariato, alcune attive nelle zone del sisma, che sono sempre in prima linea a favore di chi soffre. Si potrebbero invece smobilizzare, con una scelta politica precisa, il fondo dell'8 per mille che in questi anni è stato spesso usato per tappare falle di bilancio o per finanziare operazioni militari all’estero. Oppure, come ha chiesto con insistenza il PD, si potrebbero accorpare in un unico giorno elezioni europee, amministrative e referendum così da risparmiare quasi 500 milioni di euro da destinare immediatamente alla ricostruzione. Si potrebbe, se il Governo mostrasse il necessario senso di responsabilità verso il Paese e non soggiacesse al ricatto della Lega.
Annamaria Abbate, Segretario cittadino PD
 
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