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15 Settembre, 2002
Lettera di Romano Prodi
Care amiche e cari amici, rispondo alle vostre numerose mail che si sono moltiplicate in queste ultime settimane, soprattutto dopo il messaggio che qualcuno scherzosamente chiama il “manifesto di Creta”.

Lettera di Romano Prodi
Care amiche e cari amici, rispondo alle vostre numerose mail che si sono moltiplicate in queste ultime settimane, soprattutto dopo il messaggio che qualcuno scherzosamente chiama il “manifesto di Creta”.

Care amiche e cari amici,
rispondo alle vostre numerose mail che si sono moltiplicate in queste ultime settimane, soprattutto dopo il messaggio che qualcuno scherzosamente chiama il “manifesto di Creta”.
Da allora credo che sia diventata ancora più evidente la ragione della mia crescente preoccupazione per la situazione economica del paese, dalla quale deriva la mia caparbia insistenza sulla necessità di realizzare un assetto politico che dia luogo a un governo coeso, stabile e duraturo e perciò capace di affrontare le grandi difficoltà del momento.
Dopo l’allarme europeo sullo stato delle finanze pubbliche sono arrivati, l’altro giorno, i dati Istat a confermare che il sistema non tiene.
Per affrontare una tale mole di problemi occorre che il nostro futuro governo possa davvero contare su un soggetto politico- e, lo ripeto, non ho mai detto partito unico!- di dimensioni tali e con uno spirito comune frutto di una piena condivisione degli obiettivi da raggiungere e delle priorità in base alle quali operare le scelte. Insomma, un soggetto politico tale da diventare il motore di tutta l’Unione alla cui costruzione, insieme all’Ulivo, il cuore del mio progetto politico, ho dedicato il mio impegno e il mio lavoro.
Per tutte queste ragioni ho dichiarato che “qualsiasi sia il mio peso politico, è al servizio del grande progetto dell’Unione e dell’Ulivo come punto di riferimento della politica italiana. Io sono qui per realizzare il progetto dell’Ulivo. Di fronte a questa priorità anche la mia candidatura a premier passa in secondo piano. Il progetto viene prima dei ruoli e i ruoli li decideremo con una scelta comune e condivisa. Vi garantisco che il mio sostegno va solo al progetto dell’Ulivo. Basta con gli egoismi”.
Proprio all’Unione serve il lavoro intenso della “Fabbrica del Programma” dove ci confrontiamo e ci confronteremo nei prossimi mesi, sui problemi del paese. In questo luogo, che è fisico e virtuale ad un tempo, ho incontrato tante persone, operatori economici, studiosi ed esperti. Altrettante ne incontrerò in giro per l’Italia, a partire già da lunedì prossimo, quando sarò a Bari per la prima tappa del viaggio della “Fabbrica” attraverso il Paese. Ebbene, dall’incontro con loro ho tratto la certezza che alle espressioni di fatica e di crisi si accompagna sempre un intenso desiderio di riscatto per riportare l’Italia ad essere protagonista in Europa e nel mondo globale. Sappiamo tutti che le sfide sono impegnative e difficili. Ma sappiamo anche che con tenacia, perseveranza e serietà, insieme ce la possiamo fare.
C’è però bisogno di una svolta vera. Una svolta politica e di programma.
Nel documento che ho scritto a Creta in occasione del 2 giugno - che ho visto con stupore e soddisfazione è stato letto sul mio sito da più di 300.000 persone - ho indicato le linee di azione che ritengo prioritarie. L’Italia è in difficoltà soprattutto perché in questi anni sono cresciute in modo preoccupante le differenze e le disuguaglianze sociali. Troppe persone stanno rimanendo indietro. E’ una questione di civiltà.
Abbiamo un grande bisogno di equità, di regole chiare e certe, di diritti ma anche di doveri. Di buone, semplici ed efficaci leggi che devono essere rispettate. Di ritrovare il senso della comune appartenenza e responsabilità. Non possiamo più sopportare, ad esempio, una così ampia evasione fiscale e una così vasta sacca di privilegi per pochi a danno di tutti. E’ un cambiamento culturale, oso dire etico e morale, quello di cui l’Italia ha bisogno.
La consapevolezza dello stato di degrado del Paese ci impone di impegnarci senza più indecisioni per fare dell’Ulivo il centro e il baricentro di quel forte e compatto governo dell’Unione del quale il Paese ha un urgente bisogno. Ma per raggiungere questo obiettivo sono convinto che l’Ulivo debba essere visibilmente presente sul territorio, nelle istituzioni e debba essere offerto agli elettori attraverso la presentazione di una grande lista che ne tenga aperta la prospettiva.
Questa è la medicina più giusta per l’Italia. Tutto il resto viene dopo. Io voglio essere, con il mio contributo e il mio peso politico, a servizio di questo progetto comune. Ne va del futuro di tutti che solo un Governo dell’Unione poggiato su un forte Ulivo può garantire. E con pazienza ma anche con determinazione ce la faremo.
Con molta amicizia

Romano Prodi

 


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