«Abbiamo appreso che molto probabilmente il Governo intende
inserire nel disegno di legge sulla "competitività", che pare
potrebbe essere approvato venerdì 11 marzo, anche un articolo in merito alla
riforma della legge 266/91, legge quadro sul volontariato. Riguarda - scrive Marco
Granelli, presidente del Csv di Milano e del Coordinamento nazionale dei
centri di servizio per il volontariato - in particolare le modifiche
già in precedenza elaborate dal sottosegretario Grazia Sestini in merito
all'art. 15. Sostanzialmente questo articolo di modifica inserito nel disegno di
legge modificherebbe solo l'art. 15 e non gli altri articoli della legge 266/91,
intervenendo su due aspetti. Il primo riguarda la giusta perequazione dei fondi
comportando maggiore omogeneità nazionale. Il secondo, per nulla condivisibile,
riguarda l'assegnazione ai Csv di solo il 50% dei fondi dell'art. 15 per le
attività a sostegno del volontariato... »
"L' altro 50% - continua Granelli - verrebbe assegnato ai Comitati
di Gestione che dovrebbero utilizzarlo per finanziare programmi di attività del
volontariato e progetti di servizio civile, oltre che il funzionamento dei
Comitati stessi".
"In pratica con questa modifica si ridurrebbe del 50% l' attività
dei CSV e si muterebbe il ruolo dei Comitati di gestione, dove la maggioranza
dei membri è di rappresentanti delle fondazioni, facendo assumere loro un ruolo
di indirizzo sullo sviluppo del volontariato, lasciando loro la competenza di
scegliere i progetti da finanziare. Inoltre in questo modo si sovrapporrebbero
le funzioni di controllore e controllato, nel medesimo organismo Comitato di
Gestione che nello stesso tempo controlla i fondi dell’art. 15 assegnati ai
CSV e decide come utilizzarli per lo sviluppo del volontariato, senza nessun
organo di controllo".
"Si perpetua così una scelta opposta a quello che sta avvenendo.
Infatti in moltissime Regioni volontariato, CSV, fondazioni e Comitati di
Gestione stanno collaborando in azioni a sostegno anche economico dei progetti
di attività del volontariato, con percorsi condivisi, dove però il
volontariato, soggetto gestore dei CSV, non abdica alle scelte per il suo
sviluppo. Invece di seguire alcune positive sperimentazioni si sceglie di creare
un ulteriore sovrastruttura che assorbirà inevitabilmente altri costi. Tra
l altro si decide di investire di questo ruolo proprio i Comitati di
Gestione che ad oggi, come affermato da CSV.net nella presentazione ufficiale di
gennaio, hanno effettivamente erogato ai CSV solo il 36% dei fondi che per legge
dovrebbero essere a disposizione dei CSV per qualificare e sostenere il
volontariato. Infatti rispetto ai 462 milioni di euro accantonati dalle
fondazioni fino ai bilanci consuntivi del 2002, solo 135 sono stati erogati ai
CSV per utilizzarli nelle azioni a sostegno del volontariato".
"Ma ciò che più lascia perplessi è come si sia pensato di inserire in
un disegno di legge di sviluppo dell’economia uno e un solo aspetto della
riforma della legge sul volontariato, attività a valenza non commerciale per
definizione. Mi preme sottolineare poi come, dopo più di un anno di attesa dall’ultimo
incontro dell’Osservatorio su questo tema (novembre 2003) si sia scelto di
inserire in un provvedimento del governo solo questa parte di riforma e non
altri aspetti, quelli con maggiore condivisione, tra cui: il riconoscimento
delle organizzazioni e federazioni nazionali di volontariato ed in generale dei
coordinamenti anche regionali e locali, le modifiche sulla definizione più
adeguate al concetto di sussidiarietà, alcune agevolazioni aggiuntive già
introdotte per la promozione sociale. Tra l altro si ricorda che proprio in
occasione dell’incontro pubblico di presentazione del testo di riforma Sestini
dell’8 novembre 2003 e nel successivo incontro dell’Osservatorio nazionale
del Volontariato, la maggior parte degli interventi del mondo del volontariato
aveva sottolineato la non condivisione della scelta di cambiamento dell’art.
15, scelta oggi riconfermata in questa proposta di disegno di legge. Con questa
scelta si decide di procedere alla riforma delle legge 266/91, anzi ad un suo
passaggio tra i più innovativi e delicati, limitando al massimo il dibattito
parlamentare e nel Paese, inserendolo in un contesto più ampio e poco
identificabile, condizione più volte posta come fondamentale per riformare un
legge così importante e significativa per tutti".
Csv.net invita quindi il Governo, come aveva promesso la senatrice Sestini
nel novembre 2003, a discutere di tutta la riforma della legge 266/91 e inviare
al dibattito in Parlamento un testo completo. Infatti da tempo il volontariato
ha affermato l'esigenza di aprire un dibattito ampio sul tema della riforma
266/91, evitando che questo tema divenga una contesa politica-partitica, ma
piuttosto una forte scelta del Parlamento che come ormai 14 anni fa scelse quasi
all'unanimità di dare un importante segnale al fenomeno del volontariato.
"Abbiamo appreso che molto probabilmente il Governo intende
inserire nel disegno di legge sulla "competitività", che pare
potrebbe essere approvato venerdì 11 marzo, anche un articolo in merito alla
riforma della legge 266/91, legge quadro sul volontariato. Riguarda - scrive
Marco Granelli, presidente del Csv di Milano e del Coordinamento nazionale
dei centri di servizio per il volontariato - in particolare le modifiche
già in precedenza elaborate dal sottosegretario Grazia Sestini in merito
all'art. 15. Sostanzialmente questo articolo di modifica inserito nel disegno di
legge modificherebbe solo l'art. 15 e non gli altri articoli della legge 266/91,
intervenendo su due aspetti. Il primo riguarda la giusta perequazione dei fondi
comportando maggiore omogeneità nazionale. Il secondo, per nulla condivisibile,
riguarda l'assegnazione ai Csv di solo il 50% dei fondi dell'art. 15 per le
attività a sostegno del volontariato..."
In merito alla proposta di modifica della legge 266/91 (legge quadro del
volontariato) che, dalla cosiddetta riforma "Sestini"
discussa con l'Osservatorio nazionale del volontariato nel novembre 2003,
estrapola l'articolo 15 relativo ai Centri di Servizio per il Volontariato,
interviene anche la Consulta nazionale permanente del Volontariato del Forum
del Terzo Settore. "La riforma del già richiamato art. 15, non
concordata con l'Osservatorio nazionale del volontariato - spiegano i portavoce
del Forum - viene ulteriormente peggiorata prevedendo che i fondi regionali di
accantonamento siano così suddivisi: 50% per i Centri di Servizio per il
Volontariato e l'altro 50% a disposizione dei Comitati di Gestione che lo
potranno utilizzare per erogare fondi sia al volontariato per i programmi di
attività presentati dalle organizzazioni di volontariato iscritti ai registri,
sia per finanziare progetti di servizio civile volontario e infine per i costi
di gestione dei Comitati stessi".
"La Consulta del volontariato - spiegano - riafferma che il Servizio
Civile Volontario nazionale istituito con la legge 64/2001, è lo strumento
concreto di cittadinanza attiva per i giovani italiani e nello stesso tempo è
risorsa indispensabile per la realizzazione di uno stato sociale rispondente ai
bisogni. E' quindi una priorità nazionale che deve essere finanziata da enti
pubblici non sottraendo le risorse al mondo del volontariato".
"Circa la proposta di attribuire ai Comitati di gestione parte degli
accantonamenti di cui all'art. 15, che implica il carattere degli
interventi sociali sul territorio e la titolarità del volontariato, la Consulta
Nazionale del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore sta ricercando un
rapporto positivo con le Fondazioni bancarie e la sua rappresentanza per
concordare criteri e collaborazioni delle quali la norma di legge dovrà tener
conto".
"La consulta del volontariato - concludono - è contraria allo stralcio
di alcune parti dal testo complessivo della riforma e al suo inserimento nel
decreto legge "Piano d'azione per lo sviluppo economico, sociale e
territoriale".
"La Consulta chiede il rispetto dell'impegno assunto dal Governo nei
confronti dell'Osservatorio nazionale del Volontariato per la presentazione del
disegno di legge complessivo e la conseguente discussione parlamentare aperta ai
contributi migliorativi. E nel merito chiede di essere sentita dalla Presidenza
del Consiglio e la convocazione dell'Osservatorio Nazionale del
volontariato".