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15 Settembre, 2002
«Un equilibrato e sano senso civico in tema di fisco»
Giuseppe Azzoni sui temi discussi delle entrate dello Stato

Signor Direttore,
Chi governa un Paese come il nostro deve far sì che prevalga nella pubblica opinione un equilibrato e sano senso civico in tema di fisco. Dare ulteriore fiato ad un senso comune, che già ci differenzia in modo imbarazzante dagli altri Paesi sviluppati, per cui chi può fa bene a non pagare le tasse, propagandare che l'IRAP è una rapina, che l'ICI è illegittima che si mettono le mani nelle tasche degli italiani e così via è culturalmente negativo e può essere rovinoso per un ordinato sviluppo del nostro Paese. Bisogna se mai operare perché le tasse si paghino in modo equo e non che "pantalone" debba pagare troppo anche per quelli che fanno i furbi.

Vorrei svolgere qualche considerazione sull'argomento.

IRAP. E' noto che sostituì, unificandoli ed eliminandoli con entrata complessiva invariata, sette diversi precedenti tributi. Con l'IRAP si finanzia la spesa sanitaria delle Regioni. Si potrà senz'altro razionalizzare, non emergono invece idee sostitutive. Quindi a cosa mira una scomposta agitazione contro l'IRAP? A lasciare senza risorse Ospedali, cure mediche ecc.? Non si capisce. Tra l'altro va anche ricordato che la attuazione della devolution comporterebbe (stime ISAE) un piuttosto considerevole aumento di costi.

ICI. Si criminalizza ormai la sua stessa esistenza. Si dimentica che quando lo Stato centrale decise (per ragioni di plausibile razionalizzazione) di incamerare direttamente anche le risorse proprie delle comunità locali si impegnò a restituirle con corrispondenti trasferimenti agli stessi Comuni. Questi trasferimenti di anno in anno sono diminuiti, lo Stato li ha sostituiti con tributi propri dei Comuni, principalmente l'ICI. Senza di essa i Comuni (di destra o di sinistra) non potrebbero sostenere servizi essenziali per la vita delle comunità. Anche con la presentazione dell'ultima finanziaria il Governo disse che se per le note ragioni era costretto a lesinare sui trasferimenti ai Comuni lasciava però ad essi un certo margine di manovra sui tributi propri (ICI). Così è clamoroso che la destra "denunci" e strepiti sulla questione della riclassificazione degli estimi catastali quando essa è stata prevista con la legge finanziaria del 2005! Del resto sarà doverosa per chiunque governi una verifica in materia di estimi poiché nei decenni si è determinata una serie di assurde sperequazioni tra immobili di grande valore stimati pochissimo in catasto e viceversa…Essa è anche la base di una auspicabile anche drastica riduzione delle aliquote ICI, quindi significherebbe perequare e non certo aumentare indiscriminatamente questo tributo.

Sulle entrate dello Stato più in generale. Siamo tutti d'accordo che bisogna combattere sprechi e spese pubbliche inutili. Si faccia quindi un rigoroso confronto nel merito di queste spese. Ma sul versante delle entrate si è rivelato grave danno, che ha contribuito a far ripartire il debito pubblico, la rinuncia governativa - con abbassamenti di aliquote ed altri marchingegni - a tassare in modo equo gli enormi profitti che una certa quota di italiani ha potuto conseguire in questi anni pur di vacche magre. Il fatto che si sia formalizzato per le famiglie a reddito molto basso che non debbano presentare la dichiarazione va bene, ma questo non deve né nascondere né giustificare quanto sopra. D'altra parte non pare proprio serva certa cosiddetta finanza creativa, come per esempio far figurare entrate vendendo certi tratti di strade statali a società che alla fine… sono ancora dello Stato. O vendere edifici ministeriali o dell'INPS, tuttora pienamente utilizzati, per pagarvi affitti e manutenzioni per cui tra una decina d'anni non avremo più né gli edifici né i soldi. Credo che nessuno di questi signori della destra userebbe la stessa creatività nell'amministrare la propria famiglia o la propria attività economica.

Giuseppe Azzoni
(Cremona)

 


       



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