15 Settembre, 2002
Osteoporosi e fratture vertebrali: se ne parla a Cremona il 25 settembre
Si parla di fratture vertebrali da compressione causate da osteoporosi, dalla loro genesi
Osteoporosi e fratture vertebrali: se ne
parla a Cremona il 25 settembre
Dall'analisi delle cause agli esami radiologici,
agli approcci di chirurgia
mininvasiva più innovativi e sicuri: questi
gli argomenti dell'incontro
dedicato alle fratture della colonna vertebrale
e destinato ai medici di
medicina generale. Il prof. Giuseppe Galli,
Direttore del reparto di
Neurochirurgia dell'Azienda Ospedaliera di
Cremona e il dr. Carlo Valtulina,
daranno inoltre le indicazioni per un corretto
percorso diagnostico
-terapeutico del paziente.
Cremona, 22 settembre 2010 - Si parla di
fratture vertebrali da compressione
causate da osteoporosi, dalla loro genesi
ai più recenti trattamenti di
chirurgia mininvasiva, nell'incontro "Osteoporosi
e fratture vertebrali",
che si terrà a Cremona il 25 settembre presso
la Sala Monteverdi dell'Hotel
Impero. Il convegno, presieduto dal Prof.
Giuseppe Galli, Direttore del
reparto di Neurochirurgia dell'Azienda Ospedaliera
di Cremona, rappresenta
l'occasione per informare i Medici di Medicina
Generale sulle nuove tecniche
di chirurgia mininvasiva vertebrale e proporre
procedure condivisibili per
avviare immediatamente i pazienti verso un
corretto percorso di cura.
Ogni anno in Italia si verificano oltre 100.000
fratture vertebrali causate
da osteoporosi. Il progressivo invecchiamento
della popolazione, specie nei
Paesi più sviluppati, unito alle aumentate
esigenze funzionali, fanno sì che
le problematiche mediche legate alle patologie
della colonna vertebrale, in
vertiginoso aumento, siano diventate uno
dei principali problemi a cui
devono far fronte le persone anziane.
Nel corso del convegno verrà inquadrata l'osteoporosi
da un punto di vista
clinico ed eziopatologico, e si darà largo
spazio al confronto tra le
diverse procedure, attualmente in uso, di
intervento mininvasivo per le
fratture vertebrali.
"Il primo referente a cui si rivolgono
le persone che soffrono di
osteoporosi e fratture da compressione è
il medico di medicina generale, che
pertanto riveste un ruolo essenziale nell'intero
processo di possibile
risoluzione della condizione patologica -
dichiara il Prof. Giuseppe Galli -
L'intento dell'incontro è quindi quello di
individuare una proposta di linee
guida per una procedura diagnostico-terapeutica
standardizzata, al fine di
avviare il paziente, sin dalla prima visita,
verso la giusta strada."
In particolare, compito del medico di base
è quello di riconoscere
immediatamente i casi da trattare chirurgicamente,
abbattendo le naturali
resistenze dei pazienti, soprattutto anziani,
all'idea del bisturi. Per
questo, un altro importante obiettivo del
corso è informare i medici di
famiglia delle procedure di chirurgia vertebrale
mininvasive più innovative
e sicure.
Ad oggi i sistemi più utilizzati sono la
cifoplastica con palloncino e la
vertebroplastica. Entrambe le tecniche prevedono
l'iniezione di cemento
nella vertebra fratturata, ma la caratteristica
che rende unica la
cifoplastica è l'uso di un "palloncino"
inserito per via percutanea, che una
volta gonfiato, oltre a stabilizzare la frattura,
risolleva la vertebra
collassata posizionandola il più vicino possibile
all'altezza originale. A
questo punto, si procede con l'inserimento
di un cemento sintetico o
biologico.
"La cifoplastica rappresenta il sistema
più efficace, in termini di
sicurezza e recupero funzionale della mobilità
- dichiara il Dr. Carlo
Valtulina, neurochirurgo presso l'Azienda
Ospedaliera di Cremona - Oltre
alla presenza del palloncino, un altro vantaggio
è dato dalla riduzione dei
rischi di fuoriuscita del cemento iniettato,
poiché il chirurgo modula
manualmente la pressione della siringa e
pertanto la quantità dello stesso
da inserire nel corpo vertebrale. I medici
di medicina generale devono
pertanto comprendere che, una volta che lo
specialista ha stabilito se il
paziente può essere sottoposto a tale operazione,
si tratta di una procedura
semplice, che non deve spaventare. Presso
l'Ospedale di Cremona questa
tecnica è stata adottata con successo dalla
fine del 2007 e ad oggi ci sono
stati circa un centinaio d'interventi. "
La cifoplastica con palloncino è un intervento
della durata di circa un'ora
che viene eseguito in anestesia locale e
sedazione o generale, a seconda del
paziente. Dopo l'intervento, il paziente
rimane in osservazione per un paio
di giorni, mentre i suoi sintomi dolorosi
scompaiono nell'immediato. I
vantaggi correlati a questa tecnica chirurgica
sono numerosi: dalla rapidità
con cui viene restituita la mobilità al paziente,
ai notevoli risparmi
economico-sociali rispetto alle cure tradizionali.
Vengono infatti evitati i
costi di ospedalizzazione, riabilitazione
e cura farmacologica del dolore.
"Inoltre, da circa un anno presso il
reparto di Neurochirurgia viene
utilizzata una nuova tecnologia innovativa
nelle operazioni chirurgiche tra
cui la cifoplastica: - prosegue il Dr. Valtulina
- un neuronavigatore, con
il quale si può entrare nella vertebra fratturata,
soprattutto in quelle
della zona dorsale alta, di più difficile
intervento, e seguire il percorso
del bisturi senza esami radiografici aggiuntivi.
Nel corso della giornata
descriveremo anche questo strumento, per
sottolineare maggiormente che si
tratta di modalità sicure, che possono disporre
di strumentazioni utili e
all'avanguardia."
L'osteoporosi è un problema assai diffuso
(in Italia ogni anno si verificano
oltre 100.000 casi), in particolar modo tra
le donne in età
post-menopausale. La patologia si manifesta
con un andamento cronico e con
una elevata predisposizione alle fratture
in quanto l'osso diminuisce di
consistenza, diventa poroso e quindi fragile.
Il progressivo invecchiamento
della popolazione, specie nei Paesi più sviluppati,
unito alle aumentate
esigenze funzionali fanno sì che le problematiche
mediche legate alle
patologie discali abbiano subito un vertiginoso
incremento in termini
numerici e non solo.
 
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