Alle origini del violino. Muovendo da questo tema il 1 ottobre si apriranno
ufficialmente a Cremona le manifestazioni dell’Ottobre liutario, dedicate
quest’anno al cinquecentenario di Andrea Amati, uno dei padri del violino. Un
viaggio alle origini di uno strumento che nel corso dei secoli si è distinto,
all’interno di una storia tuttora non sufficientemente studiata, come il più
acuto e piccolo della famiglia dei moderni strumenti ad arco occidentali.
Le manifestazioni riuniscono momenti musicali, concorsi, itinerari all’interno
della città patria del violino, Cremona, e soprattutto una mostra documentaria
di eccezionale valore che guiderà il visitatore all’interno di un viaggio
alle origini dello strumento che ha reso famosi Amati, Guarneri e Stradivari.
Una serie di documenti e strumenti che saranno per la prima volta mostrati in un
percorso coerente, di grande rigore scientifico e attento al pubblico
generalista, oltre che agli specialisti del settore.
“Queste prime manifestazioni coronano anni di ricerche e sono solo l’inizio
del rilancio degli studi sulla liuteria cremonese” - afferma Paolo Bodini,
nuovo Presidente dell’Ente Triennale Internazionale per gli strumenti ad Arco.
Il ricco programma dell’Ottobre Liutario si complementa con il Salone
Cremona MondoMusica, la più importante vetrina internazionale per il settore
degli strumenti musicali d'alto artigianato.
Eccezionale edizione anche per il Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi,
giunto alla sua ottava edizione con una presenza record di giovani quartetti
provenienti da tutto il mondo.
Nel corso delle manifestazioni verrà poi rilasciato uno speciale annullo
postale, a memoria delle celebrazioni in onore di Andrea Amati. Questi sono solo
alcuni degli avvenimenti più importanti all’interno di un calendario ricco di
proposte.
Un ottobre all’insegna della liuteria, con l’intento di riportare Cremona
al centro del mondo liutario internazionale.
“L’auspicio -sostiene il Presidente dell’Ente Paolo Bodini - è quello
di tornare ad essere veramente il centro del mondo riconosciuto in questo
ambito. E’ necessario far sì che Cremona diventi il punto di eccellenza per
la ricerca in ambito liutario e offra le migliori opportunità di formazione,
specializzazione e aggiornamento. Dobbiamo essere presenti come liuteria
cremonese in tutti i punti nevralgici della liuteria mondiale, sia con presenze
istituzionali che con maestri liutai che rappresentino l’eccellenza della
nostra produzione, che va difesa nella sua qualità e nelle sue caratteristiche
del ‘made in Cremona’. Un ruolo, quindi, il nostro non protezionistico, ma
di sostegno, stimolo e rilancio”.
Il Programma delle manifestazioni
30 SETTEMBRE - ORE 17,30
Inaugurazione
Andrea Amati e la nascita del violino 1505-2005
presso Museo Civico di Cremona
Aperta al pubblico dal 1° ottobre - ore 9,00
Itinerario cremonese nella decorazione lignea cinquecentesca
(intagli e tarsie)
in collaborazione con il Sistema Museale del Comune di Cremona
(percorso guidato partendo dal Museo Civico)
1 OTTOBRE - ORE 21,00
Amati Ensemble - Maastricht
in collaborazione con la Fondazione Teatro Ponchielli
presso Teatro Ponchielli
2 OTTOBRE - ORE 12,00
La musica nei luoghi della liuteria
aperitivo in musica
presso Palazzo Fodri
3 - 7 OTTOBRE
VIII Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi
presidente: Bruno Giuranna
membri della giuria: Rocco Filippini,
Hugh Maguire, Francesco Manara,
Milan Skampa
in collaborazione con i Rotary Clubs di Cremona
presso Palazzo Pallavicino
4 OTTOBRE - ORE 20,30
Liuteria in Festival
a cura del Conservatorio di Mantova
presso Auditorium Camera di Commercio
7 OTTOBRE - ORE 21,00
Concerto dei vincitori del VIII Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi
presso Teatro Ponchielli
11 OTTOBRE - ORE 20,30
Liuteria in Festival
a cura dell’Istituto Musicale Pareggiato di Cremona
presso Auditorium Camera di Commercio
13 OTTOBRE - ORE 20,30
Maestro Duo
con Fausto Solci e Jebran Yakoub
Sala San Domenico Museo Civico
segue Visita guidata alla Mostra
a cura del Comitato scientifico
14 OTTOBRE - ORE 20,30
Incoronazione di Poppea
Prima della nuova produzione dell’Opera di Claudio Monteverdi
a cura della Fondazione Teatro Ponchielli
presso Teatro Ponchielli
15 OTTOBRE - INIZIO ORE 10,00
Il ‘500: la nascita del violino e il ruolo di Andrea Amati
presso Sala Puerari
Museo Civico di Cremona
16 OTTOBRE - ORE 12,00
La musica nei luoghi della liuteria
aperitivo in musica
presso Piazza Stradivari
16 OTTOBRE - ORE 15,30
Incoronazione di Poppea
replica dell’Opera di Claudio Monteverdi
a cura della Fondazione Teatro Ponchielli
presso Teatro Ponchielli
16 OTTOBRE - ORE 18,30
Chiusura
Andrea Amati e la nascita del violino 1505-2005
presso Museo Civico di Cremona
La mostra di Renato Meucci
La mostra “Andrea Amati e la nascita del violino 1505-2005”, al Museo
Civico dal 1° al 16 ottobre, si propone di fare il punto sulle nostre
conoscenze riguardo ai primordi della moderna liuteria violinistica,
includendovi il primo e più autorevole maestro della tradizione liutaria
cremonese, di cui verranno presentati alcuni celebri capolavori. L’esposizione
includerà inoltre, accanto a esemplari significativi per la più antica storia
della liuteria, testimonianze documentarie, trattatistiche ed iconografiche che
possano chiarire il processo di formazione del violino e della sua famiglia
strumentale, delineando il contesto storico e culturale nel quale si venne
affermando un modello con siffatte caratteristiche. Se da una parte il violino e
gli strumenti affini raccolsero l’eredità di conoscenze tecniche che si erano
venute sviluppando già a partire dal Trecento, dopo l’introduzione in Europa
dal vicino Oriente della ribeca, fu lo sviluppo della lira da braccio ad offrire
le premesse per l’ideazione del nuovo strumento, ciò che avvenne con tutta
probabilità nella Lombardia del primo Cinquecento, in qualche località di un’area
geografica ben più vasta rispetto a quella omonima attuale. Il violino delle
origini - e questo sarà un punto specificamente affrontato nella mostra - fu
inizialmente dotato di tre corde e, sebbene se ne trovino tracce sparse un po’
in tutto il territorio menzionato, il principale luogo di produzione dovette
essere situato a Brescia o nel bresciano, come confermano fonti locali di inizio
Cinquecento. Il primato bresciano non durò tuttavia a lungo, se già poco dopo
la metà del secolo un artefice cremonese, appunto Andrea Amati, poteva
costruire esemplari le cui caratteristiche morfologiche e strutturali si
avvicinavano a quelle che in seguito la famiglia del violino avrebbe mantenuto
quasi inalterate per secoli. Ad un tale percorso storico-musicale contribuirono
numerosi fattori “ambientali”, che si cercherà di identificare e
ricostruire, non sottovalutando l’incipiente primato della musica strumentale
ita- liana ed il suo progressivo affermarsi in numerosi centri italiani e,
soprattutto, d’Oltralpe. La validità di questa ricostruzione è tuttavia
messa in dubbio dall’opinione di chi contesta in generale l’attendibilità
della genesi italiana dello strumento, ma soprattutto l’autenticità di un
gruppo di strumenti di Andrea Amati, che secondo una consolidata tradizione
farebbero parte di una commessa effettuata a partire dal 1566 dal sovrano
francese Carlo IX. L’acquisto di questi strumenti, decorati pittoricamente con
le armi e le insegne del monarca, sarà esaminata con il ricorso alla consulenza
storico-artistica e con un’ampia documentazione tendente a ricostruire gli
ambienti e le situazioni correlate. Al fine di valutare la suddetta paternità,
che qui si desidera discutere e possibilmente risolvere senza alcun genere di
parzialità, si è deciso di sottoporre alle più accurate analisi scientifiche
uno strumento risalente a tale gruppo di strumenti e oggi di proprietà del
Comune di Cremona, il violino “Carlo IX”. Indipendentemente dai risultati
conseguiti ci si augura che tali indagini di laboratorio forniscano nuove e
importanti conoscenze. La stessa ricerca, in caso di risultati significativi,
sarà inoltre determinante per preparare il terreno ad una grande mostra
retrospettiva che l’Ente Triennale intende proporre nel 2007 e che dovrebbe
portare a Cremona tutti gli strumenti conosciuti di colui che, fino a prova
contraria, viene considerato il vero fondatore della scuola liutaria cremonese.
Anticipazione: prefazione al Catalogo di Renato Meucci
Alle origini della liuteria classica italiana: come in una gara ad
ostacoli...
L'indagine sulle origini del violino ha qualcosa in comune con gli sport meno
praticati: mentre tutti i riflettori sono puntati sui grandi campioni
supervalutati e invidiati per i loro compensi stratosferici, qui ci si ritrova
in un ambiente di periferia, dove una squadra di volenterosi artefici svolge una
più modesta, ma non meno diligente, attività quotidiana. I loro nomi non sono
neanche sempre facili da rintracciare, e quando questo avviene, sfuggono
all'attenzione e alla memoria del grande pubblico, e talvolta persino degli
specialisti.
Ricostruire la storia di questi personaggi e del loro operato è un'impresa
non priva di difficoltà, mancandoci sia una documentazione adeguata, sia loro
strumenti non manomessi, sia infine notizie biografiche e cronachistiche
sufficienti a fornire un quadro convincente di chi e di che cosa abbia favorito
la nascita della liuteria moderna nell'Italia del '500.
Ma non per questo la ricostruzione del mosaico appare irrealizzabile, e anzi
il risultato, nonostante le sue lacune, offre la possibilità di contemplare una
suggestiva visione d'insieme.
Evidenzieremo qui sotto le principali premesse metodologiche, orientate verso
questo risultato, che hanno accompagnato l'ideazione e l'allestimento
dell'esposizione e che potranno chiarire buona parte delle scelte effettuate
dandone opportuna giustificazione.
L'intenzione di rivolgersi in primo luogo al pubblico generale ha spinto ad
adottare una presentazione per certi aspetti anti-accademica e a tralasciare
questioni forse avvincenti per gli addetti ai lavori, ma decisamente irrilevanti
per chi tale non sia. Si è cercato di puntare l'obiettivo sulle questioni di
maggior portata, pur consapevoli della possibilità di offrire una visione più
minuziosa, e persino minimalista. Così come l'osservazione aerea elimina
particolari visibili solo da terra, la visione storica deve tralasciare alcune
questioni marginali per affrontarne altre più ragguardevoli nella prospettiva
generale.
A tale riguardo una categorica presa di posizione: la nascita del violino non
è riconducibile a un singolo luogo, e tantomeno a un singolo individuo. Come
per molti oggetti d'uso la sua paternità è destinata a restare nell'ombra,
frutto del contributo di numerosi artefici dell'Italia settentrionale
genialmente impegnati tra gli anni '20 e '30 del Cinquecento nella modifica
delle caratteristiche costruttive di alcuni strumenti preesistenti. Piuttosto,
si potrebbe rimanere sorpresi nell'apprendere che un ruolo iniziale nella
vicenda possano averlo avuto addirittura i liutai napoletani, e subito dopo
quelli di Ferrara: ma le ragioni e le occasioni per una tale evenienza sono
state innumerevoli, visti i rapporti politici, culturali e dinastici tra i due
Stati.
Altro è attribuire la paternità di un'invenzione, altro la fondazione di
una tradizione artigianale. In questo caso la figura di Andrea Amati appare
effettivamente come quella di chi ha dato il via alla grande stagione della
moderna liuteria cremonese. Tuttavia, così come a Brescia numerosi liutai
risultano attivi negli anni che preparano la strada a Gasparo, non sembra
possibile immaginare una Cremona fino ad allora sprovvista di costruttori di
strumenti. E' verosimile, visto che per lungo tempo i liutai hanno svolto
parallelamente anche altre attività professionali, che i loro nomi siano
rimasti occultati in categorie lavorative diverse da quella che ci attenderemmo.
Ancora nei primi decenni del '500, difatti, il liutaio poteva essere al tempo
stesso un musicista, o magari un ecclesiastico, ovvero un commerciante in vari
genere di beni, oppure affiancare a quell'attività altre imprese in qualche
modo remunerative. Appare inoltre per la prima volta la possibilità che un
ruolo di un certo rilievo sia stato assunto (nella costruzione, e certamente
nell'uso di questi strumenti), da ebrei ovvero da marrani sefarditi fuoriusciti
provenienti dalla Spagna, dopo la loro cacciata del 1492 che coinvolse
all'incirca 200.000 correligionari.
La consapevolezza di una realtà artigianale inquadrata inizialmente in
maniera assai diversa da quella dei secoli successivi, spinge dunque al rifiuto
categorico di una visione "mistica" della liuteria, quale è stata
tramandata soprattutto nell'Ottocento e nel Novecento, da operatori non sempre
disinteressati. Sarà opportuno difatti inquadrare questo settore produttivo nel
novero delle migliori arti applicate e dell'artigianato artistico (con finalità
quindi principalmente pratiche e funzionali), piuttosto che in quello dell'arte
pura, caratterizzata da intenti strettamente estetici. Una differenza di non
poco conto e con non poche ricadute pratiche, anche per quanto concerne gli
eventuali meriti ideativi di singoli liutai, giacché, almeno nell'epoca più
antica, nel settore artigianale raramente è possibile attribuire la paternità
delle singole "invenzioni".
Una doverosa scelta è stata quella di riservare in questa mostra, dedicata
all'origine del violino, anche un cenno alla nascita parallela e pressoché
coeva della viola da gamba, visto che le loro vicende, secondo una recente
teoria storiografica, si intrecciano inizialmente in maniera inestricabile. Si
spera così di evidenziare una volta per tutte la fallacità di un pregiudizio
radicato, quello che ancora si ostina a vedere la viola da gamba quale
predecessore più o meno diretto del violino.
La necessità (e la difficoltà al tempo stesso) di una corretta
interpretazione della terminologia dell'epoca e delle sue tante e imbarazzanti
variabili, ha spinto inoltre a dedicare al lessico un'attenzione ben maggiore di
quella abituale nelle mostre liutarie. Con risultati convincenti, si spera.
La frequenza con la quale in passato sono state contraffatte le
caratteristiche morfologiche degli strumenti più antichi ha spinto inoltre ad
una scelta espositiva che può apparire perfino provocatoria, ma che è
risultata per molti versi inevitabile: quella di mettere in esposizione il solo
strumento ad arco arcaico indubitabilmente autentico (la "violetta" di
Santa Caterina de' Vigri, 1413-1463), escludendo invece numerosi esemplari del
primo '500 parzialmente o integralmente superstiti, ma la cui autenticità
suscita dubbi più o meno consistenti.
Tale decisione servirà anche - ci si augura - a denunciare al grande
pubblico un fenomeno mai sufficientemente stigmatizzato: quello della
riutilizzazione a tutti i costi degli esemplari antichi, una consuetudine
particolarmente temibile per gli esemplari di liuteria. Più che per altre
categorie strumentarie, in quest'ultima il ripristino sonoro comporta un
radicale "ammodernamento" della struttura portante che - al contrario
di quanto alcuni ritengono - ne tramuta inevitabilmente il risultato sonoro.
Questa prassi, un tempo particolarmente diffusa e di certo niente affatto
esaurita, anche per il perseverare di lucrosi interessi commerciali, è stata
particolarmente irriguardosa proprio verso gli esemplari più antichi
pervenutici. Con i risultati più sopra denunciati.
Il tempo ristretto a disposizione, despota severo e intransigente, è stato
motivo di una categorica selezione delle evidenze più significative da
accogliere, così come dell'altrettanto risoluta eliminazione di quelle la cui
sfumata interpretazione avrebbe dilatato a dismisura la fase preparatoria
dell'esposizione.
Per i meriti eventuali di quest'ultima vorrei ricordare, oltre agli Enti
organizzatori, i due principali consulenti scientifici, Ugo Ravasio e Rodolfo
Baroncini, delle cui sono vaste e generose competenze mi sono potuto ampiamente
giovare. Le scelte finali, ad ogni modo, così come eventuali mende, sono da
attribuire al sottoscritto.
Gli strumenti in mostra
“Violeta” di Santa Caterina
Monastero Corpus Domini
Bologna
Bassetto Framonti
Fondazione Accademia di Santa Cecilia
Roma
Violoncello Andrea Amati “the King” dopo 1538
National Museum
Vermillion SD USA
Viola Andrea Amati c.a. 1560
National Museum
Vermillion SD USA
Violino Andrea Amati 1574
Tullie House
Carlisle
Gran Bretagna
Violino Amati aperto
Prospect House
Bellerby, Leyburn
North Yorkshire DL8 5QG
Gran Bretagna
Violino Andrea Amati "Il Carlo IX di Francia" 1566
Collezione Palazzo Comunale
Cremona