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 Il Punto

15 Settembre, 2002
4000 alla Marcia. Solo la pace può garantire la pace.
Per Cremona una grande ,intensa ed indimenticabile giornata.

4000 alla Marcia. Solo la pace può garantire la pace.
Per Cremona una grande ,intensa ed indimenticabile giornata.

Un 31 dicembre indimenticabile. Cremona capitale della pace lancia un messaggio al mondo molto forte “Solo la pace può garantire la pace “. 4000 partecipanti alla marcia, molti giovani, semplici cittadini ed anche laici alla Marcia indetta dalla Chiesa Italiana. Il sindaco Bodini, Il presidente della Provincia Corada hanno sfilato con le autorità religione e con “ i testimoni di pace”. La giornata è stata intensa.
Al mattino, nel convegno “ Smilitarizzare Dio, smilitarizzare l’uomo” si sono confrontati Alex Zanotelli, Giovanni Bianchi e Pietro Ingrao. Dal Convegno è stato inviato al Presidente della Repubblica Ciampi un appello che pubblichiamo che richiama la necessità di difendere, ancora, all’art. 11 della Costituzione.
Al pomeriggio, al palazzotto dello sport, canti, preghiere e testimonianze di pace con moltissimi giovani attenti e festanti.
Una testimonianza, quella di Alex Zanotelli forte quando ha chiamato allo sciopero generale nel caso che il nostro paese decidesse di supportare in qualsiasi modo l'attacco di Bush.
Alla sera 4000 in corteo e nel duomo, mai visto così stipato che con fiaccole hanno sfilato per le vie cittadine.
Una giornata importante per Cremona da ricordare negli annali della storia come l’impegno di una comunità tutta per la pace nel mondo.

Di seguito riportiamo sia il documento inviato al Presidente della Repubblica che l’appello delle chiese cristiane di Bagdad e una breve riflessione di welfare cremona news.
Cogliamo l’occasione per ringraziare i 131 navigatori, noti e meno noti, che hanno aderito on-line alla marcia della pace. Una significativa esperienza di un sito appena nato e con poche risorse.
Grazie a tutti .
Auguriamo un 2003 pieno davvero di pace.
Stoki.
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Signor Presidente,
in occasione della Giornata Mondiale della pace promossa dal Santo Padre per il primo giorno dell'anno sul tema: "Pacem in terris: un impegno permanente",
Pax Christi - movimento cattolico internazionale per la pace - ha dato vita ad un convegno nazionale in cui si è riflettuto sui meccanismi perversi del terrorismo e della guerra.
Diverse personalità, espressione della società civile, del mondo sindacale e politico, hanno offerto contributi, riflessioni e proposte sulla necessità di promuovere e costruire una nuova cultura di pace.
Da parte di tutti gli intervenuti è stata sottolineata l'importanza che il nostro Paese non offra in nessuna forma la propria collaborazione nell'eventualità di un conflitto armato condotto ai danni della popolazione irachena. In questi mesi abbiamo potuto constatare quanto sia diffusa e trasversale la contrarietà di tanti cittadini italiani alla "guerra preventiva" minacciata e preparata dall'amministrazione Bush.
Abbiamo ascoltato la voce, accorata e sofferta, di Giovanni Paolo Il che invocava la comunità internazionale di contrastare il terrorismo senza ricorrere alla violenza.
Ci rivolgiamo a Lei, quale primo e più autorevole garante della Costituzione, affinché ribadisca con forza i principi inviolabili contenuti nell'Articolo 11 della Carta costituzionale ereditata dai padri che avevano conosciuto sulla propria pelle la tragedia e le devastazioni della guerra.
La preghiamo di aggiungere la sua voce a difesa delle ragioni della pace.
Tommaso Valentinetti, presidente di Pax Christi

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Allontanate da noi l'irragionevole sofferenza della guerra

Dopo una giornata di digiuno e di preghiera, la Chiesa cattolica caldea dell'Iraq e le comunità cristiane di Bagdad hanno rivolto alle altre Chiese e a tutti i popoli il seguente appello trasmesso dal Vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia dei Caldei, Mons. Slamon Warduni e letto durante la manifestazione al palazzetto dello Sport.
"I cristiani iracheni elevano la loro supplica a Dio, chiedendo per il popolo iracheno ed i suoi governanti una pace duratura e una vita gioiosa, chiedendo che si tolga l'ingiusto embargo che pesa sul Paese e che esso venga liberato dal male della guerra che viene minacciata, che semina il terrore nei cuori dei bambini, dei giovani e dei vecchi.
Noi chiediamo all'Organizzazione delle Nazioni Unite, nel suo segretario generale Kofi Annan, e al Consiglio di Sicurezza, come chiediamo a tutti i responsabili degli Stati, e in modo particolare al governo degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, a tutte le associazioni internazionali e umanitarie che sono interessate alla pace mondiale, ai movimenti, ai pastori e ai fedeli delle religioni e a tutti i popoli, di trovare una soluzione giusta per allontanare dal popolo iracheno una sofferenza che non ha ragione, perché sia salvaguardata la pace nella terra della pace, e chiediamo all'Iraq di scoprire le vie della pace e del dialogo fraterno.
Noi ringraziamo tutte le persone di buona volontà che lavorano, in un modo o nell'altro, in tutti i Paesi del mondo, per allontanare lo spettro della guerra del nostro caro Iraq. Noi preghiamo per loro perché Dio li conservi, chiediamo a loro di moltiplicare gli sforzi e di fare tutto il possibile per salvare i nostri bambini, i giovani, gli anziani, i malati da una guerra di distruzione e dalle sue gravi conseguenze, come la fame, le malattie, la strage di vittime innocenti.
No chiediamo a tutti di lavorare per la pace. Tutti noi abbiamo fiducia che Dio, il Signore della pace, doni la pace giusta per tutto il mondo e in modo particolare per il nostro caro Medio Oriente e il nostro caro Iraq".

Le Chiese e comunità cristiane di Bagdad

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Solo la pace può garantire la pace.

La 35ma Marcia della Pace si è chiusa conclusa con successo. Molti giovani , cattolici e laici hanno marciato assieme per un obiettivo comune la Pace appunto. Va dato merito alla chiesa cattolica di aver sottoposto, in un momento particolarmente delicato, un tema importante e vitale per i destini dell’umanità. Al mattino, al convegno preparatorio “ Smilitarizzare Dio, smilitarizzare l’uomo” , ho sentito con attenzione i vari relatori laici, cattolici e non credenti. Le differenze, su questi temi, sono veramente esili.
In particolare mi hanno colpito due oratori “politici”: Giovanni Bianchi e Pietro Ingrao.

Credo che il salto di qualità che sta compiendo il movimento pacifista , non solo italiano, sia la consapevolezza che da un lato va sconfitta la nuova teoria politica “ della guerra preventiva per garantire la pace”, e dall’altro che non vi è piu’ guerra giusta per garantire la pace ma solo “la pace può garantire la pace”.

Ecco su questo punto le analisi di Bianchi e di Ingrao sono collimanti “ solo la pace può garantire la pace”.

E’ questa la sfida che il mondo, che l’Europa, che l’Italia hanno di fronte. Siamo al superamento dell’idea e della pratica che la guerra giusta può garantire la pace.

Una politica ispirata alla pace è una politica alta che richiede una grande capacità di iniziativa fatta di solidarietà di riconoscimento dei diritti dei popoli e di sostegno ai percorsi democratici.

L’intervento del “ vecchio” Pietro Ingrao, come lui stesso si è definito è l’approdo di un laico, di un non credente, che ha visto la trasformazione della guerra, da guerra di liberazione a guerra preventiva e l’uso della stessa per finalità che vanno contro gli interessi delle popolazioni. Al centro dei processi vi è sempre la persona non vi possono essere le sole regole economiche, di mercato.
Difendere i diritti della persona significa difendere una visione del mondo, una economia che appunto tiene al centro l’umanità e non il profitto.La libertà ed i diritti si garantiscono in un clima di pace e non di guerra.

Giovanni Bianchi, cattolico, ha anch’esso superato il concetto che una guerra, pur dolorosa, può essere giusta. L’approdo è lo stesso.. se al centro vi è la persona la pace può che essere garantita solo dalla pace..

Come si può governare mettendo in cima questo obiettivo? E’ il terreno nuovo di ricerca a cui siamo tutti chiamati nei prossimi giorni, nei prossimi anni.

Intanto lavoriamo per raccogliere attorno a noi la maggioranza della gente, delle persone dei cittadini , lavoriamo per cambiare gli orientamenti dei governi, anche di quello italiano e di quelli europei… Lavoriamo affinché sia applicato l’articolo 11 della nostra costituzione “ L’Italia Ripudia la Guerra”.

Lavoriamo perché il nostro Presidente della Repubblica sia garante , anche in questo, della nostra Costituzione.

Lavoriamo perché i nostri sindaci, i consigli comunali approvino mozioni che vanno in questa direzione.

“In marcia” ha detto Pietro Ingrao. D’accordo in marcia con tutti , con le nostre bandiere colorate, con un solo striscione” solo la pace può garantire la pace “. Infine, a nome di Welfare Cremona News , ringrazio tutti ì 130 cittadini e le persone che hanno sottoscritto on-line l’adesione alla Marcia. E’ stato il nostro modesto contributo a sostegno di una forte ed importante iniziativa.

Gian Carlo Storti
www.welafarecremona.it
info@welfarecremona.it

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In fotogallery alcune immagini della 35^ marcia

 


       



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