15 Settembre, 2002
Alla grande - Cristiano Cavina - Marcos y Marcos - Pagg.207 - € 13,00
"L'Arci ci obbligava a confessarci ogni domenica, prima della messa, e allora si infilava la sciarpa viola al collo, si sedeva su una panca della piccola cappella della sacrestia e chinava il capo.
Alla grande
Cristiano Cavina
Marcos y Marcos
Pagg. 207
€ 13,00
"L'Arci ci obbligava a confessarci ogni domenica, prima della messa, e allora si infilava la sciarpa viola al collo, si sedeva su una panca della piccola cappella della sacrestia e chinava il capo.
- Cos'hai fatto? chiese sconsolato quella volta.
- Io? Niente Arci, lo giuro, non c'ero neanche. Io non ho fatto niente. Non l'ho neanche toccato quel bidone.
- La Nedina ha detto che c'eri anche te.
Il mio Signore aveva una rete di informatori incredibile, roba da Starski e Hutch.
Era pericoloso.
- Ma io guardavo solo, Arci, supplicai e mi sembrò di sentire le ossa del naso scricchiolare paurosamente, allungandosi."
Il libro
E' un piccolo mondo quello di Bastiano Casaccia, l'undicenne protagonista della storia di Cristiano Cavina. Sta tutto chiuso tra le case popolari di viale Neri, la parrocchia in cui fa il chierichetto, la scuola e la caserma dove viene condotto a causa delle sue tante malefatte. E' il mondo di Casola Valsenio, in Romagna, un paesotto di tremila anime che l'autore conosce bene perché ci è nato e lì ha vissuto gran parte della sua vita e che nei suoi ricordi assume dimensioni magiche. La bicicletta, la mitica Turboberta dalle ruote gialle con cui Bastiano, detto Bla, pedala a perdifiato per le strade polverose, è un "fido destriero" che lui cavalca con la dignità di un nobile cavaliere. I suoi amici, dai soprannomi improbabili - Fattura, Bomba, Donna e Mago Mammola -, diventano compagni di imprese favolose. E non manca nemmeno una Dulcinea a cui indirizzare pensieri, sospiri e sguardi infuocati: è Milena, con cui Bla sogna di dividere il futuro, ma che per il momento si accontenta di occhieggiare tra i banchi di scuola. Bla ha un grande sogno: vuole costruire un sommergibile per recuperare un sacco di monete dal fondo del lago. Quel denaro darebbe finalmente un po' di tranquillità a sua madre, che ha la voce stanca e arranca tutto il giorno da una casa all'altra di Casola, per stirare a cottimo e raggranellare qualche soldo. Per lei Bla vorrebbe diventare ricco, e invece combina disastri che lo portano a una casa di correzione. La storia è tutta qui. Ma Cristiano Cavina sa scrivere questo piccolo, delicato romanzo di formazione con commozione, umorismo e poesia. La sua vena ironica e surreale trasforma una realtà dura e difficile in un mondo dove tutto diventa possibile. E poi sa tratteggiare personaggi difficili da dimenticare, a cominciare dalla nonna che se ne sta sempre in casa, nella penombra, "con uno scialle intorno alle spalle, un plaid sulle gambe e la gatta che le dorme sulla pancia" e annuncia a tutto il palazzo che sta per buttarsi dalla finestra; al nonno, l'unico contadino di tutta la Romagna a non avere un soldo; a Zio Paolo, fuggito in Germania dopo un furto di pellicce finito male. E poi c'è la mamma, che ha gli "occhi grandi e lucenti, come quelli dei caprioli in mezzo alla strada quando incontrano i fanali di un camion". E soprattutto Bla, il ragazzino senza padre che ha sete d'amore e avventure: per lui, forse, la vita cambierà e sarà "alla grande", come nel più bello dei suoi sogni ad occhi aperti.
L'autore
Cristiano Cavina è nato ventinove anni fa a Casola Valsesio, il paese in provincia di Ravenna dove ha ambientato il suo romanzo. "Non ho inventato niente - sostiene lui, parlando delle sue storie - molte cose che succedono nel libro sono accadute realmente. Io scrivo di quello che so. E avevo tutta la mia infanzia davanti agli occhi da cui attingere". In un certo senso, dunque, scrivere è stato facile: tanto che, materialmente, questo suo romanzo (tranne le ultime dieci pagine) lo ha finito in dieci giorni. Ma prima ci sono stati anni e anni in cui Cristiano ha letto tantissimi libri: romanzi storici, di avventura, di fantascienza, o autori americani contemporanei... Intanto faceva di tutto, dal pizzaiolo al muratore. Ma dentro c'era sempre questo bisogno: "Scrivo perché non ne posso fare a meno. Scrivere è una cosa che mi appartiene, come le braccia e le gambe. Dove vado io è sempre lì con me, anche quando non ho una macchina da scrivere nei paraggi". Per questo Cristiano si è iscritto alla Scuola Holden di Alessandro Baricco e ha iniziato a scrivere racconti, sceneggiature per il cinema e per il teatro. Contro ogni sua aspettativa, ha iniziato anche a ricevere premi e riconoscimenti. Prima di Alla grande (Marcos y Marcos) ha pubblicato Una stagione da esordienti (Transeuropa).
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"Alla grande di Cristiano Cavina è un libro scanzonato, leggero, divertente, che sta su con nulla, una di quelle storie che, se sbagli anche di poco, colano a picco in modo inesorabile. Invece lui non sbaglia un colpo".
Marco Belpoliti, "L'Espresso".
"In Romagna, a Casola Valsenio, c'è uno scrittore vero. Si chiama Cristiano Cavina, non ha ancora trent'anni e fa il pizzaiolo... Ma le storie che Cristiano racconta sono meglio delle pizze. Dolorose e delicate. Ironiche e sognanti".
Carlo Vulpio, "Corriere della Sera".
"Tra gli esordienti prodige della più recente narrativa italiana si colloca il ventinovenne Cristiano Cavina. In Alla grande tocca i tasti del romanzo di formazione, catapultandoci direttamente in un'infanzia di provincia vista attraverso le vicissitudini di Bastiano Casaccia".
Antonella Fiori, "D - La Repubblica"
"E' nato un nuovo scrittore, uno delle rivelazioni più sorprendenti della nuova narrativa italiana. Si chiama Cristiano Cavina".
Fulvio Panzeri, "Famiglia Cristiana"
da www.golemindispensabile.it
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