15 Settembre, 2002
LA POLITICA : IL DIVERSO E IL DESTINO DEI POPOLI di Mario Superti
E’ oltremodo difficile definire il “ diverso” nel senso di persona o gruppo di persone che non trovano riscontro nell’immaginario di un popolo “ospitante”....
LA POLITICA : IL DIVERSO E IL DESTINO DEI
POPOLI di Mario Superti
E’ oltremodo difficile definire il “ diverso”
nel senso di persona o gruppo di persone
che non trovano riscontro nell’immaginario
di un popolo “ospitante” che ha abitudini,religione
e costumi radicati nel tempo e nello spazio.
La percezione del “diverso” nella popolazione
residente si ha quando per motivi economici
o sociali una persona o gruppi di persone
si spostano da una regione o da continenti
lontani per trovare “ospitalità” ovunque
sia possibile.
Le situazioni che si creano sono del tutto
evidenti e sono ben presenti nel campo sociale,
religioso, politico.
Per molto tempo, e forse ancora oggi, persino
nel mondo dei religiosi sono stati definiti
diversi gli ebrei che per duemila anni si
sono spostati in tutti i continenti : anzi
si è spesso invocato alla loro conversione
come rimedio al loro “status” di “diversi”.
Ma anche dopo la conversione al cattolicesimo
non si è fermata la persecuzione nei loro
confronti : ne fa testimonianza la storia
dei “marrani” o “conversos” nella Spagna
nel XIV secolo.
Questo è accaduto nel mondo cattolico ma
anche nel mondo protestante : sono note le
invettive di Lutero ,a tale proposito, nel
libello “ Degli ebrei e delle loro menzogne”
e ivi li tratta con una violenza senza confronti
( da tempo tuttavia il mondo protestante
ha preso le distanze dai contenuti di tale
pubblicazione).
Parimenti anche nel mondo cattolico ufficiale
sono state prese debite distanze dagli atteggiamenti
pregressi.
Le conseguenze degli insegnamenti del passato
le abbiamo viste tutti e la storia ci ha
consegnato episodi e fatti difficili da configurare
ancora oggi e da tramandare nello loro tragica
realtà alle generazioni del futuro.
Ma l’atteggiamento , nei sentimenti popolari,
verso il diverso in genere ,non sembra cambiato
di molto anche nel tempo in cui viviamo .
Le reazioni degli “ospitanti” non sono ,di
tutta evidenza , configurabili nel campo
del “razionale”: non sono di odio come spesso
si crede , ma di “ fobia” cioè di paura.
E la paura non è una categoria del razionale
ma del sub-conscio ed è atavica : risale
alla notte dei tempi e risiede nella nostra
zona del cervello più antica e profonda,
irrazionale , ereditata dal mondo “animale”.
Quello che dovrebbe distinguere l’uomo evoluto
e moderno ( homo sapiens sapiens) è la razionalità
e la capacità di “ragionare” cioè rendere
razionale ciò che appare oscuro ed incomprensibile
al primo impatto.
Ma non è sempre così.
Nell’infanzia spesso il bambino benestante
non è disposto e cedere il proprio “giocattolo”
al compagno di giochi occasionale e magari
un poco invadente : ma si tratta ancora di
bambini con tutti i vantaggi e gli svantaggi
del primo stadio della vita ( l’evoluzione
positiva del loro comportamento dipenderà
molto dalla educazione che troveranno nella
famiglia e nella società).
Nel mondo degli adulti può succedere la stessa
cosa quando la loro educazione sociale o
politica non ha avuto buoni effetti oppure
è stata difettosa e carente.
Le situazioni si aggravano quando nel mondo
degli adulti c’è chi si fa carico di proporre
e sostenere teorie che poco hanno a che fare
con il razionale ed il senso comune del vivere
civile, virtuoso e responsabile ( vedi partiti
e politica attuali).
Nascono quindi episodi e fatti che tutti
noi possiamo rilevare in accadimenti recenti
.
Se un popolo , nelle sue manifestazioni locali
o nazionali , non è in grado di trasmettere
segnali adeguati, razionali e di buon effetto
sui comportamenti sociali , questo è un popolo
che non ha “futuro” : nel senso che se si
limita a combattere il “diverso” senza provvedere
alla integrazione dello stesso prima o poi
perde anche la sua identità, o magari soccombe
al contatto con chi è venuto da lontano.
Potrebbe anche non essere così ma il futuro
è molto incerto.
Le cronache recenti della apertura di una
scuola con i “segni” di un partito , distribuiti
in abbondanza su tutta la struttura , sono
solo la punta dell’iceberg : è un chiaro
segno di debolezza oltre che un’oltraggio
alla dignità di una nazione civile.
E’ così che sono iniziate ed hanno preso
piede le più perverse teorie di un passato
non certo lontano.
Ancora più oltraggioso è il “ silenzio assenso”
che il mondo della politica esprime salvo
rare eccezioni e di poca consistenza.
Ci si aspetta una severa condanna da parte
della cosiddetta sinistra, e ci si aspettano
anche reazioni concrete da chi crede di rappresentare
il senso comune dei sentimenti di un popolo
intero.
Ora , infine , mi chiedo : c’è ancora qualcuno
attrezzato per dare una risposta concreta
?
Anche a Cremona , si intende , e perché no
?
Un segnale concreto sarebbe apprezzato e
di alto valore simbolico e politico.
E’ ancora viva nella memoria il lancio del
“babbo natale leghista” senza che abbia provocato
serie reazioni anche da parte di chi, in
passato, non ha esitato, con un comportamento
ambiguo e politicamente devastante, a dare
spazio alle assurde sparate della Lega.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA
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