15 Settembre, 2002
Scontri a Rosarno. Siamo un paese pieno di struzzi. Che vergogna !di Gian Carlo Storti
Si tratta di un conflitto sociale annunciato. Non facciamoci risucchiare dalle logiche leghiste che vede nel diverso il nemico.
Scontri a Rosarno. Siamo un paese pieno di
struzzi. Che vergogna !di Gian Carlo Storti
Si tratta di un conflitto sociale annunciato.
Non facciamoci risucchiare dalle logiche
leghiste che vede nel diverso il nemico.
Quello che sta avvenendo a Rosarno è , purtroppo,
lo specchio di un paese pieno di struzzi.
Sono mesi , forse anni, che i servizi televisivi
mettono a nudo la situazione di Rosario.
In questo comune, commissariato per infiltrazioni
mafiosa, da anni vivono circa 1000 o forse
2000 stranieri neri , la maggior parte clandestini
, che lavorano in quelle terre per raccogliere
i prodotti agricoli.
Questi immigrati sono di fatto di proprietà
del “caporalato” che li utilizza e gli sfrutta
come meglio crede in quei territori a poche
decine di euro al giorno in nero.
Sicuramente in quelle zone, come denunciavano
, i servizi televisivi, questa “ gente” viveva
e vive in condizioni inumane.
Lavorano in nero, sono sottopagati , e vivono
in una situazione ambientale e sanitaria
che non ha riscontri in altri paesi europei.
L’Europa per l’appunto. La rigida Germania
insegna. Le aziende che impiegano i lavoratori
stranieri sono tenute, con diversi meccanismi,
a garantire un ricovero e dei pasti caldi.
Sicuramente li pagano molto meno rispetto
ai lavoratori tedeschi ma per lo meno garantiscono
a questi individui una vita dignitosa.
Queste cose sono note. La situazione di Rosario
è arciconosciuta . Non è accettabile la dichiarazione
di Maroni che da la colpa di questa situazione
all’immigrazione clandestina.
Sicuramente l’immigrazione clandestina, molta
alta in Italia, è il frutto di quella legge
chiamata Bossi-Fini che non è stata in grado
di programmare i flussi ed ha prodotto disastri.
Ma se quei clandestini ci sono e lavorano
in quelle terre è anche perché una parte
dell’economia li utilizza in nero e sottocosto.
Siamo un paese pieno di struzzi. Che vergogna
!
Fra le varie dichiarazioni cito e riporto
quelle di Monsignor Giancarlo Perego responsabile
della Fondazione Migrantes della Cei che
evidenzia la necessità di ''dialogo sociale''
che parta dal ''mettere al centro i diritti
dei lavoratori''.
Cita l'enciclica papale 'Caritas in Veritate',
per chiedere, dopo i fatti di Rosarno, piu'
rispetto per quanti, anche se immigrati,
lavorano nel nostro paese, spesso in condizioni
disumane.
Pur sottolineando che ''la violenza non può
essere accettata, da qualsiasi parte provenga'',
mons. Perego, in una dichiarazione rilanciata
dall'agenzia Sir, promossa dalla Cei, chiede
che le misure di sicurezza siano ''accompagnate
con concrete misure di tutela sociale del
mondo dei lavoratori migranti, oltre che
con una forte campagna di informazione che
alimenti il rispetto e il dialogo sociale,
come luogo educativo necessario per gestire
la mobilità crescente''.
''Si tratta di un conflitto sociale annunciato
– ha ribadito mons. Perego - che non vede
presente solo lo Stato, ma anche le realtà
sindacali a tutelare i diritti dei lavoratori
sfruttati, in uno dei crocevia più importanti
del Mediterraneo verso l'Italia e l'Europa''.
Una denuncia forte che ci deve far riflettere.
E’ necessaria una controffensiva culturale
che sia in grado di contrastare il razzismo,
e che rimetta al centro l’uomo.
Arrivare agli scontri etnici è una sconfitta
pesante. Dobbiamo evitarlo e rialzare la
testa non per alzare la voce ma per vincere
l’indifferenza e l’agnosticismo che sembra
prevalere.
Non rassegnamoci quindi e non facciamoci
risucchiare dalle logiche leghiste che vede
nel diverso il nemico.
Gian Carlo Storti
8 gennaio 2010
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