Il decreto “tagliabilanci” è destinato a mettere definitivamente in
ginocchio le amministrazioni pubbliche locali e, con un gesto simbolico, il
presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, ha consegnato a nome dei comuni
italiani un mazzo di chiavi a Palazzo Chigi, prima dell'inizio dell'audizione in
commissione Bilancio.
Si è trattato del momento clou di una manifestazione che ha portato ieri a
Roma oltre un centinaio di sindaci dell’Anci. "Noi chiediamo - ha
proseguito Domenici - di eliminare il comma che prevede il taglio delle spese
verso i comuni. Questa sarebbe una soluzione punitiva e di scarsa efficacia,
potremmo trovare soluzioni migliori".
Il presidente dell'Anci non ha nascosto la propria preoccupazione: "temo
che la crisi dei rapporti tra i livelli istituzionali possa portare a scelte
sbagliate, anche in vista del Dpef: le anticipazioni che ci sono arrivate sono
molto preoccupanti".
Alla manifestazione ha presenziato anche un folto gruppo di amministratori
locali Lombardia, capeggiato dall’on. Giuseppe Torchio, presidente di Anci
Lombardia e dell’Amministrazione provinciale di Cremona. I sindaci hanno
manifestato davanti a Montecitorio e hanno dato vita a un’affollatissima
assemblea pubblica all’hotel Nazionale prima di proseguire nell’intensa
giornata con la consegna simbolica delle chiavi a Palazzo Chigi, con l’audizione
alla Commissione Bilancio della Camera per esaminare i contenuti del decreto e,
nel pomeriggio, l’incontro tra il presidente Domenici e il presidente della
Camera Pierferdinando Casini.
“La ragioni della protesta di tutto il fronte delle autonomie - ha
affermato l’on. Torchio - è legato al taglio del 10% dei cosiddetti consumi
intermedi riferito ai bilanci di Comuni e Province, una misura che applicata
alle province può portare la scure a raggiungere anche il 30%. Infatti il 10%
di taglio si applica a un bilancio che è notevolmente aumentato, per effetto
del trasferimento di interi settori - dalla viabilità statale, al turismo, agli
uffici del lavoro - alle competenze provinciali”.
Nel suo intervento all’hotel Nazionale il presidente Torchio ha rilevato
che “i tagli sono diventati una triste realtà già dalla scorsa Finanziaria
soprattutto per i piccoli Comuni e le loro Unioni, ma oggi il fenomeno colpisce
indiscriminatamente Province e Comuni, con tagli di 480 milioni di euro sulle
prime, con applicazione a geometria variabile per cui si ipotizza che a Bergamo
si raggiungeranno i 40 miliardi di penalizzazione. Sommando quindi le due
stangate, quella della Finanziaria e quella odierna del decreto tagliabilanci,
gli enti locali saranno costretti a tagliare pesantemente le loro prestazioni,
in particolare sulle mense, sugli asili nido, sul welfare, recando gravi danni
alla popolazione soprattutto, per i più anziani”.
Nel corso della mattinata la Commissione Bilancio - con la presenza dei
parlamentari Ventura (Ds), Russo Spina (Prc), Morgando (Margherita) e Samo (Fi)
- ha ricevuto una folta delegazione di sindaci presieduta da Domenici, da Rosa
Russo Jervolino, Walter Veltroni, dal responsabile della finanza locale dell’Upi
Nino Nunes, dal presidente Giuseppe Torchio, dal presidente della Regione Emilia
Romagna Vasco Errani e dal coordinatore della Finanza Robilotta (Lazio).
La valutazione dei sindaci e degli amministratori locali è stata di totale
contrarietà ai contenuti del decreto e si confida ora che il Governo - ma il
vicepremier Fini ha già smentito che ciò possa accadere - non arrivi anche a
porre la fiducia su questo argomento.
Ulteriori iniziative verranno ora decise sia dall’Anci che dall’Upi. Le
province italiane hanno già convocato per giovedì a Roma una loro assemblea.