15 Settembre, 2002
Sicurezza: uno sguardo libero da precomprensioni e paure eccessive
Comunicato dei Vescovi delle Diocesi di Lombardia - Al temine della sessione estiva della CEL, Conferenza episcopale lombarda - Caravaggio, 7 luglio 2009
"Il fenomeno delle migrazioni impressiona per la quantità di persone coinvolte, per la problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale. Possiamo dire che siamo di fronte a un fenomeno sociale di natura epocale, che richiede una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale per essere adeguatamente affrontato [...] Nessun Paese da solo può ritenersi in grado di far fronte ai problemi migratori del nostro tempo. Tutti siamo testimoni del carico di sofferenza, di disagio e di aspirazioni che accompagna i flussi migratori" (n.62)..
Provocati anche dalle parole della nuova Enciclica di papa Benedetto XVI "Caritas in veritate" appena pubblicata, i Vescovi lombardi sentono il dovere pastorale di rivolgersi ai fedeli delle comunità cristiane della Lombardia per invitarli alla riflessione.
Il consenso ad alcune parti della legge contenente "Disposizioni in
materia di sicurezza", emerso anche nelle comunità cristiane, fa nascere interrogativi e suscita preoccupazione.
Sembra che la paura -- in qualche circostanza purtroppo non priva di ragioni -- troppo spesso amplificata artificialmente, spinga ad una reazione emotiva che non aiuta a leggere in verità il fenomeno della migrazione e ostacola la considerazione della dignità umana di cui ogni persona -- anche quando migrante -- è portatrice.
Straniero non è sinonimo di pericolo o di delinquente: la maggior parte degli immigrati che vivono e lavorano tra noi lo fanno in modo onesto e responsabile a tal punto da costituire una presenza fondamentale e insostituibile per molte attività produttive e per la vita di molte famiglie.
Per sostenere questo sguardo libero da precomprensioni e paure eccessive, le nostre comunità cristiane devono rinnovare lo sforzo educativo sui temi dell'accoglienza e della dignità di ogni persona, principi irrinunciabili dell'autentica razionalità e ancor più
dell'insegnamento evangelico.
In una società moderna - come vuole essere la nostra - che si fonda sul rispetto delle leggi, sul senso di responsabilità da parte di tutti, i cristiani sono chiamati ad operare con gli uomini di buona volontà affinché sia praticata la giustizia e rispettata la dignità delle persone, di tutte le persone.
I cristiani pertanto devono farsi promotori di atteggiamenti e di una legislazione che riconoscano i diritti delle persone oneste (anche quando immigrate); promuovano e sostengano la responsabilità sociale di questi "nuovi cittadini" provenienti da altri Paesi; favoriscano la solidarietà verso tutti i soggetti più deboli; realizzino procedure praticabili, sensate ed efficienti per la regolarizzazione degli stranieri presenti da tempo nella nostra regione ma solo formalmente irregolari solo perchè la burocrazia rallenta e complica l'applicazione di regole già in vigore.
Favorire l'integrazione degli immigrati presenti nella nostra regione alla ricerca di condizioni di vita oneste e dignitose è la via più promettente per realizzare una convivenza serena che vinca la paura e giovi al bene comune.
Caravaggio, 7 luglio 2009
 
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