15 Settembre, 2002
TORCHIO E ALBERTONI: NO ALLE MAZZATE REGIONALI PER IL RETICOLO IDRICO.
SI ALLA COMPARTECIPAZIONE DEGLI ENTI LOCALI ALLE ATTIVITA’ DI CAVE
TORCHIO E ALBERTONI: NO ALLE MAZZATE REGIONALI
PER IL RETICOLO IDRICO. SI ALLA COMPARTECIPAZIONE
DEGLI ENTI LOCALI ALLE ATTIVITA’ DI CAVE.
ATTIVATI GRUPPI TECNICI E CONVENZIONI CON
BONIFICHE
Si è tenuto, con grande partecipazione di
pubblico, il convegno realizzato da ANCI
Lombardia e Legautonomie presso la Sala Puerari
del Museo Civico di Cremona sul tema “Le
competenze dei Comuni per il governo del
Reticolo Idrico Minore”.
All’incontro hanno partecipato con comunicazioni
e relazioni il sindaco di Motta Baluffi e
membro del Direttivo di Legautonomie Franco
Albertoni, il segretario generale di ANCI
Lombardia Gabriele Pellegrini, l’esperto
di ANCI Lombardia e Legautonomie Nino Bosco,
il dirigente Unità Organizzativa Sviluppo
e tutela del territorio rurale e montano
Paolo Lassini.
Presenti in sala anche i massimi responsabili
dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione e
miglioramento fondiario della provincia di
Cremona e le rappresentanze delle Auotorità
delle acque del territorio tra i quali: Giorgio
Negri, direttore Unione Consorzi di Bonifica;
Eugenio Negri direttore Consorzio di Bonifica
del Navarolo; Pietro Bertesago presidente
Società Cremasca Reti e Patrimonio; Massimo
Cremonini Bianchi funzionario del Settore
Ambiente della Provincia di Cremona e Marco
Ruffini direttore Consorzio Naviglio e Vacchelli.
Presenti anche Agostino Groppelli rappresentante
della realtà cremasca e l’assessore Franco
Occhio del comune di Soncino, le conclusioni
sono state del presidente di ANCI Lombardia,
on. Giuseppe Torchio.
Franco Albertoni nel corso del suo intervento
ha evidenziato che i comuni vogliono esercitare
al meglio il ruolo di governo del reticolo
idrico minore, operando una programmazione
delle azioni armonicamente definite a livello
di ambiti territoriali più omogenei e mediante
l’attivazione di opportuna sinergia e collaborazione
con i Consorzi di Bonifica esistenti.
Va continuato un confronto serrato con la
Regione per quanto riguarda la determinazione,
la competenza dei canoni di concessione e
il reperimento delle risorse finanziarie
necessarie per l’attuazione delle funzioni
e compiti assegnati ai comuni.
Gabriele Pellegrini nella sua relazione introduttiva
ha sostenuto che bisogna passare alla fase
attuativa delle disposizioni regionali che
hanno trasferito le competenze sul reticolo
idrico minore da parte della Regione stessa
innanzitutto un sostengo finanziario ai comuni
per la rilevazione cartografica del reticolo
stesso.
Il segretario dell’ANCI ,- ha inoltre sostenuto
- che ANCI Lombardia definirà in accordo
con l’Unione dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione
un protocollo d’intesa finalizzato a creare
condizioni di omogeneità che consentano di
costituire una banca dati compatta pur nel
rispetto delle specifiche autonomie comunali.
In sostanza ANCI ha svolto e intende proseguire
in questo senso un’azione di recepimento
delle difficoltà espresse dai comuni puntando
a dare ad esse un supporto e una soluzione
in accordo con Regione, Province e Consorzi
di Bonifca.
Nino Bosco ha ribadito come ANCI Lombardia
e Legautonomie stiano lavorando per aiutare
i comuni ad applicare le delibere regionali
(DGR 7/7869 e 13950), sul reticolo idrico
minore.
Tali delibere – ha continuato Bosco – sono
volte ad individuare e mappare il sistema
idraulico presente in ogni territorio, per
prevenire i dissesti idrogeologici, definire
i canoni di polizia idraulica e regolamentare
la fasce di rispetto.
L’insieme di questi elementi , quindi, è
da approvare nel piano regolatore generale
del comune.
È un lavoro complesso e complicato, necessita
di una collaborazione stretta tra Comuni
e Consorzi di Bonifica per intervenire a
livello di aree omogenee e quindi riuscire
a governare in modo più efficace ed efficiente
il sistema delle acque.
Le associazioni richiedono un fattivo contributo
tecnico ed economico dalla regione con specifici
stanziamenti di risorse economiche adeguate
per sostenere questo sforzo di pianificazione
e di prevenzione territoriale.
Il dottor Candiani dell’Assessorato Regionale
al Territorio, nel richiamare la normativa
di riferimento, ha descritto i contenuti
dei provvedimenti assunti dalla Giunta Regionale
inerenti l’argomento in parole con particolare
riferimento alla gestione del reticolo idrico
di competenza dei Comuni e dei Consorzi di
Bonifica, agli adempimenti previsti, alla
titolarità e alle iniziative di accompagnamento
alla delega.
Tra le quali l’indicazione di un tavolo di
confronto con l’ANCI e i soggetti pubblici
interessati, al fine della messa regime delle
attività di polizia idraulica e di reticolo
minore.
Paolo Lassini, ha ricordato le origini del
reticolo dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione.
Ha illustrato le funzioni dei Consorzi come
previsto dalla recente Legge Regionale n.7/2003.
Tale Legge ha profondamente innovato i Consorzi
che devono agire secondo principi di efficienza,
trasparenza e sussidiarietà.
La Direzione Generale Agricoltura della Regione
ha stanziato nel solo 2003 oltre 20 milioni
di euro per opere su reticolo idrico minore
di bonifica e irrigazione.
Entro dicembre – continua Lassini – verrà
proposto alla Giunta Regionale il piano regionale
di bonifica e irrigazione.
Eugenio Negri nell’intervenire, ha offerto
un contributo sulle norme di legge operanti
nel settore ed ha fatto riferimento alle
competenze sul reticolo idrico. Non ci sono
tre reticoli minori ma un reticolo A e B
(minore) sempre collegato ai Consorzi di
Bonifica, così come il rilascio di autorizzazioni
idrauliche e l’occupazione di aree pubbliche
Il Direttore del Consorzio di Bonifica Navarolo
ha inoltre evidenziato, come i comuni debbano
operare sia a livello normativo che regionale
per l’unificazione del sistema cartografico
i consorzi dal canto loro uniscono reti e
corsi d’acqua.
Pietro Bertesago, ha evidenziato la richiesta
dei consorzi cremaschi di avere il Portale
geografico per 2 milioni di euro (volo aereo,
informazioni determinate) per lo sviluppo
del reticolo idrico minore che i comuni non
potranno affrontare da soli assegnando un
incarico per la lettura con un metodo unico.
Marco Ruffini ha insistito sul ruolo di governo
di reticolo dei consorzi di bonifica. Ha
parlato anche di disponibilità allo studio
dello stesso ed alla comunicazione dei corsi
d’acqua minori che sono ubicati sui vari
comuni.
Mario Cremonini Bianchi, ha affermato l’impegno
per il reticolo idrico digitale e cioè per
la rappresentazione del territorio informatizzata
che unisce informazioni cartografiche con
dati alfanumerici, organizzati con criteri
rigorosamente idrografici (ogni corso d’acqua
è individuato dal suo percorso e da una denominazione
univoca, indipendentemente dalle suddivisioni
amministrative e dall’idronomastica tradizionale).
Riporta i risultati di una ultradecennale
attività di rilevamento dei corsi d’acqua,
avviata con il censimento dei corpi idrici
previsto dalla normativa e proseguito in
collaborazione con molti soggetti collettivi
competenti in materia di corsi d’acqua: uffici
statali periferici, uffici regionali, comuni,
consorzi di bonifica, principali regolatori
cremaschi.
Non essendo ancora validato, non è ancora
accessibile come banca dati: tuttavia i comuni
possono richiedere stampe dei rispettivi
territori e delle aree adiacenti, allo scopo
di affrontare con una buona base conoscitiva
il compito di individuare urbanisticamente
il proprio reticolo minore. Pur nel rispetto
dell’autonoma competenza comunale di individuazione
dei corsi d’acque da assoggettare alla polizia
idraulica, dovrebbe essere salvaguardata
l’unitarietà idrogeologica dei corsi d’acqua:
si dovrebbe evitare che uno stesso corso
d’acqua sia a tratti soggetto alla disciplina
di legge ed in parte lasciato alla sola logica
di un utilizzo libero del territorio.
Fabrizio Loffi, ha evidenziato l’opportunità
che le norme regolamentari comunali non vadano
ad inificiare le attività di irrigazione
e bonifica esplicitate dai consorizi.
Ha presentato ricorso contro la prima delibera
della Regione per la confusione che la stessa
determinava.
La pubblica amministrazione non può rendere
pubblico ciò che già è previsto.
Agostino Groppelli, ha rivendicato l’autonomia
anche con riferimento alla recente legge
regionale sulla bonifica. In particolare,
laddove non esistono consorzi di bonifica
la competenza è estesa ai Consorzi di Miglioramento
Fondiario pronti a dialogare con Consorzi
comunali ed Enti Locali.
Franco Occhio, ha lamentato un quadro istituzionale
di abbandono da parte degli agricoltori anche
per il mancato apporto economico delle coltivazioni.
Quando dovranno fare applicare i canoni nasceranno
conflitti con gli agricoltori.
Gli interventi conclusivi della mattinata
sono stati dell’ing. Carlo Gattoni, Presidente
Unione Regionale Bonifiche Irrigazioni e
Miglioramenti fondiari per la Lombardia (URBIM)
e del presidente dell’ANCI Lombardia on.
Giuseppe Torchio. L’ing. Gattoni si è soffermato
sul protocollo d’intesa in fase di definizione,
per la gestione dell’intricata materia con
ANCI Lombardia mettendo a disposizione le
competenze tecniche presenti nella struttura
consortile, così capillare sul territorio
di pianura e.
Il presidente dell’ANCI Lombardia, on. Giuseppe
Torchio, ha ringraziato tutti coloro che
ai vari livelli hanno contribuito ad affrontare
le tematiche così ostiche, tecnicamente difficili
e politicamente costose che vanno a incidere
fortemente sulla contribuenza degli utenti.
Proprio dal sistema dei Consorzi di Bonifica,
sono giunti forti rilievi critici a propostio
di pesanti canoni di polizia idraulica che
ammontano a quasi mezzo milione delle vecchie
lire per un semplice ponticello sovrastante
una struttura irrigua, elementi che si contano
a migliaia nelle nostre campagne lombarde.
La Regione ha introdotto elementi tariffari
che sono ritenuti pesanti dallo stesso sistema
dei comuni e le grane più grosse scoppieranno
quando tali oneri saranno inseriti nelle
cartelle esattoriale successiva alle prossime
scadenze amministrative, ma non per questo
noi dobbiamo tacere per chiedere una revisione
delle mazzate tariffarie previste.
ANCI Lombardia è disponibile a presentare
una proposta di legge d’iniziativa comunale
e provinciale che possa fare riferimento
sulla alimentazione di questi fondi anche
attraverso la compartecipazione degli Enti
Locali alle attività di escavazione nell’alveo
dei fiumi, oggi escluse dalla legislazione
nazionale.
Tali esperienze sono già avvenute nella Regione
Emilia Romagna e potrebbe determinare risultati
economici positivi.
Sul fronte concreto ed operativo il presidente
Torchio ha concluso i lavori indicando un
gruppo di lavoro tecnico a livello regionale
che comprenda tutte le competenze esistenti
ai vari livelli, ed un gruppo di riferimento
provinciale, aperto anche alle province confinanti,
all’ATO, ai comuni, ai consorzi di bonifica
d’Irrigazione e Miglioramento Fondiario per
definire la complessa materia tecnica di
riferimento.
|