Signor Direttore,
Chi governa un Paese come il nostro deve far sì che prevalga nella pubblica
opinione un equilibrato e sano senso civico in tema di fisco. Dare ulteriore
fiato ad un senso comune, che già ci differenzia in modo imbarazzante dagli
altri Paesi sviluppati, per cui chi può fa bene a non pagare le tasse,
propagandare che l'IRAP è una rapina, che l'ICI è illegittima che si mettono le
mani nelle tasche degli italiani e così via è culturalmente negativo e può
essere rovinoso per un ordinato sviluppo del nostro Paese. Bisogna se mai
operare perché le tasse si paghino in modo equo e non che "pantalone" debba
pagare troppo anche per quelli che fanno i furbi.
Vorrei svolgere qualche considerazione sull'argomento.
IRAP. E' noto che sostituì, unificandoli ed eliminandoli con entrata
complessiva invariata, sette diversi precedenti tributi. Con l'IRAP si finanzia
la spesa sanitaria delle Regioni. Si potrà senz'altro razionalizzare, non
emergono invece idee sostitutive. Quindi a cosa mira una scomposta agitazione
contro l'IRAP? A lasciare senza risorse Ospedali, cure mediche ecc.? Non si
capisce. Tra l'altro va anche ricordato che la attuazione della devolution
comporterebbe (stime ISAE) un piuttosto considerevole aumento di costi.
ICI. Si criminalizza ormai la sua stessa esistenza. Si dimentica che quando
lo Stato centrale decise (per ragioni di plausibile razionalizzazione) di
incamerare direttamente anche le risorse proprie delle comunità locali si
impegnò a restituirle con corrispondenti trasferimenti agli stessi Comuni.
Questi trasferimenti di anno in anno sono diminuiti, lo Stato li ha sostituiti
con tributi propri dei Comuni, principalmente l'ICI. Senza di essa i Comuni (di
destra o di sinistra) non potrebbero sostenere servizi essenziali per la vita
delle comunità. Anche con la presentazione dell'ultima finanziaria il Governo
disse che se per le note ragioni era costretto a lesinare sui trasferimenti ai
Comuni lasciava però ad essi un certo margine di manovra sui tributi propri
(ICI). Così è clamoroso che la destra "denunci" e strepiti sulla questione della
riclassificazione degli estimi catastali quando essa è stata prevista con la
legge finanziaria del 2005! Del resto sarà doverosa per chiunque governi una
verifica in materia di estimi poiché nei decenni si è determinata una serie di
assurde sperequazioni tra immobili di grande valore stimati pochissimo in
catasto e viceversa…Essa è anche la base di una auspicabile anche drastica
riduzione delle aliquote ICI, quindi significherebbe perequare e non certo
aumentare indiscriminatamente questo tributo.
Sulle entrate dello Stato più in generale. Siamo tutti d'accordo che bisogna
combattere sprechi e spese pubbliche inutili. Si faccia quindi un rigoroso
confronto nel merito di queste spese. Ma sul versante delle entrate si è
rivelato grave danno, che ha contribuito a far ripartire il debito pubblico, la
rinuncia governativa - con abbassamenti di aliquote ed altri marchingegni - a
tassare in modo equo gli enormi profitti che una certa quota di italiani ha
potuto conseguire in questi anni pur di vacche magre. Il fatto che si sia
formalizzato per le famiglie a reddito molto basso che non debbano presentare la
dichiarazione va bene, ma questo non deve né nascondere né giustificare quanto
sopra. D'altra parte non pare proprio serva certa cosiddetta finanza creativa,
come per esempio far figurare entrate vendendo certi tratti di strade statali a
società che alla fine… sono ancora dello Stato. O vendere edifici ministeriali o
dell'INPS, tuttora pienamente utilizzati, per pagarvi affitti e manutenzioni per
cui tra una decina d'anni non avremo più né gli edifici né i soldi. Credo che
nessuno di questi signori della destra userebbe la stessa creatività
nell'amministrare la propria famiglia o la propria attività economica.
Giuseppe Azzoni
(Cremona)