15 Settembre, 2002
Inquinamento da arsenico nelle falde della golena di Motta Baluffi
Interrogazione a risposta orale: per l’iscrizione ai lavori della prossima seduta del Consiglio Provinciale di Torchio ed Araldi
Interrogazione a risposta orale: per l’iscrizione
ai lavori della prossima seduta del Consiglio
Provinciale
Segnalazione di inquinamento da arsenico
nelle falde della golena di Motta Baluffi
Nella scorsa primavera si è riunito, con
incontri anche presso la Prefettura, ed alla
presenza della Provincia e dei Comuni interessati
un comitato di rappresentanza dei residenti
nella golena del Po. Una pubblica Assemblea
tenutasi a Solarolo Monasterolo ha ribadito
l’esigenza di tutela della sicurezza idraulica
ed ambientale del territorio, tenuto conto
che oltre all’irrisolto problema della falla
nell’argine di Sommo con Porto permangono
le conseguenze a livello degli “arginelli”
comprensoriali e delle problematiche connesse
in termini di difesa della golena. Al riguardo,
soccorre il progetto delle tredici province
della “Valle del Po” finanziato con 180 milioni
dei fondi FAS dal governo Prodi, per impegno
precipuo dell’allora ministro Bersani. Tali
fondi, dopo un’estate di timori, sono stati
recentemente riconfermati e prevedono per
il territorio provinciale interventi -in
due tranches - per il rafforzamento della
sicurezza idraulica da Stagno Lombardo a
Casalmaggiore. Altro progetto in attesa di
concreta operatività e legato al progetto
di reindustrializzazione della raffineria
Tamoil, recentemente approvato dal Ministero
dell’Ambiente, riguarda la “golena aperta”
a valle dell’impianto produttivo cremonese.
Al riguardo, l’Amministrazione Provinciale
ha presentato uno specifico progetto ai sensi
dell’articolo 252 bis del D.Lgs. n. 152/2006
in attuazione del “programma straordinario
nazionale per il recupero economico produttivo
di siti inquinati” (PSS).
Nei mesi scorsi, l’AIPO ha presentato il
progetto di regimazione del fiume Po per
la produzione del 3% del fabbisogno elettrico
nazionale mediante la realizzazione di quattro
o cinque sbarramenti nel tratto fluviale
compreso tra Isola Serafini e foce Mincio,
il miglioramento delle condizioni di navigabilità
del corso d’acqua per 300 giorni l’anno e
la facilitazione delle prese d’acqua per
l’esercizio delle irrigazioni. Il progetto
si sofferma anche sui benefici di carattere
naturalistico e ambientale, sollecitati a
gran voce anche dalle associazioni ambientaliste.
Nel corso di un incontro illustrativo tenuto
a Torricella del Pizzo, i rappresentanti
dell’AIPO si sono fatti carico di inserire
le più generali problematiche di ordine ambientale
e di difesa idraulica (arginelli) nel progetto
complessivo.
Tra la precedente amministrazione, l’ARPA,
l’ATO e la Regione è stato sottoscritto un
protocollo d’intesa per la soluzione delle
problematiche legate all’inquinamento da
arsenico delle falde acquifere delle aree
rivierasche del Po - in particolare i piccoli
nuclei abitati, le cascine e le abitazioni
isolate della golena - mentre è stata assegnata
priorità elevata alla più generale necessità
di interventi sugli impianti idrici a servizio
dei comuni dell’area golenale, ed è stato
sperimentato un impianto di ridotte dimensioni
a servizio di un’attività produttiva in comune
di Motta Baluffi.
Il Comitato “Case Di Golena”, con sede presso
il Municipio di Motta Baluffi, che raggruppa
tutti gli abitanti della golena di Motta
Baluffi ed è nato al fine di tutelare i diritti,
la sicurezza e la salute degli abitanti della
golena stessa, ha recentemente segnalato
un grave caso di inquinamento delle falde
acquifere.
La golena di Motta Baluffi, per ovvi motivi
dovuti agli argini, non è servita dall’acquedotto
comunale e pertanto ogni famiglia deve utilizzare
l’acqua erogata dal proprio pozzo privato
per i normali usi quotidiani che vanno dall’alimentazione
all’igiene della persona; purtroppo però,
come molte altre falde acquifere della zona,
anche quella di Motta è inquinata da arsenico;
in un pozzo privato, con analisi del laboratorio
MinaLab di Casalmaggiore, si è riscontrata
in 50mg/lt la percentuale di questo veleno;
la stessa analisi, effettuata come riscontro
da un altro laboratorio, ha riscontrato la
medesima percentuale di arsenico in un pozzo
privato a due km di distanza dal primo.
Questo fa presupporre che tutta la falda
sia inquinata da questo subdolo e pericoloso
veleno. Il problema è risolto al di là dell’argine
maestro, in quanto l’acquedotto comunale
serve il 100% delle abitazioni, ma al di
qua dell’argine, nella golena, non ci sono
alternative possibili all’utilizzo dei pozzi
privati.
Dalle informazioni assunte presso l’ATO e
Padania Acque, emerge che la problematica
è stata risolta per i nuclei abitati superiori
a 50 residenti, mentre la questione non ha
ancora potuto essere affrontata per le realtà
minori, ed è in discussione la modalità di
intervento: se cioè affidarsi all’estensione
del cosiddetto “tubo lungo” delle reti idriche
principali, oppure provvedere con piccoli
impianti nelle località isolate.
Alla luce di queste premesse, si chiede alla
Giunta
se sia al corrente di questa situazione;
come si stia evolvendo lo studio a suo tempo
commissionato; in quali tempi si intenda
garantire l’intervento; se sia stata confermata
la priorità assegnata anche per gli impianti
principali all’interno del più generale piano
industriale ATO; quali sviluppi operativi
abbia avuto il succitato protocollo d’intesa
con ARPA, ATO e Regione;
-se non ritenga di sollecitare, nell’ambito
dei più vasti programmi descritti per il
Po, interventi di contrasto a fenomeni puntuali
di inquinamento come quelli qui descritti
attraverso un piano specifico di recupero
delle risorse finanziarie.
I Consiglieri Provinciali
Giuseppe Torchio
Massimo Araldi
Cremona 26 ottobre 2009
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