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15 Settembre, 2002
Volontariato e “competitività”
Coordinamento dei centri di servizio per il volontariato e Terzo Settore sul disegno di legge

Csv.net e Consulta nazionale permanente del Volontariato del Forum del Terzo Settore sulla riforma della 266/91: "Per la "competitività" si attacca il volontariato"

«Abbiamo appreso che molto probabilmente il Governo intende inserire nel disegno di legge sulla "competitività", che pare potrebbe essere approvato venerdì 11 marzo, anche un articolo in merito alla riforma della legge 266/91, legge quadro sul volontariato. Riguarda - scrive Marco  Granelli, presidente del Csv di Milano e del Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato - in particolare le modifiche già in precedenza elaborate dal sottosegretario Grazia Sestini in merito all'art. 15. Sostanzialmente questo articolo di modifica inserito nel disegno di legge modificherebbe solo l'art. 15 e non gli altri articoli della legge 266/91, intervenendo su due aspetti. Il primo riguarda la giusta perequazione dei fondi comportando maggiore omogeneità nazionale. Il secondo, per nulla condivisibile, riguarda l'assegnazione ai Csv di solo il 50% dei fondi dell'art. 15 per le attività a sostegno del volontariato... »

"L' altro 50% - continua Granelli - verrebbe assegnato ai Comitati di Gestione che dovrebbero utilizzarlo per finanziare programmi di attività del volontariato e progetti di servizio civile, oltre che il funzionamento dei Comitati stessi".

"In pratica con questa modifica si ridurrebbe del 50% l' attività dei CSV e si muterebbe il ruolo dei Comitati di gestione, dove la maggioranza dei membri è di rappresentanti delle fondazioni, facendo assumere loro un ruolo di indirizzo sullo sviluppo del volontariato, lasciando loro la competenza di scegliere i progetti da finanziare. Inoltre in questo modo si sovrapporrebbero le funzioni di controllore e controllato, nel medesimo organismo Comitato di Gestione che nello stesso tempo controlla i fondi dell’art. 15 assegnati ai CSV e decide come utilizzarli per lo sviluppo del volontariato, senza nessun organo di controllo".

"Si perpetua così una scelta opposta a quello che sta avvenendo. Infatti in moltissime Regioni volontariato, CSV, fondazioni e Comitati di Gestione stanno collaborando in azioni a sostegno anche economico dei progetti di attività del volontariato, con percorsi condivisi, dove però il volontariato, soggetto gestore dei CSV, non abdica alle scelte per il suo sviluppo. Invece di seguire alcune positive sperimentazioni si sceglie di creare un ulteriore sovrastruttura che assorbirà inevitabilmente altri costi. Tra l altro si decide di investire di questo ruolo proprio i Comitati di Gestione che ad oggi, come affermato da CSV.net nella presentazione ufficiale di gennaio, hanno effettivamente erogato ai CSV solo il 36% dei fondi che per legge dovrebbero essere a disposizione dei CSV per qualificare e sostenere il volontariato. Infatti rispetto ai 462 milioni di euro accantonati dalle fondazioni fino ai bilanci consuntivi del 2002, solo 135 sono stati erogati ai CSV per utilizzarli nelle azioni a sostegno del volontariato".

"Ma ciò che più lascia perplessi è come si sia pensato di inserire in un disegno di legge di sviluppo dell’economia uno e un solo aspetto della riforma della legge sul volontariato, attività a valenza non commerciale per definizione. Mi preme sottolineare poi come, dopo più di un anno di attesa dall’ultimo incontro dell’Osservatorio su questo tema (novembre 2003) si sia scelto di inserire in un provvedimento del governo solo questa parte di riforma e non altri aspetti, quelli con maggiore condivisione, tra cui: il riconoscimento delle organizzazioni e federazioni nazionali di volontariato ed in generale dei coordinamenti anche regionali e locali, le modifiche sulla definizione più adeguate al concetto di sussidiarietà, alcune agevolazioni aggiuntive già introdotte per la promozione sociale. Tra l altro si ricorda che proprio in occasione dell’incontro pubblico di presentazione del testo di riforma Sestini dell’8 novembre 2003 e nel successivo incontro dell’Osservatorio nazionale del Volontariato, la maggior parte degli interventi del mondo del volontariato aveva sottolineato la non condivisione della scelta di cambiamento dell’art. 15, scelta oggi riconfermata in questa proposta di disegno di legge. Con questa scelta si decide di procedere alla riforma delle legge 266/91, anzi ad un suo passaggio tra i più innovativi e delicati, limitando al massimo il dibattito parlamentare e nel Paese, inserendolo in un contesto più ampio e poco identificabile, condizione più volte posta come fondamentale per riformare un legge così importante e significativa per tutti".

Csv.net invita quindi il Governo, come aveva promesso la senatrice Sestini nel novembre 2003, a discutere di tutta la riforma della legge 266/91 e inviare al dibattito in Parlamento un testo completo. Infatti da tempo il volontariato ha affermato l'esigenza di aprire un dibattito ampio sul tema della riforma 266/91, evitando che questo tema divenga una contesa politica-partitica, ma piuttosto una forte scelta del Parlamento che come ormai 14 anni fa scelse quasi all'unanimità di dare un importante segnale al fenomeno del volontariato.

"Abbiamo appreso che molto probabilmente il Governo intende inserire nel disegno di legge sulla "competitività", che pare potrebbe essere approvato venerdì 11 marzo, anche un articolo in merito alla riforma della legge 266/91, legge quadro sul volontariato. Riguarda - scrive Marco  Granelli, presidente del Csv di Milano e del Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato - in particolare le modifiche già in precedenza elaborate dal sottosegretario Grazia Sestini in merito all'art. 15. Sostanzialmente questo articolo di modifica inserito nel disegno di legge modificherebbe solo l'art. 15 e non gli altri articoli della legge 266/91, intervenendo su due aspetti. Il primo riguarda la giusta perequazione dei fondi comportando maggiore omogeneità nazionale. Il secondo, per nulla condivisibile, riguarda l'assegnazione ai Csv di solo il 50% dei fondi dell'art. 15 per le attività a sostegno del volontariato..."

In merito alla proposta di modifica della legge 266/91 (legge quadro del volontariato) che, dalla cosiddetta riforma "Sestini" discussa  con l'Osservatorio nazionale del volontariato nel novembre 2003, estrapola l'articolo 15 relativo ai Centri di Servizio per il Volontariato, interviene anche la Consulta nazionale permanente del Volontariato del Forum del Terzo Settore. "La riforma del già richiamato art. 15, non concordata con l'Osservatorio nazionale del volontariato - spiegano i portavoce del Forum - viene ulteriormente peggiorata prevedendo che i fondi regionali di accantonamento siano così suddivisi: 50% per i Centri di Servizio per il Volontariato e l'altro 50% a disposizione dei Comitati di Gestione che lo potranno utilizzare per erogare fondi sia al volontariato per i programmi di attività presentati dalle organizzazioni di volontariato iscritti ai registri, sia per finanziare progetti di servizio civile volontario e infine per i costi di gestione dei Comitati stessi".

"La Consulta del volontariato - spiegano - riafferma che il Servizio Civile Volontario nazionale istituito con la legge 64/2001, è lo strumento concreto di cittadinanza attiva per i giovani italiani e nello stesso tempo è risorsa indispensabile per la realizzazione di uno stato sociale rispondente ai bisogni. E' quindi una priorità nazionale che deve essere finanziata da enti pubblici non sottraendo le risorse al mondo del volontariato".

"Circa la proposta di attribuire ai Comitati di gestione parte degli accantonamenti di cui all'art. 15, che  implica il carattere degli interventi sociali sul territorio e la titolarità del volontariato, la Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore sta ricercando un rapporto positivo con le Fondazioni bancarie e la sua rappresentanza per concordare criteri e collaborazioni delle quali la norma di legge dovrà tener conto".

"La consulta del volontariato - concludono - è contraria allo stralcio di alcune parti dal testo complessivo della riforma e al suo inserimento nel decreto legge "Piano d'azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale".

"La Consulta chiede il rispetto dell'impegno assunto dal Governo nei confronti dell'Osservatorio nazionale del Volontariato per la presentazione del disegno di legge complessivo e la conseguente discussione parlamentare aperta ai contributi migliorativi. E nel merito chiede di essere sentita dalla Presidenza del Consiglio e la convocazione dell'Osservatorio Nazionale del volontariato".

 


       



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