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15 Settembre, 2002
Ente Triennale Internazionale degli Strumenti ad arco - Cremona
Ottobre Liutario 30 settembre – 16 ottobre

Alle origini del violino. Muovendo da questo tema il 1 ottobre si apriranno ufficialmente a Cremona le manifestazioni dell’Ottobre liutario, dedicate quest’anno al cinquecentenario di Andrea Amati, uno dei padri del violino. Un viaggio alle origini di uno strumento che nel corso dei secoli si è distinto, all’interno di una storia tuttora non sufficientemente studiata, come il più acuto e piccolo della famiglia dei moderni strumenti ad arco occidentali.

Le manifestazioni riuniscono momenti musicali, concorsi, itinerari all’interno della città patria del violino, Cremona, e soprattutto una mostra documentaria di eccezionale valore che guiderà il visitatore all’interno di un viaggio alle origini dello strumento che ha reso famosi Amati, Guarneri e Stradivari. Una serie di documenti e strumenti che saranno per la prima volta mostrati in un percorso coerente, di grande rigore scientifico e attento al pubblico generalista, oltre che agli specialisti del settore.

“Queste prime manifestazioni coronano anni di ricerche e sono solo l’inizio del rilancio degli studi sulla liuteria cremonese” - afferma Paolo Bodini, nuovo Presidente dell’Ente Triennale Internazionale per gli strumenti ad Arco.

Il ricco programma dell’Ottobre Liutario si complementa con il Salone Cremona MondoMusica, la più importante vetrina internazionale per il settore degli strumenti musicali d'alto artigianato.

Eccezionale edizione anche per il Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi, giunto alla sua ottava edizione con una presenza record di giovani quartetti provenienti da tutto il mondo.

Nel corso delle manifestazioni verrà poi rilasciato uno speciale annullo postale, a memoria delle celebrazioni in onore di Andrea Amati. Questi sono solo alcuni degli avvenimenti più importanti all’interno di un calendario ricco di proposte.

Un ottobre all’insegna della liuteria, con l’intento di riportare Cremona al centro del mondo liutario internazionale.

“L’auspicio -sostiene il Presidente dell’Ente Paolo Bodini - è quello di tornare ad essere veramente il centro del mondo riconosciuto in questo ambito. E’ necessario far sì che Cremona diventi il punto di eccellenza per la ricerca in ambito liutario e offra le migliori opportunità di formazione, specializzazione e aggiornamento. Dobbiamo essere presenti come liuteria cremonese in tutti i punti nevralgici della liuteria mondiale, sia con presenze istituzionali che con maestri liutai che rappresentino l’eccellenza della nostra produzione, che va difesa nella sua qualità e nelle sue caratteristiche del ‘made in Cremona’. Un ruolo, quindi, il nostro non protezionistico, ma di sostegno, stimolo e rilancio”.

Il Programma delle manifestazioni

30 SETTEMBRE - ORE 17,30

Inaugurazione

Andrea Amati e la nascita del violino 1505-2005

presso Museo Civico di Cremona

Aperta al pubblico dal 1° ottobre - ore 9,00

Itinerario cremonese nella decorazione lignea cinquecentesca

(intagli e tarsie)

in collaborazione con il Sistema Museale del Comune di Cremona

(percorso guidato partendo dal Museo Civico)

1 OTTOBRE - ORE 21,00

Amati Ensemble - Maastricht

in collaborazione con la Fondazione Teatro Ponchielli

presso Teatro Ponchielli

2 OTTOBRE - ORE 12,00

La musica nei luoghi della liuteria

aperitivo in musica

presso Palazzo Fodri

3 - 7 OTTOBRE

VIII Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi

presidente: Bruno Giuranna

membri della giuria: Rocco Filippini,

Hugh Maguire, Francesco Manara,

Milan Skampa

in collaborazione con i Rotary Clubs di Cremona

presso Palazzo Pallavicino

4 OTTOBRE - ORE 20,30

Liuteria in Festival

a cura del Conservatorio di Mantova

presso Auditorium Camera di Commercio

7 OTTOBRE - ORE 21,00

Concerto dei vincitori del VIII Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi

presso Teatro Ponchielli

11 OTTOBRE - ORE 20,30

Liuteria in Festival

a cura dell’Istituto Musicale Pareggiato di Cremona

presso Auditorium Camera di Commercio

13 OTTOBRE - ORE 20,30

Maestro Duo

con Fausto Solci e Jebran Yakoub

Sala San Domenico Museo Civico

segue Visita guidata alla Mostra

a cura del Comitato scientifico

14 OTTOBRE - ORE 20,30

Incoronazione di Poppea

Prima della nuova produzione dell’Opera di Claudio Monteverdi

a cura della Fondazione Teatro Ponchielli

presso Teatro Ponchielli

15 OTTOBRE - INIZIO ORE 10,00

Il ‘500: la nascita del violino e il ruolo di Andrea Amati

presso Sala Puerari

Museo Civico di Cremona

16 OTTOBRE - ORE 12,00

La musica nei luoghi della liuteria

aperitivo in musica

presso Piazza Stradivari

16 OTTOBRE - ORE 15,30

Incoronazione di Poppea

replica dell’Opera di Claudio Monteverdi

a cura della Fondazione Teatro Ponchielli

presso Teatro Ponchielli

16 OTTOBRE - ORE 18,30

Chiusura

Andrea Amati e la nascita del violino 1505-2005

presso Museo Civico di Cremona

La mostra di Renato Meucci

La mostra “Andrea Amati e la nascita del violino 1505-2005”, al Museo Civico dal 1° al 16 ottobre, si propone di fare il punto sulle nostre conoscenze riguardo ai primordi della moderna liuteria violinistica, includendovi il primo e più autorevole maestro della tradizione liutaria cremonese, di cui verranno presentati alcuni celebri capolavori. L’esposizione includerà inoltre, accanto a esemplari significativi per la più antica storia della liuteria, testimonianze documentarie, trattatistiche ed iconografiche che possano chiarire il processo di formazione del violino e della sua famiglia strumentale, delineando il contesto storico e culturale nel quale si venne affermando un modello con siffatte caratteristiche. Se da una parte il violino e gli strumenti affini raccolsero l’eredità di conoscenze tecniche che si erano venute sviluppando già a partire dal Trecento, dopo l’introduzione in Europa dal vicino Oriente della ribeca, fu lo sviluppo della lira da braccio ad offrire le premesse per l’ideazione del nuovo strumento, ciò che avvenne con tutta probabilità nella Lombardia del primo Cinquecento, in qualche località di un’area geografica ben più vasta rispetto a quella omonima attuale. Il violino delle origini - e questo sarà un punto specificamente affrontato nella mostra - fu inizialmente dotato di tre corde e, sebbene se ne trovino tracce sparse un po’ in tutto il territorio menzionato, il principale luogo di produzione dovette essere situato a Brescia o nel bresciano, come confermano fonti locali di inizio Cinquecento. Il primato bresciano non durò tuttavia a lungo, se già poco dopo la metà del secolo un artefice cremonese, appunto Andrea Amati, poteva costruire esemplari le cui caratteristiche morfologiche e strutturali si avvicinavano a quelle che in seguito la famiglia del violino avrebbe mantenuto quasi inalterate per secoli. Ad un tale percorso storico-musicale contribuirono numerosi fattori “ambientali”, che si cercherà di identificare e ricostruire, non sottovalutando l’incipiente primato della musica strumentale ita- liana ed il suo progressivo affermarsi in numerosi centri italiani e, soprattutto, d’Oltralpe. La validità di questa ricostruzione è tuttavia messa in dubbio dall’opinione di chi contesta in generale l’attendibilità della genesi italiana dello strumento, ma soprattutto l’autenticità di un gruppo di strumenti di Andrea Amati, che secondo una consolidata tradizione farebbero parte di una commessa effettuata a partire dal 1566 dal sovrano francese Carlo IX. L’acquisto di questi strumenti, decorati pittoricamente con le armi e le insegne del monarca, sarà esaminata con il ricorso alla consulenza storico-artistica e con un’ampia documentazione tendente a ricostruire gli ambienti e le situazioni correlate. Al fine di valutare la suddetta paternità, che qui si desidera discutere e possibilmente risolvere senza alcun genere di parzialità, si è deciso di sottoporre alle più accurate analisi scientifiche uno strumento risalente a tale gruppo di strumenti e oggi di proprietà del Comune di Cremona, il violino “Carlo IX”. Indipendentemente dai risultati conseguiti ci si augura che tali indagini di laboratorio forniscano nuove e importanti conoscenze. La stessa ricerca, in caso di risultati significativi, sarà inoltre determinante per preparare il terreno ad una grande mostra retrospettiva che l’Ente Triennale intende proporre nel 2007 e che dovrebbe portare a Cremona tutti gli strumenti conosciuti di colui che, fino a prova contraria, viene considerato il vero fondatore della scuola liutaria cremonese.

Anticipazione: prefazione al Catalogo di Renato Meucci

Alle origini della liuteria classica italiana: come in una gara ad ostacoli...

L'indagine sulle origini del violino ha qualcosa in comune con gli sport meno praticati: mentre tutti i riflettori sono puntati sui grandi campioni supervalutati e invidiati per i loro compensi stratosferici, qui ci si ritrova in un ambiente di periferia, dove una squadra di volenterosi artefici svolge una più modesta, ma non meno diligente, attività quotidiana. I loro nomi non sono neanche sempre facili da rintracciare, e quando questo avviene, sfuggono all'attenzione e alla memoria del grande pubblico, e talvolta persino degli specialisti.

Ricostruire la storia di questi personaggi e del loro operato è un'impresa non priva di difficoltà, mancandoci sia una documentazione adeguata, sia loro strumenti non manomessi, sia infine notizie biografiche e cronachistiche sufficienti a fornire un quadro convincente di chi e di che cosa abbia favorito la nascita della liuteria moderna nell'Italia del '500.

Ma non per questo la ricostruzione del mosaico appare irrealizzabile, e anzi il risultato, nonostante le sue lacune, offre la possibilità di contemplare una suggestiva visione d'insieme.

Evidenzieremo qui sotto le principali premesse metodologiche, orientate verso questo risultato, che hanno accompagnato l'ideazione e l'allestimento dell'esposizione e che potranno chiarire buona parte delle scelte effettuate dandone opportuna giustificazione.

L'intenzione di rivolgersi in primo luogo al pubblico generale ha spinto ad adottare una presentazione per certi aspetti anti-accademica e a tralasciare questioni forse avvincenti per gli addetti ai lavori, ma decisamente irrilevanti per chi tale non sia. Si è cercato di puntare l'obiettivo sulle questioni di maggior portata, pur consapevoli della possibilità di offrire una visione più minuziosa, e persino minimalista. Così come l'osservazione aerea elimina particolari visibili solo da terra, la visione storica deve tralasciare alcune questioni marginali per affrontarne altre più ragguardevoli nella prospettiva generale.

A tale riguardo una categorica presa di posizione: la nascita del violino non è riconducibile a un singolo luogo, e tantomeno a un singolo individuo. Come per molti oggetti d'uso la sua paternità è destinata a restare nell'ombra, frutto del contributo di numerosi artefici dell'Italia settentrionale genialmente impegnati tra gli anni '20 e '30 del Cinquecento nella modifica delle caratteristiche costruttive di alcuni strumenti preesistenti. Piuttosto, si potrebbe rimanere sorpresi nell'apprendere che un ruolo iniziale nella vicenda possano averlo avuto addirittura i liutai napoletani, e subito dopo quelli di Ferrara: ma le ragioni e le occasioni per una tale evenienza sono state innumerevoli, visti i rapporti politici, culturali e dinastici tra i due Stati.

Altro è attribuire la paternità di un'invenzione, altro la fondazione di una tradizione artigianale. In questo caso la figura di Andrea Amati appare effettivamente come quella di chi ha dato il via alla grande stagione della moderna liuteria cremonese. Tuttavia, così come a Brescia numerosi liutai risultano attivi negli anni che preparano la strada a Gasparo, non sembra possibile immaginare una Cremona fino ad allora sprovvista di costruttori di strumenti. E' verosimile, visto che per lungo tempo i liutai hanno svolto parallelamente anche altre attività professionali, che i loro nomi siano rimasti occultati in categorie lavorative diverse da quella che ci attenderemmo. Ancora nei primi decenni del '500, difatti, il liutaio poteva essere al tempo stesso un musicista, o magari un ecclesiastico, ovvero un commerciante in vari genere di beni, oppure affiancare a quell'attività altre imprese in qualche modo remunerative. Appare inoltre per la prima volta la possibilità che un ruolo di un certo rilievo sia stato assunto (nella costruzione, e certamente nell'uso di questi strumenti), da ebrei ovvero da marrani sefarditi fuoriusciti provenienti dalla Spagna, dopo la loro cacciata del 1492 che coinvolse all'incirca 200.000 correligionari.

La consapevolezza di una realtà artigianale inquadrata inizialmente in maniera assai diversa da quella dei secoli successivi, spinge dunque al rifiuto categorico di una visione "mistica" della liuteria, quale è stata tramandata soprattutto nell'Ottocento e nel Novecento, da operatori non sempre disinteressati. Sarà opportuno difatti inquadrare questo settore produttivo nel novero delle migliori arti applicate e dell'artigianato artistico (con finalità quindi principalmente pratiche e funzionali), piuttosto che in quello dell'arte pura, caratterizzata da intenti strettamente estetici. Una differenza di non poco conto e con non poche ricadute pratiche, anche per quanto concerne gli eventuali meriti ideativi di singoli liutai, giacché, almeno nell'epoca più antica, nel settore artigianale raramente è possibile attribuire la paternità delle singole "invenzioni".

Una doverosa scelta è stata quella di riservare in questa mostra, dedicata all'origine del violino, anche un cenno alla nascita parallela e pressoché coeva della viola da gamba, visto che le loro vicende, secondo una recente teoria storiografica, si intrecciano inizialmente in maniera inestricabile. Si spera così di evidenziare una volta per tutte la fallacità di un pregiudizio radicato, quello che ancora si ostina a vedere la viola da gamba quale predecessore più o meno diretto del violino.

La necessità (e la difficoltà al tempo stesso) di una corretta interpretazione della terminologia dell'epoca e delle sue tante e imbarazzanti variabili, ha spinto inoltre a dedicare al lessico un'attenzione ben maggiore di quella abituale nelle mostre liutarie. Con risultati convincenti, si spera.

La frequenza con la quale in passato sono state contraffatte le caratteristiche morfologiche degli strumenti più antichi ha spinto inoltre ad una scelta espositiva che può apparire perfino provocatoria, ma che è risultata per molti versi inevitabile: quella di mettere in esposizione il solo strumento ad arco arcaico indubitabilmente autentico (la "violetta" di Santa Caterina de' Vigri, 1413-1463), escludendo invece numerosi esemplari del primo '500 parzialmente o integralmente superstiti, ma la cui autenticità suscita dubbi più o meno consistenti.

Tale decisione servirà anche - ci si augura - a denunciare al grande pubblico un fenomeno mai sufficientemente stigmatizzato: quello della riutilizzazione a tutti i costi degli esemplari antichi, una consuetudine particolarmente temibile per gli esemplari di liuteria. Più che per altre categorie strumentarie, in quest'ultima il ripristino sonoro comporta un radicale "ammodernamento" della struttura portante che - al contrario di quanto alcuni ritengono - ne tramuta inevitabilmente il risultato sonoro. Questa prassi, un tempo particolarmente diffusa e di certo niente affatto esaurita, anche per il perseverare di lucrosi interessi commerciali, è stata particolarmente irriguardosa proprio verso gli esemplari più antichi pervenutici. Con i risultati più sopra denunciati.

Il tempo ristretto a disposizione, despota severo e intransigente, è stato motivo di una categorica selezione delle evidenze più significative da accogliere, così come dell'altrettanto risoluta eliminazione di quelle la cui sfumata interpretazione avrebbe dilatato a dismisura la fase preparatoria dell'esposizione.

Per i meriti eventuali di quest'ultima vorrei ricordare, oltre agli Enti organizzatori, i due principali consulenti scientifici, Ugo Ravasio e Rodolfo Baroncini, delle cui sono vaste e generose competenze mi sono potuto ampiamente giovare. Le scelte finali, ad ogni modo, così come eventuali mende, sono da attribuire al sottoscritto.

Gli strumenti in mostra

“Violeta” di Santa Caterina
Monastero Corpus Domini
Bologna

Bassetto Framonti
Fondazione Accademia di Santa Cecilia
Roma

Violoncello Andrea Amati “the King” dopo 1538
National Museum
Vermillion SD USA

Viola Andrea Amati c.a. 1560
National Museum
Vermillion SD USA

Violino Andrea Amati 1574
Tullie House
Carlisle
Gran Bretagna

Violino Amati aperto
Prospect House
Bellerby, Leyburn
North Yorkshire DL8 5QG
Gran Bretagna

Violino Andrea Amati "Il Carlo IX di Francia" 1566
Collezione Palazzo Comunale
Cremona

 


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