15 Settembre, 2002
Il popolo della pace è tornato in piazza
“Il Punto” (di vista) di Enrico Pirondini direttore de La Provincia
 Riproponiamo l'editoriale di Enrico Pirondini, apparso
su La Provincia del 20 febbraio 2005
Ieri, secondo collaudato copione, il «Popolo della Pace» è
tornato in piazza per la liberazione di Giuliana, Florence, Hussein e per tutti
gli altri rapiti dai guerriglieri-terroristi-tagliagole e ingordi di denaro.
Come è andata lo si è visto nell’orgia radio-televisiva: un robusto corteo
aperto dai genitori e dal compagno della giornalista italiana, bandiere rosse e
arcobaleno fin dentro il maxi schermo, falce e martello a volontà, retorica a
fiumi, Colosseo illuminato, band musicali ben selezionate e dal nome inequivoco
come i «folkabbestia», gli «Assalti frontali», «Parto delle Nuvole
Pesanti». Eppoi ettari di facce di circostanza; ma Prodi non ha dovuto
sforzarsi, è bastata la sua. Dunque tutto bene, tutto legittimo, tutto scontato
come il comizio del direttore de «Il Manifesto» Gabriele Polo, fiero e
contrito sul palco, giusto alle cinque della sera, giubbotto e maglione del
nostalgico Sessantotto, sciarpa in tinta, barba incolta, occhialini sul naso.
Mentre sotto il palco papà Sgrena, bella figura di ferroviere comunista,
ondeggiava la barba antica come un personaggio di Guareschi: le figlie sono
sempre bambine, cosa non si farebbe per loro. Di stonato, almeno per me, la
musica araba sparata dagli altoparlanti con troppa insistenza al punto che non
ho saputo trattenermi dal chiedermi: sono già qui? Veltroni ha mollato?
Confesso che vedere la bella piazza romana trasformata in un suk del Mar Rosso
mi ha messo terribili brividi. Mi è venuto in mente il collega Magdi Allam,
fustigatore del nostro ipergarantismo: «Stiamo facendo il gioco dei terroristi:
manca in Italia una cultura politica che si renda conto del pericolo». Detto
questo, vengo al sodo. I dollari. Più delle fiaccolate, dei canti e delle
poesie (toh, si è rivista la sciura Miranda Martino con le rime di Pasolini)
servono i danè. E tanti. Diciamo almeno cinque miliardi di vecchie lire
decotte. E chi sgancia? Ma naturalmente il governo di Berlusconi. E quelli lo
sanno che siam pronti a sganciare in nome della Pace e delle urne. E’ andata
bene con le Vispe Terese, cioé le Simone, perché non dovrebbe andare bene con
la compagna comunista? Giuliana anzi è stata rapita proprio per questo, in
quanto pacifista. In quanto capace, come nessuno, di mobilitare tutti, noglobal
casinari, cattoflagellanti, don Ciotti e i francescani, i Prodinotti-boys;
persino il premio Nobel per la pace (1980) Adolfo Perez Esquivel che ieri, sul
Manifesto, ha lacrimato il giusto «per i tuoi cari che ti aspettano e per tutto
il popolo dell’Iraq». Per Quattrocchi invece altra musica. Ma era solo un
«mercenario», inadatto a far cassa. Un errore che i palancai islamici, ben
informati dall’Italia, non faranno più. · I santi eroi. Nel can can di ieri
- ma forse mi sono distratto - non ho sentito nulla contro gli aguzzini
sequestratori, quelli che sui forum internet incitano i rapitori: «Sgozzatela,
gli italiani se ne andranno». Niente. Nemmeno un cartello. Solo un rispettoso e
inquietante silenzio, quasi un omaggio agli eroici, santi e coraggiosi
«resistenti». Se così è, la conclusione allora è una sola: ma andate a
scopare il mare.  
La Provincia
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