15 Settembre, 2002
Il Politecnico di Milano inaugura il suo 147° anno accademico
I giovani, i loro bisogni, il loro futuro: è questo il fine ultimo della ricerca e della formazione offerte da una Università. Sono loro, i giovani, che hanno ispirato gli otto anni di mandato del Rettore Giulio Ballio
Il Politecnico di Milano inaugura il suo
147° anno accademico
I giovani, i loro bisogni, il loro futuro:
è questo il fine ultimo della ricerca e della
formazione offerte da una Università. Sono
loro, i giovani, che hanno ispirato gli otto
anni di mandato del Rettore Giulio Ballio
che, con le elezioni del prossimo maggio,
è pronto a cedere il testimone.
“Oggi desidero non solo ripercorrere la strada
fatta assieme, ma anche riflettere su quanto
un contesto sociale, economico e lavorativo
sempre più complesso possa offrire ai giovani”,
ha spiegato il Prof. Ballio nel corso della
Cerimonia di inaugurazione del 147° anno
accademico, svoltasi oggi 22 marzo nell’Aula
De Carli del Campus Bovisa. Una cerimonia
particolare quest’anno, con un tema preciso
“Giovani, etica e lavoro”. “Per la loro attività
in mondi diversi e per aprirci scenari che
forse non conosciamo appieno ho invitato
Federica Guidi, Presidente dei Giovani Imprenditori
di Confindustria, e Gino Strada, Fondatore
di Emergency”.
Dal futuro, il Rettore Ballio ha poi volto
lo sguardo al passato con otto anni di lavoro
da ripercorrere attraverso poche e chiare
linee guida:
1) la crescita del finanziamento statale
“Dai 150 milioni di Euro del 2003 siamo arrivati
ai 208 milioni odierni. Abbiamo ottenuto
un aumento del 40% del finanziamento statale
– ha sottolineato Ballio – senza attività
di lobby, solo con richieste documentate
e progetti precisi, cosa che ci è valsa il
rispetto delle Istituzioni. L’incremento
più significativo è avvenuto tra il 2004
e il 2005 sotto il Ministro Moratti che si
spese per riequilibrare gli atenei sottofinanziati,
una politica purtroppo non proseguita successivamente.
Ci piacerebbe venissero selezionati alcuni
Atenei per aiutarli a scalare le classifiche
internazionali, come accade nel Regno Unito,
in Germania, in Francia, in Spagna e in Portogallo”.
2) la crescita delle risorse umane
“Una parte consistente dei fondi statali
è servita per l’assunzione di nuovi docenti.
Negli ultimi sette anni il numero di docenti
strutturati è aumentato del 18%, sono entrati
in ruolo 400 nuovi ricercatori, l’organico
si è rinnovato per il 35%. I dottorandi sono
aumentati del 15% e gli assegnisti di ricerca
sono più che raddoppiati”.
3) le novità in didattica, ricerca e i partner
industriali
“La nostra organizzazione didattica è stata
rivoluzionata con il 3+2 e riorganizzata
nei contenuti senza cedere alla proliferazione
dei Corsi di studio – ha spiegato il Rettore
– nel contempo abbiamo sostenuto la ricerca,
al fine di aumentare la competitività del
Paese”. Per migliorare, il Politecnico si
è messo in gioco facendosi valutare da 80
ricercatori di circa 50 istituzioni di ricerca
straniere: il risultato è stato che le attività
di ricerca del 60% dei ricercatori sono state
giudicate buone o eccellenti e l’Ateneo good
at international role. In sette anni, l’autofinanziamento
di ricerca è raddoppiato, arrivando a oltre
70 milioni di Euro l’anno, di cui metà da
bandi competitivi e metà dal trasferimento
della ricerca. Se si considera anche l’apporto
della Fondazione del Politecnico di Milano,
dei consorzi e degli spin off si superano
i 110 milioni annui.
“Da sempre diamo grande peso anche alle collaborazioni
con partner industriali. Esempi: la collaborazione
con ENI nel settore Oil & Gas, con Ferrovie
dello Stato, Trenitalia per lo sviluppo di
treni ad alta velocità, con l’INAIL per la
prevenzione degli incidenti sul lavoro e
sui dispositivi per la rieducazione e assistenza
agli incidentati, il consorzio con Agusta
Westland sull’elicotteristica del futuro,
il Laboratorio sull’Energia” – ha concluso
Ballio.
4) l’investimento nell’orientamento dei ragazzi
delle superiori
“Il nostro obiettivo è ridurre gli abbandoni
– ha spiegato Ballio – per questo abbiamo
investito nella collaborazione con le superiori
per alzare il livello degli studenti in ingresso,
con percorsi di orientamento e preparazione
al test. Abbiamo dato la possibilità ai ragazzi
di tentare il test d’ingresso in Ingegneria
già al quarto anno delle superiori e, in
sessioni da marzo a settembre, a quelli dell’ultimo.
Con l’avvertenza che, finché non avessero
superato il test, non avrebbero potuto sostenere
gli esami. A distanza di cinque anni più
di 7.000 ragazzi affrontano il test di Ingegneria
e circa il 62% lo passa al primo colpo. Il
nostro rammarico è non poter fare lo stesso
con Architettura: siamo legati al test nazionale”.
5) le attività di placement
“I laureati triennali che non proseguono
nel nostro Ateneo sono circa 1.600 l’anno,
il 33% del totale. I laureati quinquennali
sono circa 4.000. Desideriamo che essi trovino
lavoro nel più breve tempo possibile. Anche
nella crisi economica – ha affermato Ballio
– i tassi di occupazione del nostro Ateneo
sono soddisfacenti. Da una nostra recente
indagine emerge che i laureati del 2008 che
lavorano ad un anno dalla laurea sono l’85%,
in calo del 3-4% dall’anno precedente, dato
in parte compensato da chi continua a studiare.
L’effetto della crisi si vede nel rallentamento
dei tempi di occupazione: trovano lavoro
nei primi 4 mesi il 70% dei laureati, il
90% l’anno prima. Al mondo del lavoro offriamo
laureati più giovani di 10-15 anni fa. I
nostri dati mostrano che nel decennio 1995-2005,
l’età media di un laureato quinquennale era
di 27,5 anni per Architettura e di 26,8 anni
per Ingegneria. Nel 2008-09 l’età si è abbassata
a 26,5 per Architettura e 25,7 per Ingegneria.
La rivoluzione della nostra offerta formativa
e la dedizione dei nostri docenti permettono
l’uscita a circa 2.000 nostri quinquennali
a non più di 25 anni. Sono più del doppio
che in passato. Analogamente ogni anno circa
600 laureati triennali con non più di 23
anni non proseguono i loro studi nel nostro
Ateneo”.
6) l’internazionalizzazione
“Siamo convinti che gli allievi stranieri
possano diventare motori di relazioni con
il sistema produttivo italiano – ha detto
il Rettore – oggi studiano da noi più di
2.300 studenti di 109 nazioni. Sono più del
6% dei nostri studenti, siamo allineati alla
media europea quando quella italiana è 2,7%.
Si aggiungono circa 750 allievi che, a vario
titolo, studiano da uno a tre semestri con
noi. Nei programmi di scambio gli stranieri
in entrata sono più numerosi degli italiani
in uscita. In futuro gli studenti stranieri
aumenteranno. Le richieste di immatricolazioni
di stranieri stanno crescendo in tutti i
Corsi di studio. Con grande soddisfazione
abbiamo constatato che quest’anno il 25%
dei nuovi iscritti ai Dottorati di ricerca
è straniero. Anche gli stranieri iscritti
al primo anno della Laurea Magistrale sono
550, il 14% in più rispetto allo scorso anno.
Complessivamente, sono il 14% delle matricole
nelle Lauree Magistrali”.
7) la rinascita della Bovisa
“Uno dei progetti che mi rende particolarmente
orgoglioso è la rinascita della Bovisa: oggi
in questo quartiere vive non solo il 40%
del nostro Ateneo, ma anche numerose Istituzioni
che hanno creduto in questo disegno strategico”
– ha concluso Ballio.
Dopo il saluto del Decano del Politecnico
di Milano Francesco Jovane hanno presentato
i loro interventi Mauro Brivio, Presidente
del Consiglio degli studenti e Giuseppino
Molinari, Direttore Amministrativo. Dopo
il discorso del Rettore Giulio Ballio la
mattinata è proseguita con gli interventi
di Federica Guidi, Presidente dei Giovani
Imprenditori di Confindustria e di Gino Strada,
Fondatore di Emergency sul tema “Giovani,
etica e lavoro”. A conclusione la prolusione
di Costanzo Ranci Ortigosa “Progettare nell’incertezza:
i giovani nella società dell’accelerazione”.
 
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