15 Settembre, 2002
Le proposte di programma di sinistra e libertà di Cremona
La crisi economica che il mondo e anche il nostro piccolo territorio provinciale attraversano, mette ben in evidenza le cause che l’hanno generata.
Il Coordinamento provinciale dell'Associazione
per la Sinistra,al termine di un lavoro di
consultazione con i territori-cremonese,cremasco
e casalasco- ha elaborato l'allegata traccia
di idee e proposte da portare al confronto
programmatico con le altre forze del centrosinistra
per verificare
la possibilità di convergenza e condivisione
di un programma elettorale unitario da sottoporre
al voto degli elettori per l'elezione del
Presidente e del Consiglio provinciale. In
questo testo vi sono contenuti già degli
elementi validi anche per la Città di Cremona,
ma a breve sarà definita
anche la traccia programmatica specifica
per il Comune capoluogo.
Le liste di Sinistra e Libertà per il comune
di Cremona e per la Provincia si caratterizzeranno
per valorizzare alcuni aspetti per noi fondamentali
del programma elettorale,come ad esempio:
-Ambiente come grande risorsa da indirizzare
come opportunità di un nuovo
modello di sviluppo;
-Sostegno a nuove forme di organizzazione
del lavoro,anche per contrastare
la crisi;
-Integrazione,inclusione e partecipazione
popolare all'attività
istituzionale;
-MIglioramento dei servizi di assistenza
ad anziani e minori;
-Nuove forme di controllo e indirizzo pubblico
sulle varie Società che
gestiscono i servizi pubblici.
Riteniamo non prorogabile la convocazione
di un tavolo di lavoro comune con
le altre forze per la definizione di un programma
condiviso.
Invitiamo i cittadini interessati a ricevere
le nostre proposte e ad
inviarci le loro a scrivendo al seguente
indirizzo:
lasinistra.cremona@gmail-com
--
ASSOCIAZIONE PER LA SINISTRA
Cremona
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LE NOSTRE IDEE, IL NOSTRO IMPEGNO PER IL
TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI CREMONA
La crisi economica che il mondo e anche il
nostro piccolo territorio provinciale attraversano,
mette ben in evidenza le cause che l’hanno
generata. Lo sfruttamento insensato delle
risorse naturali per alcuni decenni ha garantito
“alti” livelli di vita al mondo occidentale
a scapito delle popolazioni del sud del mondo.
La ricchezza prodotta in tanti anni di politica
liberista ha generato più profonde disuguaglianze
economiche e sociali, anche nei paesi ricchi.
Oggi, l’indebitamento U.S.A. e la concorrenza
di Cina e India fanno esplodere le contraddizioni
di un modello di sviluppo basato sulla continua
crescita produttiva. E’ tempo quindi di pensare
a cambiamenti profondi. Dopo le recenti elezioni
americane ed i primi passi dell’amministrazione
Obama, si intravede la possibilità reale
di far maturare un approccio diverso ai temi
della produzione e degli stili di vita.
Nel riflettere su queste importanti novità
occorre guardare anche alle esigenze del
nostro territorio e di che vi abita e vive,
a partire soprattutto dai lavoratori precari
e dai ceti più deboli che subiscono per primi
gli effetti della crisi.
All’interno di questo nuovo approccio ai
problemi della vita e del lavoro dobbiamo
saper indicare le politiche che si devono
attuare nelle nostre comunità locali.
Proponiamo una scala di priorità del territorio,
da declinare nelle diverse realtà affinché
si costruiscano quei rapporti di fiducia
con i cittadini e gli operatori economici,
indispensabili per promuovere una nuova politica
che ponga le persone e gli interessi collettivi
al centro dell’agire degli amministratori
pubblici.
ECONOMIA, LAVORO, SICUREZZA E FORME DI SOLIDARIETA’
Gli enti locali devono essere il fulcro della
rinascita di una capacità progettuale forte
nel territorio che valorizzi le proprie risorse,
a partire dal settore agro-alimentare, industriale
e delle piccole e medie imprese ad essi collegate
a monte e a valle.
Occorre favorire uno sviluppo che risponda
ai bisogni locali e faccia conoscere i propri
prodotti nel mondo. Servono perciò incentivi
e disincentivi affinché si producano beni
utili e di qualità nel rispetto dell’ambiente
e della salute dei lavoratori e dei cittadini.
A tal fine gli enti locali devono collaborare
con gli enti di controllo preposti e favorire
la nascita e il funzionamento di strumenti
di monitoraggio della sicurezza, soprattutto
nei cantieri. Inoltre va abbandonata la logica
del massimo ribasso negli appalti pubblici
che spesso sono sinonimo di insicurezza per
chi lavora e di scarsa qualità delle produzioni
e/o dei servizi.
Gli enti locali devono inoltre offrire servizi
sociali adeguati alle esigenze dei cittadini,
a partire da quelli più deboli, attraverso
una gestione diretta degli stessi e/o affidandoli
a enti che operano senza scopi lucrativi
e in rapporto di stretta collaborazione,
sia nella fase di progettazione che in quella
operativa.
Nell’attuale crisi economica gli enti locali
devono individuare strumenti a sostegno dei
lavoratori colpiti dalla crisi anche attraverso
servizi gratuiti o a tariffe scontate tramite
la costituzione di fondi di solidarietà.
A tal fine deve essere incentivata e favorita
anche la nascita di gruppi di cittadini per
l’acquisto di prodotti alimentari e di largo
consumo direttamente dai produttori.
AMBIENTE, SALUTE, CASA
Siamo contrari alla mega discarica d'amianto
in Provincia di Cremona. Ogni area deve farsi
carico di eliminare il pericolo dell’amianto
con regole che non possono essere dettate
dal profitto di qualche impresa privata.
Vanno incentivati ancor di più una capillare
raccolta differenziata e lo sfruttamento
di energie rinnovabili presenti sul nostro
territorio a partire dall'importante filiera
agro-alimentare. Vanno sostenute le famiglie
che vogliono usufruire di tecnologie per
la produzione di energia pulita e negli edifici
pubblici vanno installati impianti solari
e fotovoltaici.
Non vogliamo il ritorno al nucleare e le
compatibilità ambientali devono sovrintendere
alla scelta dei siti ed alla tipologia delle
centrali.
Occorre decidere anche sulla Tamoil, nell’ottica
di bonificare la zona interessata e di ricercare
soluzioni alternative e ambientalmente sostenibili
all’attuale produzione.
Inoltre riteniamo non più sfruttabile il
territorio con discutibili opere viabilistiche
(vedi autostrada Cremona-Mantova) e piani
d'industrializzazione e urbanizzazione senza
criteri di sostenibilità. Sì all'utilizzo
di fonti viabilistiche naturali come il fiume
Po senza deturpare il territorio. Sì all'istituzione
di parchi naturali d'interesse sovracomunale
per la salvaguardia del naturale habitat
della Provincia. Occorre incentivare il recupero
edilizio e funzionale di tutti gli immobili
esistenti, in particolare per quanto concerne
le numerose aree industriali dismesse accostando
questa operazione con un piano, concordato
con altri Enti preposti, per l'edilizia residenziale
pubblica con l'obiettivo di rafforzare la
risposta al "diritto alla casa".
Particolare attenzione va rivolta alla salvaguardia
del tipico paesaggio rurale della pianura
padana, già tanto compromesso in tanti anni
di incuria e sviluppo solo produttivistico
e cieco ad ogni altro aspetto del nostro
territorio. Purtroppo assistiamo al progressivo
degrado di moltissime cascine con tetti e
pareti che crollano nella indifferenza comune.
Si cancella in pochi anni la storia e la
cultura di una millenaria civiltà. Occorre
individuare risorse da destinare alla messa
in sicurezza e alla salvaguardia di quanto
è ancora recuperabile chiedendo alla Regione,
anche nell’ambito delle risorse destinate
all’Expo 2015 risorse finanziarie adeguate.
Ai proprietari privati di questi immobili
va imposta la messa in sicurezza, (anche
attraverso incentivi economici), come avviene
per altri immobili pericolanti, prevedendo
la possibilità degli enti locali di sostituirsi
alla proprietà fino al sequestro del bene.
In questo modo oltre a salvaguardare pezzi
importanti della nostra storia che si possono
rivitalizzare con varie attività sociali
ed economiche (centri di aggregazione per
giovani, agriturismi, attività formative,
musei, attività musicali ed eventi, attività
artigianali, ecc.), si creerebbero diverse
occasioni di lavoro per giovani e disoccupati
SERVIZI SOCIALI, CULTURA, SCUOLA E LUOGHI
DI AGGREGAZIONE
L'universalità dei diritti è l'elemento “non
mediabile” della nostra proposta politica:
l'accesso ai servizi deve essere garantito
ad ogni cittadina e cittadino, attraverso
una rete solida, condivisa e garantita nei
suoi servizi minimi. Gli indicatori sociali
ci dicono che il nostro è un territorio che
sta rapidamente invecchiando. Non possiamo
lasciare che la terza età diventi fonte di
profitto per i privati. Le reti e le residenze
assistenziali vanno potenziate e rese maggiormente
accessibili anche chiedendo alla Regione
criteri più equi di partecipazione alla spesa.
Va inoltre favorita l’assistenza domiciliare
agli anziani sia di base che infermieristica.
Il problema delle dipendenze riguarda sempre
più anche il nostro territorio. Occorre al
riguardo investire su più piani di prevenzione
e lavorare con i servizi pubblici, l’istituzione
carceraria e le organizzazioni di volontariato
per ridurre il disagio sociale.
Con analogo spirito vogliamo che sia affrontata
la questione immigrazione, promuovendo politiche
attive d'integrazione sociale e culturale
anche attraverso un pieno accesso ai servizi.
Devono in tal senso essere organizzati corsi
di lingua italiana e di educazione civica,
a partire dai diritti e doveri previsti dalla
nostra Carta Costituzionale. Va in quest'ottica
sollecitato un reciproco riconoscimento politico
e istituzionale dei cittadini migranti rendendoli
partecipi, attraverso gli organi di commissione,
della vita amministrativa della Provincia.
Vanno studiate forme/agenzie per affrontare
il problema dell’inserimento nel mondo del
lavoro dei giovani al termine del ciclo di
studi. A tal riguardo una maggiore attenzione
va data ai lavori artigianali e/o ad incentivare
la nascita di esperienze di lavoro associato
in cooperativa fra i giovani.
E’ necessaria la messa in sicurezza degli
istituti pubblici per dare forma e sostanza
al diritto allo studio. No alle scuole private
costruite con soldi pubblici. Contrastare
la riforma Gelmini e la sua applicazione
nella nostra Provincia: salvaguardare gli
istituti pubblici e offrire sempre più servizi
educativi come gli asili nido comunali. E’
necessario ridurre la dispersione scolastica
dopo la scuola secondaria.
Occorre promuovere, anche attraverso le biblioteche
comunali (che devono disporre di qualche
maggiore risorsa economica) e le pro-loco,
una cultura dal basso, popolare, che abbia
anche progettualità locale, valorizzi le
piccole compagnie teatrali e le attività
musicali di base e non si privilegi solo
le iniziative di grande richiamo, spesso
calate dall'alto.
La nostra Provincia vanta una tradizione
musicale: è necessario rilanciare il territorio
a partire da questa nostra peculiarità. Per
conseguire tale obiettivo va evitata, però,
la dispersione di risorse umane e finanziarie:
il pluralismo di espressione artistica va
garantito attraverso la più ampia partecipazione
di soggetti protagonisti, produttori ed attori
nei vari settori di attività, più che in
ragione del proliferare di soggetti organizzatori,
spesso autoreferenziali o fagocitatori di
risorse al di fuori di una comprensibile
logica di programmazione culturale. Soprattutto
nella città di Cremona l’attività teatrale
deve fare rete – guardando più a criteri
d’integrazione che di concorrenzialità –
avendo nel teatro Ponchielli (la cui caratteristica
di funzione pubblica non deve venir meno,
pur rapportandosi anche a soggetti privati
per una proficua collaborazione) il punto
di riferimento essenziale di guida e coordinamento,
anche in ragione –oltre alla tradizionale,
qualificata attività di spettacolo – di una
sua maggiore proiezione sul territorio comunale
e provinciale al fine di stimolare attività
di ricerca e produzione artistica. La valorizzazione
del territorio passa anche attraverso la
promozione di "iniziative" non
concentrate solo nel capoluogo di provincia
(ad esempio l’utilizzo di cascinali, ecc.).
LAICITA’ E DIRITTI CIVILI
L'attacco ai diritti e alle libertà civili
delle persone è ormai all'ordine del giorno
da diversi anni e la situazione della nostra
regione è particolarmente preoccupante per
la diffusa presenza di poteri forti legati
alle gerarchie vaticane nei diversi ambiti
della vita economica, politica e culturale.
Ora più che mai è fondamentale, anche nei
nostri territori, una nuova stagione di rivendicazioni
per un'intransigente difesa della laicità
delle istituzioni pubbliche, a partire dalla
scuola che deve essere laica, pubblica e
di massa. Questo però non potrà bastare se
non saremo in grado di proporre politiche
sociali di piena cittadinanza, inclusione
e riconoscimento del ruolo delle donne nella
società e di superare le discriminazioni
basate sul genere e l'orientamento sessuale,
attraverso la massima attenzione a questi
temi e assicurando il pieno accesso ai servizi
anche con strumenti come i registri per le
unioni di fatto etero ed omosessuali.
FORME DI PARTECIPAZIONE
Per favorire la partecipazione dei cittadini
alla vita pubblica, oltre al decentramento
amministrativo (comitati di quartiere, di
frazione, ecc.) vanno favorite forme di partecipazione
orizzontali, di sussidiarietà vera, nello
spirito dell’art. 117 della Costituzione.
Pertanto vanno stimolate anche forme di partecipazione
e responsabilizzazione dei cittadini che
vedano associati gli utenti dei servizi,
al fine di un controllo sulla qualità degli
stessi, siano essi erogati dall’ente pubblico,
piuttosto che affidato a cooperative sociali
no-profit.
In quest’ultimo caso si potrebbe privilegiare
negli appalti le cooperative di lavoro ed
utenza, dove il cittadino, l’utente del servizio
o familiare dell’utente minore, possa essere
anche socio della cooperativa.
Sarebbe opportuno valutare altre forme di
partecipazione dei cittadini rispetto ad
alcuni servizi di primaria importanza, oggi
gestiti dalle cosiddette aziende speciali.
Per la gestione dei beni comuni e dei servizi
pubblici nell’interesse generale dei cittadini
è importante considerare anche la forma societaria
utilizzata che deve operare senza finalità
lucrative. Perché non sperimentare la forma
di partecipazione societaria cooperativa,
l’unica che preveda modalità di decisione
democratiche e finalità mutualistiche e solidali?
E’ un tema sul quale deve riprendere la discussione…!!
ACQUA BENE DELL'UMANITA', BENE COMUNE
L'acqua è il principale bene pubblico. La
sua non commerciabilità deve essere il segnale
chiaro per le amministrazioni. Diciamo sì
ad interventi volti a migliorarne la qualità
e l'erogazione ma attraverso un pubblico
soggetto che gestisca il ciclo idrico e risponda
ai Consigli Comunali che sono i luoghi democraticamente
eletti dai cittadini.
TRASPORTO PUBBLICO
La grande opera necessaria al territorio
è la Ferrovia. Il trasporto pubblico è il
fulcro della nostra proposta politica territoriale.
Il vergognoso stato del trasporto ferroviario
della Provincia, che pesa sulle condizioni
di vita di migliaia di cittadini, è figlio
di una miope politica Regionale ed è inaccettabile
per chi contribuisce con le tasse alla realizzazione
del bene comune. Proponiamo che si potenzi
il servizio pubblico di trasporto e che la
tariffazione sia compatibile con la grave
situazione economica attuale, anche attraverso
il blocco delle tariffe per i pendolari.
Vogliamo un trasporto pubblico che sostituisca
sulle lunghe tratte i mezzi privati (inquinanti
e che generano nuova richiesta di strade)
mentre nelle connessioni comunali ed intercomunali
sosteniamo piccole realtà consorziate che
possano garantire un servizio vicino alle
esigenze dei cittadini (anziani e famiglie
in età scolare in primis).
QUESTIONE MORALE
La politica non deve essere assoggettata
ai poteri economici del territorio, ma vissuta
con spirito di servizio per il bene delle
comunità. La questione morale passa anche
attraverso il rispetto di un criterio basato
sul riconoscimento delle risorse umane: riteniamo
doveroso istituire un codice etico per cui
ogni amministratore potrà avere diritto ad
una sola carica con remunerazione
 
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