15 Settembre, 2002
Proposta di legge della Giunta Regionale sulla sussidiarietà
Il Sindaco Gian Carlo Corada esprime forti critiche
 A Milano è in corso la terza edizione di “Risorse Comuni”,
iniziativa promossa dall’ANCI nazionale e dall’ANCI Lombardia. Questo
importante appuntamento è stato aperto dal convegno “Costituzione,
sussidiarietà e sistema di cooperazione tra comuni” al quale sono intervenuti
Antonio D’Alì, Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Roberto Formigoni,
Presidente della Regione Lombardia, Filippo Penati, Presidente della Provincia
di Milano, Maria Pia Garavaglia, Vice Sindaco di Roma, Giuseppe Torchio,
Presidente della Provincia di Cremona, Gian Carlo Corada, Sindaco di Cremona, ed
Aurelio Ferrari, Sindaco di Lodi e Presidente di ANCI Lombardia. Si è trattata
dell’occasione per un confronto tra gli amministratori locali sulle nuove
strategie d’azioni per le politiche amministrative alla luce dei recenti
cambiamenti istituzionali.
Il Sindaco Gian Carlo Corada, nel suo intervento, si è soffermato sulla
proposta di legge regionale sulla sussidiarietà, ovvero sui rapporti tra Enti
locali e la sfera del privato. Il Sindaco ha esposto con tono pacato, ma fermo,
forti critiche sui contenuti di questa proposta di legge, esprimendo numerosi
dubbi e la propria contrarietà ad una sua approvazione.
In particolare Gian Carlo Corada ha espresso riserve sull’indeterminatezza dei
criteri della scelta del privato, quindi sulla cosiddetta sussidiarietà
orizzontale, per cui la Regione e gli Enti Locali eserciterebbero direttamente
funzioni amministrative solo qualora la finalità pubblica non possa essere
perseguita efficacemente dalla persona, dalla famiglia, da imprese o da ogni
altra formazione sociale. Pur condividendo in linea di massima il principio del
rapporto, soprattutto con il privato sociale, il Sindaco di Cremona ritiene che
la scelta del privato e le regole in questo campo debbano essere determinate dal
pubblico, in particolare dal Comune, al di fuori di ogni controllo politico
della Giunta Regionale.
L’impostazione della proposta di legge sottrae invece la possibilità di un
autonomo e regolato intervento del pubblico, con un rovesciamento della cultura
dei diritti sociali, in quanto rende possibile un intervento delle istituzioni
pubbliche per soddisfare i bisogni dei cittadini solo quando i privati non
possano provvedere autonomamente o trovare il soddisfacimento sul mercato,
secondo decisioni arbitrarie della Giunta Regionale.
Secondo quanto previsto dalla proposta di legge, la Regione potrebbe addirittura
sostenere la causa di un privato contro un Comune, che ha deciso di promuovere
in forma pubblica un proprio servizio, semplicemente perché un privato ritiene
di poterlo promuovere direttamente.
In questo modo verrebbe meno la collaborazione tra pubblico e privato, in
particolare no-profit, cambiandone l’impostazione complessiva, mettendo in
serio pericolo - anche in realtà come quella cremonese dove vi è una
tradizione ormai consolidata - la promozione delle azioni per il sostegno e la
qualificazione dei soggetti operanti nel terzo settore. La sussidiarietà
verticale (tra Enti Locali e Regione) dovrebbe invece prevedere un decentramento
di competenze e di poteri dalla regione ai Comuni.
Il Presidente della Regione Roberto Formigoni ha dichiarato che questa proposta
di legge non verrà approvata entro questa legislatura. Se sarà rieletto, si è
impegnato ad aprire sul tema un ampio confronto. Ipotesi che il Sindaco Gian
Corada ha apprezzato soprattutto perché, se non dovessero intervenire
cambiamenti sostanziali, la nuova legge renderebbe residuale il ruolo pubblico
in molti servizi, cambiando l’impostazione complessiva dei rapporti con il
settore privato.
9 febbraio 2005
 
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